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venerdì 1 maggio 2020

# - Aggiornamenti dall'Approvvigionatore Letterario (Maggio 2020)

Ancora una volta salve a tutti, amici dell'Angolo dell'Approvvigionatore Letterario. Come state? Spero sia tutto a posto. Come avrete capito, questo è un periodo di frequenti annunci ed aggiornamenti in fatto di letture in pubblicazione e di avvisi. Oggi, infatti, sono di nuovo qui per presentarvi i romanzi gialli che saranno dati alle stampe nel corso di questo mese, il quinto dell'anno (non ci si crede che siamo già arrivati a questo punto, vero?). Dalla settimana prossima, comunque, vi voglio assicurare che tornerò a recensire libri e vi lascerò stare per un po'. Sfortunatamente, come vedrete qui sotto, pure in questa occasione ci sono alcune notizie poco allegre riguardo alcune anticipazioni che vi avevo fatto precedentemente; tuttavia, mi impegnerò lo stesso ad intrattenervi come meglio riesco, e se dovessi avere breaking news non mancherò si segnalarvelo. Ma andiamo con ordine ed iniziamo la nostra carrellata.

Copertina di "Il Rompicapo" pubblicato
dalla Polillo Editore
Come dicevo, inizio con gli annunci meno felici. Infatti, dopo la sospensione della pubblicazione del nuovo romanzo giallo di Le Assassine e la posticipazione della nuova avventura di Abercrombie Lewker per i tipi di Mulatero, anche Polillo-Rusconi ha mollato il colpo ed è stata costretta a ritardare la pubblicazione dei nuovi Bassotti, previsti proprio per i mesi di maggio e giugno, a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus. Questo fatto è reso ancora più triste perché si sarebbe trattato dei primi volumi della collana ad tornare in libreria dopo la morte del patron della casa editrice, Marco Polillo; credo che in tanti stessimo attendendo con trepidazione le news sui Bassotti. Invece, ci toccherà aspettare ancora qualche tempo prima di poter ottenere "Il Rompicapo", "Uno Dopo l'Altro", "Il Capanno sulla Spiaggia" e "La Scatola Mortale".

Copertina di "La Locanda
del Gatto Nero" pubblicato
dalla Sellerio Editore
Per fortuna, comunque, non ci mancano anche notizie più positive, visto che... finalmente abbiamo una data (presumibilmente certa) per la pubblicazione di "La Locanda del Gatto Nero" di Seishi Yokomizo, il secondo titolo della serie con protagonista il Detective Kindaichi edito da Sellerio. Dal 14 maggio, infatti, sarà disponibile questa nuova avventura del popolare investigatore nipponico, poliziotto privato dalla eccentrica personalità e dal talento innato per risolvere misteri all'apparenza impossibili da sciogliere, creato dal "Maigret" giapponese. Stavolta, Kindaichi viene coinvolto in un caso dalle premesse curiose: un bonzo di un tempio buddista viene sorpreso mentre scava spasmodicamente nel giardino della locanda del titolo, nel bel mezzo di un distretto di Tokyo divenuto un covo di commerci clandestini nel dopoguerra. Cosa stia cercando, di preciso, non si sa; finché dalla terra non affiora il cadavere di una giovane donna, evidentemente legata agli affari più o meno equivoci del locale e con il volto devastato. Chi sarà mai? Forse la moglie del proprietario della locanda, fatta sparire dal marito con la complicità dell'amante? Tutto appare troppo semplice; e quando la faccenda si complicherà toccherà a Kindaichi Kosuke, trasandato, irritante, balbuziente ma infallibile, risolvere questo particolare caso di omicidio del tipo del "delitto senza volto", imperniato sul genere della classica crime story ma influenzato dalla tradizione e dalla suggestione atavica che caratterizza il mondo occidentale.

Copertina di "The Case of the Silken
Petticoat" pubblicato da Dean Street
Press
In secondo luogo, vi voglio segnalare l'uscita di ben altri 10 romanzi gialli da parte di Dean Street Press, a partire dal 4 maggio. Dopo aver ripresentato a noi lettori moderni numerosi volumi di E. & M.A. Radford, Moray Dalton e Henrietta Clandon appena otto settimane fa, è il turno di una nuova serie di titoli di Christopher Bush, autore del quale la casa editrice si sta impegnando a riproporre tutta l'opera (più di cento volumi!). Più precisamente, si tratterà di:
  • "The Case of the Red Brunette";
  • "The Case of the Amateur Actor";
  • "The Case of the Russian Cross";
  • "The Case of the Benevolent Bookie";
  • "The Case of the Extra Man";
  • "The Case of the Flowery Corpse";
  • "The Case of the Three Lost Letters";
  • "The Case of the Counterfeit Colonel";
  • "The Case of the Burnt Bohemian";
  • "The Case of the Silken Petticoat".
In italiano non è stato ancora tradotto nessuno di questi titoli; però mi è capitato di leggere qualcosa scritto da Bush e trovo i suoi libri molto belli ed eleganti dal punto di vista dello stile. Quindi, se foste indecisi, vi posso assicurare che i suoi sono romanzi gialli che vale la pena di provare.

Copertina di "The Spoilt Kill" pubblicato
dalla British Library Crime Classics
Infine, segnalo l'uscita (il 10 maggio) dell'ennesimo volume della British Library Crime Classics: "The Spoilt Kill" di Mary Kelly. Di questa autrice, la casa editrice ha già pubblicato "The Christmas Egg", una storia insolita sull'omicidio di una principessa russa, fuggita in Inghilterra. In questo caso, invece, la storia è ambientata nello Staffordshire, dove ci trova Shentall's, una delle fabbriche di ceramiche più rinomate del Paese. Quest'ultima è apparentemente sotto attacco, poiché i disegni delle terracotte sono stati rivelati prima della messa in commercio dei pezzi e per questo i loro prezzi sono calati di molto. Per risolvere la situazione, l'investigatore privato Hedley Nicholson viene incaricato di scoprire chi sia la talpa e fermarla; ben presto, tuttavia, egli si renderà conto che lo spionaggio industriale è solo la punta di un caso molto più complesso di quanto immaginasse, tra legami fatti a pezzi, lamentele e un cadavere che galleggia in mezzo all'argilla per le ceramiche. Questo romanzo giallo ha ottenuto alte lodi da parte di famosi critici, come Julian Symons, e ha vinto la CWA Gold Dagger come opera migliore dell'anno, soffiando il premio a John Le Carre.

Bene, per il mese di maggio è tutto. Mi raccomando, continuate a seguire gli aggiornamenti che arriveranno su Three-a-Penny, oltre alle recensioni. Vi saluto calorosamente, a presto.

Link ai titoli consigliati su IBS:
"La locanda del gatto nero" di Seishi Yokomizo.

Link ai titoli consigliati su Libraccio:
"La locanda del gatto nero" di Seishi Yokomizo.

Link ai titoli consigliati su Amazon:
"La locanda del Gatto nero" di Seishi Yokomizo;
"The Case of the Red Brunette" di Christopher Bush;
"The Case of the Amateur Actor" di Christopher Bush;
"The Case of the Russian Cross" di Christopher Bush;;
"The Case of the Benevolent Bookie" di Christopher Bush;
"The Case of the Extra Man" di Christopher Bush;
"The Case of the Flowery Corpse" di Christopher Bush;
"The Case of the Three Lost Letters" di Christopher Bush;
"The Case of the Burnt Bohemian" di Christopher Bush;
"The Case of the Silken Petticoat" di Christopher Bush.
"The Spoilt Kill" di Mary Kelly.

venerdì 31 gennaio 2020

# - Aggiornamenti dall'Approvvigionatore Letterario (Febbraio 2020)

Salve a tutti, amici dell'Angolo dell'Approvvigionatore Letterario. L'interminabile (almeno per me) primo mese dell'anno sta volgendo al temine e Febbraio si affaccia di fronte a noi, carico di tante cose da fare e, soprattutto, da leggere. Spero che vi siate caricati, in occasione della relativa moria di pubblicazioni di Gennaio, perché stavolta ci aspettano molte nuove letture interessanti. Io farò del mio meglio per presentarvele, mentre ancora recupero le ultime recensioni ancora in sospeso, per poi tornare alla carica con una serie di letture in tema con future ripubblicazioni in lingua inglese.

Copertina di "Dov'è Cicely?" pubblicata
nei Classici del Giallo Mondadori
n. 1429
Dunque, partiamo con l'uscita da edicola. Nel mese in procinto di iniziare, infatti, oltre ai consueti nuovi titoli da libreria, anche il Giallo Mondadori riserverà una sorpresa davvero gradita: ovvero, la pubblicazione del raro e molto atteso "Dov'è Cicely?" di nientemeno che Anthony Berkeley, nella collana dei Classici in uscita ai primi di Febbraio. Pubblicato per la prima volta nel 1927 sotto lo pseudonimo di A. Monmouth Platts, questo romanzo si attiene in tutto e per tutto al modello che l'autore ha instaurato nel corso della sua carriera. Innanzitutto, esso presenta numerosi cenni biografici a personaggi e luoghi che ebbero un forte legame con l'autore (i nomi di alcuni dei primi richiamano persone che Berkeley conobbe sul serio, mentre dai secondi egli prese a prestito i soprannomi per costituire proprio il suo pseudonimo). La sua trama, inoltre, si basa sulla sparizione impossibile di una giovane ragazza, la Cicely del titolo, la quale avviene durante una seduta spiritica nella casa della zia acquisita. Il rituale doveva essere qualcosa di scherzoso, un intrattenimento per trascorrere qualche ora oziosa; invece la ragazza, benché circondata da un folto gruppo di individui ben poco simpatici (altra caratteristica della narrativa di Berkeley), sparisce sul serio da una stanza da cui (almeno in teoria) non si poteva uscire in alcun modo. Toccherà a Stephen Munro, giovane gentiluomo inglese caduto in disgrazia, lasciare i panni di novello valletto per indossare quelli dell'investigatore dilettante e risolvere un mistero apparentemente inspiegabile; un classico giallo della camera chiusa che, sebbene non si possa paragonare al geniale "Il Caso dei Cioccolatini Avvelenati", va letto per l'importanza del suo autore all'interno del genere (Berkeley fu il "vero" fondatore del Detection Club) e per la sua intrinseca eccezionalità: in questa uscita italiana, infatti, "Dov'è Cicely?" vede per la terza volta la luce su scala mondiale, dopo l'edizione originale del 1927 e quella giapponese di una quindicina di anni fa (grazie Pietro per l'appunto!), precedendo addirittura quella inglese o americana.

In secondo luogo, Febbraio vedrà il proseguo della serie del Detective Kindaichi, avviata da Sellerio con il titolo omonimo l'anno scorso. Stavolta, tocca a "La Locanda del Gatto Nero", in uscita nel corso del mese. Sfortunatamente, per il momento non si conosce altro (presumo che sia la traduzione di "The Case of the Black Cat Restaurant" del 1947, ma sul Web non ho trovato nemmeno una trama da cui attingere qualche informazione). Tuttavia, vorrei segnalare a chi fosse interessato che il Giallo Mondadori, a suo tempo, pubblicò la traduzione di "The Inugami Curse" sotto il titolo "L'Ascia, il Koto e il Crisantemo". Ci aggiorneremo non appena si saprà qualcosa in più riguardo questo titolo, promesso.

Copertina di "Il Regno delle Ombre"
pubblicata da Einaudi
Infine, per gli amanti del giallo classico declinato in chiave moderna, il 25 febbraio Einaudi pubblicherà il nuovo romanzo della serie di Armand Gamache, "Il Regno delle Ombre" di Louise Penny. Era da tempo che mi domandavo quando sarebbe stato pubblicato (a dirla tutta, era previsto per lo scorso dicembre), e finalmente i desideri di noi lettori sono stati esauditi. Si tratta della traduzione di "Kingdom of the Blind"(2018), il seguito di "Case di Vetro" e penultima avventura dell'ispettore capo della Surete del Quebec (anche se la serie non terminerà a breve). Siamo ancora una volta in pieno inverno, ma stavolta Gamache si trova coinvolto in uno strano caso che vede se stesso quale esecutore testamentario di un'anziana e sconosciuta "Baronessa", una tale Myrna che vive nel vicinato di Three Pines, il piccolo paese al confine tra Canada e Stati Uniti che tanto lo ha affascinato fin dalla sua prima inchiesta in "Still Life". Il testamento della donna, tuttavia, contiene alcune clausole bizzarre che fanno sospettare all'ispettore che tutta la faccenda sia uno scherzo di cattivo gusto e che si risolverà con qualche semplice seccatura; eppure, passano pochi giorni e nella fattoria della Baronessa viene rinvenuto un cadavere. Chi è la vittima di omicidio? Ha qualcosa a che fare col carico di droga che sta per riversarsi sulle strade di Montreal, il quale ha messo tanto in difficoltà Gamache e lo ha ridotto ad essere sospeso dal servizio di polizia? Lo scoprirete se leggerete "Il Regno delle Ombre".

Copertina di "Death in White Pyjamas &
Death Knows No Calendar" pubblicato
dalla British Library Crime Classics
Questo per quanto riguarda le uscite in italiano. Per quelle in lingua inglese, invece, vi voglio segnalare tre titoli. Il primo è "Death in White Pyjamas & Death Knows No Calendar", di John Bude, il quale raccoglie due romanzi brevi dell'autore di "The Cornish Coast Murders". In "Death in White Pyjamas", un attore viene ucciso all'interno del parco di una villa di campagna, dove un gruppo teatrale guidato da un produttore e uno sceneggiatore si è riunito per discutere una nuova piece teatrale da mettere in scena. Il cadavere, tuttavia, indossa un pigiama che sembra non appartenergli. Come mai? Toccherà all'ispettore Harting e al sergente Dane trovare una risposta a questo quesito e a risolvere il curioso caso. In "Death Knows No Calendar", invece, il maggiore Tom Boddy (grande appassionato di romanzi gialli) si ritrova ad indagare su di una sparatoria avvenuta in una camera chiusa, dove l'assassino non si trova. Certo, ci sono ben quattro sospettati; però non è facile attribuire all'uno o all'altro il prodigioso omicidio, senza contare che in questo mystery molto atteso gli elementi impossibili del crimine da risolvere si riveleranno ben più di quanto Boddy credesse.

Copertina di "The Inugami Curse"
pubblicato da Pushkin Vertigo
L'altro titolo, infine, è pubblicato da Pushkin Vertigo. Si tratta di "The Inugami Curse" di Seishi Yokomizo; lo stesso autore della serie di Kindaichi di cui ho parlato poco sopra. Anche in Inghilterra, infatti, si sta riscoprendo questo autore e Pushkin ha già pubblicato "The Honjin Murders" (il nostro "Il Detective Kindaichi") alla fine dell'anno scorso. Con questa seconda uscita, la serie continua a presentare delitti avvenuti in Giappone: stavolta, la vicenda si svolge nel 1940, quando il capofamiglia degli Inugami muore e i suoi eredi si apprestano a beneficiare del suo testamento e dei suoi lasciti. Ognuno appare desideroso di mettere la mano sulla propria fetta del patrimonio del vecchio; alcuni, forse fin troppo. Infatti, non appena inizia a delinearsi una spartizione del denaro, iniziano ad avvenire alcuni strani omicidi, in cui i membri della famiglia sono le vittime. Per sventare il pericolo, Kindaichi viene convocato alla casa degli Inugami per scoprire chi sia il responsabile dei delitti e mettere fine alla catena di morte che è stata avviata; eppure, prima dovrà svelare i terribili segreti che si celano tra i membri della famiglia, tra relazioni proibite, crudeltà mostruose e identità celate.

Copertina di "The Honjin Murders"
pubblicato da Pushkin Vertigo
Bene, anche per questo mese vi ho presentato tutte le nuove uscite di rilievo nel campo del giallo classico. Vi anticipo già che, per il prossimo, sono in arrivo grandi novità, che sono sicuro ci permetteranno di entrare nel pieno della primavera con un ottimo spirito. Alla prossima!

P.S. In tanti hanno risposto al sondaggio che avevo lanciato all'inizio di Gennaio. Vi ringrazio infinitamente; lascio ancora un po' di tempo per essere sicuro di aver raccolto tutti i voti possibili, poi più avanti pubblicherò i risultati.

P.P.S. Il 13 Febbraio sono stati annunciati ben quattro nuovi Bassotti della Polillo Editore! Si tratta di alcuni tra i titoli che vi avevo già anticipato:
- "Il Capanno sulla Spiaggia" di Milward Kennedy;
- "Il Rompicapo" di Lee Thayer;
- "Uno Dopo L'Altro" di Archibald Gordon MacDonell;
- "La Scatola Mortale" di Basil Godfrey Quin.
L'editore associato a Polillo, Rusconi, mi ha comunicato che saranno in pubblicazione per maggio-giugno di quest'anno; in ogni caso, vi lascio qui sotto il link Amazon, in caso voleste già preordinarli. Ancora buone letture!

Link ai titoli consigliati su IBS:
"Il regno delle ombre" di Louise Penny.

Link ai titoli consigliati su Libraccio:
"Il regno delle ombre" di Louise Penny.

Link ai titoli consigliati su Amazon:
"Dov'è Cicely?" di Anthony Berkeley (solo ebook);
"The Inugami Curse" di Seishi Yokomizo;
"The Honjin Murders" di Seishi Yokomizo;
"Il regno delle ombre" di Louise Penny.

venerdì 6 dicembre 2019

16 - “Un Delitto Inglese” (“An English Murder", 1951) di Cyril Hare

Copertina dell'edizione pubblicata
dalla Sellerio Editore
Se c'è qualcosa di cui la Gran Bretagna va fiera, questa è la sua Tradizione più o meno antica nel tempo. Non solo dal punto di vista sociale e politico, considerando il fatto di possedere la democrazia più longeva del mondo (anche se negli ultimi anni sta affrontando non poche difficoltà a causa della Brexit), affiancata alla monarchia più famosa della Storia; ma pure in ambiti artistici come quello cinematografico: non per niente, uno dei suoi celebri esponenti fu nientemeno che Alfred Hitchcock, conosciuto soprattutto per le sue opere americane ma pure regista di film realizzati nella Vecchia Europa, imitato e assurto al riverente titolo di Maestro del Brivido. A ragione, si potrebbe dire che l'Inghilterra abbia costruito la propria fortuna sulla capacità di esaltare e sfruttare il suo eterno passato come se fosse ancora parte del presente (cosa che, purtroppo, non si riesce a fare adeguatamente in Italia, dove la materia prima è tanto più copiosa che in qualunque altro Paese quanto bistrattata): ha conferito ai modi di fare e intendere un dato argomento e agli usi e costumi del suo popolo un'immutabilità perenne e un'importanza caratteristica, tale da renderli inconfondibili da quelli del resto dell'Europa e da tramutarli in una "merce" da esportare all'estero, così da instaurare un prototipo (forse anacronistico?) che contribuisce ad accrescere e celebrare la grandezza del Paese, inducendo noi "stranieri" a guardare sempre più spesso al modello inglese come a un punto di riferimento, a farcì influenzare da esso e a tentare di imitarlo, addirittura facendo nostre alcune usanze meramente "folkloristiche" della sua storia, pur di sentirci più vicini alla Gran Bretagna. In tal senso, un esempio che sorge immediato alla mente è quello riguardante il Natale. Le abitudini anglosassoni, risalenti a secoli fa, prevedono una preparazione e una conseguente celebrazione di tale festa così da fondere gli antichi riti druidici con quelli cristiani, in una maniera che nel tempo è stata più o meno adottata anche altrove: ci sono le carole beneauguranti da cantare insieme agli amici di porta in porta, scambiandosi ramoscelli sempreverdi; la scrittura delle letterine per Babbo Natale e delle cartoline di auguri per i parenti; la decorazione dei negozi con addobbi natalizi a partire dal mese di novembre; per non parlare, poi, del complesso procedimento che porterà all'apertura del Calendario dell'Avvento, alla decorazione dell'albero in casa (suddiviso in fasi temporali) e all'apertura dei regali, in seguito alla Messa della Vigilia e di quella del giorno di Natale.

In realtà, ci sarebbero molti altri gesti legati alle feste natalizie (alcuni prettamente british, altri che pian piano abbiamo adottato anche noi), ma elencandoli tutti rischierei di dilungarmi troppo e di annoiare; quello che mi interessa sottolineare, è come il popolo inglese tenga in grandissima importanza tutto ciò che è legato al suo passato, sia tanto fiero di esso da desiderare e riuscire ad esportarlo, come se fosse qualcosa di scontato, e sia difficilmente disposto a cambiarlo in favore di usanze moderne (anche nel momento in cui sarebbe meglio farlo). Questo concetto, tra altre cose, è illustrato al meglio in uno dei più classici romanzi gialli della tradizione natalizia britannica: "Un Delitto Inglese" di Cyril Hare (Sellerio Editore, 2017), pubblicato anche nei Classici del Giallo Mondadori col titolo "Delitto di Natale". La Tradizione, insieme alla sua celebrazione, è infatti il tema principale attorno a cui ruota questo delizioso esempio di crime story legata al "Christmas Murder Mystery", in cui coesistono tutti i più tipici elementi caratterizzanti il sottogenere: una bufera di neve, il maggiordomo austero che non si scompone per nessuna ragione, la casa isolata in cui avviene un omicidio tra familiari e amici, sospetti in abbondanza e un assassino che si aggira tra i saloni silenziosi. Eppure, non è tutto qui: la sola presenza di questi caratteri rischierebbe di dare vita a una storia uguale a tante altre, senza identità definita, come accade sempre più spesso negli ultimi anni. Serve qualcosa in più per conferire originalità alle vicende raccontate, che le distingua dalla massa; e Hare, da buon avvocato, ha sfruttato la propria conoscenza della legge inglese per trattare anche temi politici e sociali, in modo da dare più enfasi alla Tradizione e, allo stesso tempo, gettare uno sguardo su come essa possa influenzare il futuro, aggiungendo originalità alle situazioni che ha tratteggiato.

Immagine del tipico Natale inglese
La storia inizia presentandoci il dottor Wenceslaus Bottwink, mentre quest'ultimo si trova nell'archivio di Warbeck Hall, una grande casa signorile immersa nella campagna inglese di proprietà della famiglia omonima, intento a svolgere alcune ricerche riguardo la storia politica dell'Inghilterra del XVIII secolo. Come apprendiamo ben presto, il professore è un appassionato studioso delle leggi britanniche, oltre che un rifugiato politico, abituato dalla Storia a mettersi in disparte e a farsi notare il meno possibile, il quale sta approfittando con estremo tatto della gentilezza di Lord Warbeck per completare le trascrizioni di alcuni documenti di proprietà della famiglia che gli potranno essere utili in futuro, incurante del freddo che lo attanaglia e dell'avvicinarsi del Natale. Solo il maggiordomo Briggs, altera figura silenziosa, lo avvicina quotidianamente per offrirgli una tazza di tè: gli altri domestici sono stati assunti per lavorare in giornata e passano tutto il tempo a mantenere in vita il poco che resta ancora in piedi dell'antica casa, mentre Lord Warbeck disputa una battaglia con la morte che gli impedisce di muoversi in libertà e si appresta a tramutarsi in una triste sconfitta. Pur essendo uno straniero poco abituato alle tradizioni dell'Inghilterra, Bottwink è consapevole del fatto che un ospite non è desiderabile per le imminenti feste, visti i numerosi problemi che affliggono il vecchio Lord; eppure, nonostante ciò, il padrone di casa sembra intenzionato a far finta che tutto stia andando bene e ad organizzare un ultimo Natale a Warbeck Hall: ha invitato i parenti e gli amici che gli restano per concludere il bellezza l'anno, e non ha alcuna intenzione di allontanare nemmeno l'esule professore.

Al party saranno presenti nientemeno che il Cancelliere dello Scacchiere dell'attuale Governo, Sir Julius Warbeck; il figlio di Lord Warbeck, un esaltato fascistoide senza il becco di un quattrino di nome Robert; lady Camilla Prendergast, nipote del vecchio; infine, la signora Carstairs, legata alla famiglia da una lunga amicizia e moglie del braccio destro del Cancelliere. Si prospetta un soggiorno perlomeno allegro per gli abitanti di Warbeck Hall; se non fosse che tutti, chi più e chi meno, nascondono un segreto nel proprio cuore e sono in rapporti tesi con almeno un altro componente della comitiva. Lady Camilla, ad esempio, vuole interrogare Robert sul loro burrascoso rapporto, decisa più che mai ad estorcergli la verità; la signora Carstairs nutre un profondo disappunto verso sir Julius, poiché è convinta che suo marito potrebbe fare un lavoro migliore se ricoprisse la sua carica; il Cancelliere, dal canto suo, sopporta malvolentieri la presenza di una guardia del corpo e teme che la sua figura istituzionale possa essere messa in ombra dalle ambiziose mire della Carstairs. Quello più scontento di tutti, però, è Robert: costretto a convivere con due avversari politici, un vecchio amore, un padre malato e un ebreo, non vede l'ora di andarsene. Senza contare quell'altro problema... E Briggs, che sotto l'apparente pacatezza deve fronteggiare una sfida importantissima, non solo per il suo avvenire ma soprattutto per quello di sua figlia? Fin da subito, perciò, i rapporti tra gli ospiti si guastano e si accendono liti per un nonnulla, facendo presagire sviluppi funesti in vista del 25 dicembre; sarà però la notte della Vigilia a veder entrare in scena il primo cadavere, mentre la neve cade fuori dalla finestra e le comunicazioni con l'esterno si interrompono. Bloccati dalla tempesta e prede di un misterioso assassino, gli abitanti superstiti di Warbeck Hall dovranno fare affidamento sull'acume della guardia del corpo di sir Julius, l'agente Rogers, e sul più insospettabile degli investigatori dilettanti per scoprire la soluzione di un omicidio prettamente "inglese", più che originale e legato a doppio filo con il glorioso passato della Gran Bretagna.

William Pitt il Giovane, figura centrale nella politica inglese
della fine del Settecento e delle vicende raccontate in "Un
Delitto Inglese"
Oltre a quanto abbiamo visto poco sopra, anche la classica crime story rappresenta un tipo di "prodotto locale" che costituisce un vanto per l’Inghilterra ed è stato possibile esportare al di fuori del Paese. Alcune sue caratteristiche (la zitella-detective, l'omicidio nel villaggio di campagna, il cadavere in biblioteca...), assieme alla figura dell'investigatore dilettante, acuto e originale, divenuto una figura familiare da associare allo svelamento del colpevole nel proverbiale salotto, e all'assassinio privo di violenza gratuita, sono entrate a far parte dell'immaginario collettivo e sono ormai conosciute in tutto il mondo proprio per il loro essere "tipicamente anglosassoni". In passato, il popolo inglese si è impegnato a consacrare questo modello letterario, nato per necessità in periodo di guerra ed evolutosi in strumento per sondare l'animo umano, al grado di tradizione perpetua a tutti gli effetti. Da semplice pretesto di svago, i suoi autori hanno compreso il desiderio dei lettori e, al fine di scolpirlo nel tempo, hanno reso il mystery portavoce di un passato glorioso, il quale è stato man mano modificato da importanti cambiamenti sociali e politici ma mai dimenticato, adottando di volta in volta forme nuove per rappresentare al meglio questi ultimi; nonché per stabilire una certa superiorità della Gran Bretagna rispetto al resto d'Europa, quando il romanzo giallo classico ha iniziato a diffondersi all'estero. Tra gli altri, il periodo natalizio, occasione di confronto tra generazioni differenti e miscuglio di usanze allegre e più cupe emozioni sotterranee, spesso legate ad innovative strategie di indagine psicologica, si è prestato magnificamente allo scopo e, di conseguenza, ha fornito agli scrittori di gialli il pretesto per creare l'usanza del "Christmas Murder Mystery" tutt'oggi in voga; intrecciato sì alla Tradizione dal punto di vista della forma, ma anche espressione del cambiamento dei tempi da quello dei contenuti. Infatti, sono stati soprattutto questi ultimi, i temi toccati nel corso delle indagini in queste straordinarie opere letterarie, a mettere in luce il contrasto esistente tra usanze passate e moderne, in cui le une dominano sulle altre in modo alternato, e a decretare il grandissimo successo di questo sottogenere.

Prendiamo "Un Delitto Inglese": il suo autore non si dilunga sulle specifiche abitudini del Natale, questo è vero; però, pur essendo stato scritto nel 1951, questo romanzo riesce a immergere il lettore nel mondo incantato della campagna inglese immersa nella neve, mettendo in mostra un tipo di società che sembra scaturito da un libro di storia sociale, nella quale contano i fasti e il rispetto del passato. Come un prototipo del "Giallo di Natale", il romanzo esalta ed eterna la Tradizione, presentando uno sfondo costituito dall'immancabile casa di campagna, claustrofobica e isolata da una bufera (pp. 11, 21-23, 34-35, 37, 39, 42-43 ecc.); un gruppo di personaggi variegati, parenti-serpenti legati da qualche tipo di rapporto e costretti a convivere tutti assieme in un luogo chiuso (ognuno con un proprio punto di vista e una personalità spiccata, come si evince dai quadretti del cap. 2); una narrazione caratterizzata da uno stile perversamente gradevole che mescola ironia nera e un tocco di gioia innocente (per esempio alle pp. 64-66); un enigma caratterizzato da una complessa corrente sotterranea di sentimenti contrastanti, in cui l'esplosivo contrasto tra amore e odio sfocia nell'omicidio pianificato con attenzione e senza inutili spargimenti di sangue (pp. 48-54, 53-55); un auto-nominato investigatore il più delle volte dilettante, il quale fa domande discrete e allenta la tensione con una buona dose di humor. Tutto ciò viene costruito con attenzione nel corso della narrazione, proprio secondo l'usanza della Golden Age secondo cui non esiste violenza gratuita e il movente è molto complesso da individuare, e ci catapulta nell'Inghilterra del passato. I personaggi, nel loro tratteggio, assomigliano alle figure che potremmo trovare nelle storie più classiche della tradizione, quelle conosciute dappertutto: il maggiordomo flemmatico (pp. 10-17, 32-35), il Lord attaccato al passato in cui egli contava ancora qualcosa (pp. 31-35), il ministro egocentrico che mette se stesso davanti al resto (pp. 18-23), la giovane ragazza innamorata dello scapestrato giovanotto in cerca di guai (pp. 23-26, 28-30, 63-66, 92, 127, 145-147), l'esimio professore straniero dall'aria sospetta (pp. 9-17), la tipica matrona "suffragetta" che si dà da fare per sostenere il marito (ma sotto sotto anche i propri interessi, pp. 26-28); tutti costoro appaiono familiari al lettore proprio perché prelevati dalla tradizionale società inglese, assieme ai loro nomi (avete notato che gli aristocratici hanno nomi insoliti, la servitù nomi comuni e il professore uno difficilmente pronunciabile?).

L'ambientazione non potrebbe essere più classica, con tanto di solido contesto storico-sociale a sostenere i momenti descrittivi della trama (in alcuni momenti assomiglia a quello dei romanzi tardo-vittoriani, come "L'Occhio di Osiride"). Lo stile stesso, in cui si alternano descrizioni che all'apparenza esulano dalla trama e dialoghi ironici tra gli attori in scena, sembra risalire ad anni precedenti a quello che vide la scrittura di "Un Delitto Inglese" (come nella digressione sulla pesca e l'amore alle pp. 82-83). Insomma; pur essendo della metà degli Anni '50 del Novecento, questo libro intelligente mette in mostra un mondo che possiamo definire suggestivo benché antico, superato, in cui la politica è ferma agli albori della politica fascista e nazista, in cui lo straniero viene visto come il Male e la società è basata su un sistema feudale alla fine della propria esistenza, minacciato dalle tasse sempre più gravi e da un sistema di classe al termine dei propri giorni e dominato dalle tradizioni familiari. L'atmosfera che si respira è quella di una belle epoque agonizzante: gli individui sono concentrati a soddisfare i propri desideri egoistici (vedasi Sir Julius), ad illudersi che tutto stia ancora andando bene e che non si stia profilando all'orizzonte l'alba di una nuova era, in cui per forza di cose verranno catapultati (Lord Warbeck e, in un certo senso, anche Robert); in questo Hare si è dimostrato ineccepibile ed abilissimo nell'inserire numerosi dettagli che conferiscono a tutto ciò un'immagine complessiva vivida, in cui sospetto e ambizione si mescolano al clima da brivido di Warbeck Hall. Tuttavia, se questa "forma" ci restituisce una sorta di esaltazione della Tradizione e un romanzo in cui il passato occupa ancora un posto di primo piano all'interno della storia, d'altra parte non si può fare a meno di notare che anche un preoccupato sguardo al futuro e all'implacabile cambiamento si affaccia ogni tanto tra le righe, grazie alla trattazione di alcuni temi fondamentali; come se esistesse la consapevolezza del fatto che il passato sia superato e bisogni guardare al futuro. Ad esempio, dietro il tono ironico dei dialoghi, si cela il decadimento dell'aristocrazia contrapposto dell'ascesa dei borghesi, indicato sia dal confronto tra il vecchio Lord Warbeck e suo figlio Robert (il dialogo tra i due alle pp. 37-43 ne costituisce un ridicolo esempio), sia dalla situazione di isolamento della casa durante la bufera di neve. I personaggi appaiono più spaventati di ogni altra cosa dal dover tornare tra il resto del mondo e affrontare il Nuovo Ordine che li aspetta là fuori (pp. 156-159); si sentono inadeguati, fuori posto, come Lord Warbeck mentre osserva i propri terreni, all'inizio del cap. 3. "Svegliandosi dal suo sonno leggero di ammalato, [...] vide dalla finestra il prato, il giardino, il parco [...]. Ogni traccia di abbandono e di trascuratezza dei tempi recenti era scomparsa. Il viale correva liscio [...], la siepe presentava una superficie piatta e uniforme [...]. Un'illusione, naturalmente. Due giorni di disgelo avrebbero mostrato nuovamente i dossi, i vuoti e e erbacce - avrebbero mostrato [...] le grondaie rotte in almeno mezza dozzina di punti di quella vecchia casa" pensa costui, riflettendo sulla propria precaria situazione economica e sui tempi che corrono veloci verso un futuro in cui lui non ha posto; senza dimenticare i continui riferimenti alla nostalgia di un po' tutti i personaggi, i quali desidererebbero tornare indietro a un momento in cui tutto era sinonimo di felicità e serenità (ad esempio, alle pp. 21-23, 78, 93-95).

Da questa profonda riflessione ne scaturisce un'altra sul cambiamento storico e politico, la quale si snoda per tutto il romanzo e delinea il complesso rapporto tra le classi, ognuna ritratta da un diverso punto di vista. L'indebolimento del vecchio ordine, legato a un arrugginito sistema costituzionale, e una certa ridicola ansia nel voler mantenere tutto come un tempo (compreso il complesso e arrugginito sistema giuridico inglese), all'alba di una nuova era, mettono in mostra come ormai gli abitanti di Warbeck Hall vivano in un disperato anacronismo, inadeguati nei confronti dei rapporti tra gli individui (spesso ci sono riferimenti al rango sociale), incapaci di guardare avanti e costretti a una non-vita volta all'indietro, in cui le lamentele si fanno sempre più numerose ma suonano ormai vuote ("un traditore della sua classe, un traditore del suo paese" viene definito Julius da Robert a p. 40). Più di una volta il professor Bottwink, dalla sua posizione privilegiata di straniero, percepisce questo conflitto interiore (ai suoi occhi, tutti sembrano "ancora sotto il potere della mano morta del passato"), ma allo stesso tempo egli appare incapace di uscire dal ruolo di "sinistro figuro" che gli è stato affibbiato; il quale mette in mostra quanto il conservatorismo inglese di quel tempo potesse essere nocivo, se non addirittura razzista (vedasi il pensiero di Sir Julius, quando Bottwink paragona la pesca e l'amore: "lo guardò con evidente sorpresa. Quel buffo e piccolo straniero poteva essere quasi umano, allora"). In ogni caso, per fortuna, c'è una nota lieta in tutto ciò: alla fine Bottwink riesce ad affrancarsi quasi del tutto dal suo status e a diventare l'investigatore dilettante del romanzo, una delle figure più inglesi di sempre. Non solo: se si presta attenzione, ci si rende conto che, una volta superata la morte del secondo personaggio, viene come tracciata una linea divisoria tra antico e moderno, oltre la quale le tradizioni iniziano a non venire più rispettate del tutto, le apparenze futili cadono assieme alle maschere dei personaggi, e ognuno affronta i propri demoni (pp. 162, 163, 166, 185-190, 192-198, 209, 217, 219, 232) come a voler dire: "Lasciamoci alle spalle ciò che è stato e che non tornerà; ricordiamoci di quanto è accaduto, ma affrontiamo il presente guardando avanti". A mio parere, il cardine della narrazione resta proprio questo insolito miscuglio di elogio e, allo stesso tempo, critica del passato: dall'antiquato e ritratto con un certo trasporto sistema giuridico che Hare mette in mostra gradualmente nel corso della trama, alla condizione precaria dell'antica aristocrazia illustre, alla Storia classista però gloriosa del popolo inglese; tutto quanto viene da un lato dimesso per poi essere in qualche modo elogiato dall'altro, senza celebrazione gratuita, in quanto parte di un'eredità che appartiene ad ogni individuo in Inghilterra e non può essere rinnegata. Anche questo fa parte della Tradizione cui accennavo sopra, della quale gli inglesi vanno tanto fieri: non è pensabile smettere di perpetuarla, anche se ormai arretrata.

Alfred Gordon Clarke (alias Cyril
Hare), nato nel 1900 e morto nel 1958
Lo stesso Cyril Hare (pseudonimo di Alfred Gordon Clarke) fu una figura tanto controversa quanto i temi trattati in "Un Delitto Inglese". Nato nel 1900 a Mickleham, studiò Storia al New College di Oxford prima di intraprendere la professione forense a Londra. In concomitanza con il matrimonio, tuttavia, decise di intraprendere l'ulteriore pratica letteraria per incrementare le magre entrate che gli procurava il suo lavoro ed assunse uno pseudonimo che univa il nome della sua abitazione (Cyril Mansions) con il proprio luogo di lavoro (sito a Hare Court). Come Cyril Hare iniziò a scrivere racconti per il "Punch", finché nel 1937 riuscì a pubblicare con discreto successo il suo primo giallo, "Tenant for Death", in cui le indagini vengono affidate a un ispettore di Scotland Yard piuttosto convenzionale, Mallet. Quest'ultimo ricompare nel titolo seguente, "Death is no Sportsman", ma fu dal 1939 che l'attività letteraria di Hare si fece più originale: con "Suicide Excepted", infatti, egli cominciò a sfruttare la propria esperienza nel mondo giudiziario e della legge inglese per rinforzare intreccio e ambientazione dei suoi libri, dando sempre meno risalto alla figura di Mallet. Nel frattempo, ricoprì per qualche tempo il ruolo di judge's marshal e accompagnò un giudice itinerante con mansioni segretariali nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale; esperienza che gli sarebbe servita per dare vita al suo capolavoro, "Tragedy at Law", in cui fece la sua comparsa il suo investigatore per eccellenza: l'avvocato Francis Pettigrew, il quale avrebbe anticipato i "personaggi di carne e sangue" (come l'ha definito Martin Edwards) degli scrittori futuri. Pettigrew, infatti, risulta un individuo molto meno impostato e formale del tipico detective della Golden Age, interessato il giusto al denaro e disilluso, moderno e giusto, per il quale il delitto non è un gioco.

Grande appassionato di storia, di musica classica, di legge (come Michael Gilbert, ad esempio) e provetto oratore, nonché affetto da una "congenita e incurabile indolenza" che limitò la sua attività letteraria, Hare scrisse cinque romanzi con Pettigrew protagonista, che sommati a una trentina di racconti e agli altri rimanenti contano dieci esemplari della miglior crime story di stampo giudiziario, prima di morire nel 1958. Tra questi ultimi, l'unico a non presentare un investigatore di serie fu proprio "Un Delitto Inglese", il quale vide invece come deus ex machina l'insolita figura di uno storico ungherese, il professor Bottwink, e si può considerare il più "classico" dei gialli di Hare. Esso venne basato su "The Murder at Warbeck Hall", un radiodramma composto per la serie "Mystery Playhouse presents The Detection Club", scritto in un tentativo di raccogliere fondi per il Club e trasmesso dalla BBC assieme a:
  • The Murder in the Mews by Agatha Christie;
  • A Nice Cup of Tea by Anthony Gilbert;
  • Sweet Death by Christianna Brand;
  • Bubble, Bubble, Toil and Trouble by E. C. R. Lorac,
  • Where Do We Go From Here? by Dorothy L. Sayers.
Sempre Martin Edwards ha rivelato che, al momento della sua morte, Hare aveva iniziato a scrivere un nuovo romanzo con protagonista il dottor Bottwink; purtroppo però non riuscì a finirlo e non se ne farà mai nulla, poiché l'esiguo manoscritto rimasto incompiuto è talmente breve da rendere impossibile capire come si sarebbe sviluppata la trama. Ciò è un vero peccato, visto il calibro del primo libro di quella che si prospettava come una serie di qualità.

Certamente, la trama di "Un Delitto Inglese" ruota attorno a un complesso cavillo legale, oscuro ai più in Inghilterra e del tutto sconosciuto a chi come me vive in in altro Paese, che rende impossibile sciogliere l'enigma del movente prima dello svelamento finale; per non parlare dell'uso ingegnoso di insolite figure politiche come quella del Cancelliere dello Scacchiere e di passaggi storici difficili da comprendere. Eppure, la resa dell'ambientazione e dell'atmosfera nel suo insieme, grazie allo stile e a personaggi vividi, conferiscono a questo libro una marcia in più, che compensa in parte l'impossibilità di scoprire il motivo del gesto dell'assassino (il colpevole, in realtà, non è così imprevisto). Ben più di una semplice storia si cela tra le righe di "Un Delitto Inglese": c'è interesse nel tratteggiare i processi di indagine; c'è una certa pietà nei confronti di tutti gli attori sulla scena (compreso il colpevole); c'è voglia di dare originalità alla trama (l'uso stesso del professor Bottwink come investigatore è indice di ciò), di spiegare qualcosa che va oltre il racconto, in modo simile a quello adottato da Dorothy L. Sayers in "Il Segreto delle Campane", e di dimostrare che spesso serve qualcuno che viene da fuori per rendersi conto di come sta la situazione; c'è una forte denuncia verso il classismo becero e il nazismo. Ma soprattutto, in questo romanzo viene sottolineata l'importanza della Tradizione; anche se superata, quest'ultima resta uno strumento irrinunciabile che conserva un ruolo di primo piano per comprendere il futuro. È indispensabile guardare avanti, sembra suggerire l'autore, ma tralasciare del tutto ciò che abbiamo abbandonato dietro di noi può portare a risultati spiacevoli (anche a lasciare insoluti diversi omicidi, a quanto pare).

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venerdì 29 novembre 2019

# - Aggiornamenti dall'Approvvigionatore Letterario (Dicembre 2019 - Speciale Natale)

Salve a tutti, amici dell'Angolo dell'Approvvigionatore Letterario! Dopo dodici lunghi mesi, eccoci  quasi giunti al mio periodo dell'anno preferito; ovvero quello delle feste natalizie, che inizia con i primi giorni di Dicembre e termina con la fine di Gennaio. In realtà, sono convinto di non essere l'unico appassionato lettore a pensarla così, poiché questo momento si presta particolarmente al totale rilassamento accanto al fuoco: infatti, cosa c'è di meglio che prendere un romanzo fresco di stampa e tuffarcisi dentro da sotto una calda coperta, mettendo da parte per qualche ora tutte le preoccupazioni e la frenesia dei regali da fare? Senza dimenticare la visione di quei film confortevoli che tanto ci piacciono e ci coccolano. Lasciatemi sottolineare, però, che i fans della classica crime story si possono considerare un po' più fortunati degli altri, poiché vantano un'ulteriore tradizione grazie al cosiddetto "Christmas Murder Mystery", letterario e non; un vero e proprio sottogenere del giallo, che include storie in cui si miscelano con abilità fattori accoglienti e brutale violenza, dando vita a qualcosa di perversamente gradevole che vanta un enorme successo in tutto il mondo (non dimentichiamo i numerosi titoli pubblicati in seguito al fortunato "Sotto la Neve" in Inghilterra nel 2014). Si tratta di un'usanza che affonda le proprie radici molto indietro nel tempo e che, quindi, si vede rappresentata attraverso molte opere; forse fin troppe, tanto che si può finire per far confusione, al momento di scegliere le letture più opportune. Al fine di evitare tutto ciò, questo mese mi sono ripromesso di fornirvi uno stringato schema dei principali classici romanzi del mistero, a tema natalizio oppure semplicemente invernale, includendo le ultime novità da libreria ed edicola, in lingua italiana e inglese. Mi auguro che questa mia breve lista vi possa essere utile. Pertanto, bando agli indugi e iniziamo!

Copertina di "Trappola per Topi"
nell'edizione dei Classici del Giallo
Mondadori n. 325
Partendo con le classiche crime novels da libreria, bisogna menzionare innanzitutto tre libri di Agatha Christie editi da Mondadori: "Il Natale di Poirot", "Trappola per Topi" e "Il Caso del Dolce di Natale", contenuto nella raccolta omonima. Tutti sono diversi testi narrativi e prevedono un crimine a tema natalizio: nell'ordine, il primo è un romanzo su di un omicidio avvenuto all'interno di una famiglia, riunita per le feste ma divisa al suo interno da gelosie e invidie; il secondo una commedia teatrale in cui un omicidio, legato al tema della vendetta, si verifica in un ostello isolato dalla neve; e infine il terzo, un racconto, racconta di un furto, legato a un principe arabo, il quale vede un collegamento con il tradizionale ricevimento che ogni anno i padroni di casa allestiscono per alcuni ospiti. Si tratta di libri ormai entrati a pieno titolo nella tradizione (ad esempio, ogni anno io li rileggo quasi tutti), che non possono mancare in una collezione di tutto rispetto e che rappresentano la lettura ideale da fare in questo periodo dell'anno. Inoltre, ognuno si segnala per un motivo diverso: "Il Natale di Poirot" per essere uno dei migliori romanzi della Christie in cui avviene un "delitto impossibile"; "Trappola per Topi" per la capacità di irretire il lettore e di venire apprezzato da chiunque (non per niente, la commedia è la piece teatrale rappresentata più a lungo nella Storia); "Il Caso del Dolce di Natale" per l'accurata descrizione della preparazione delle attività festive, tratte dall'esperienza della sua stessa autrice. Se anche vi limitaste a leggere uno di questi volumi, vi assicuro che restereste comunque soddisfatti.

Copertina di "Il Segreto delle Campane"
nell'edizione della Polillo Editore
In secondo luogo, rimanendo sempre tra i classici compresi nell'offerta da libreria, vanno ricordati "Il Segreto delle Campane" di Dorothy L. Sayers e "Sotto la Neve" di J. Jefferson Farjeon, presentati da Polillo (anche se quest'ultimo è stato recentemente ripubblicato da Lindau col titolo "Morte nella Neve"). Rispetto a quelli della Christie, questi libri non sono molto conosciuti dal grande pubblico italiano; però, tra gli appassionati, restano opere di prim'ordine, se si è alla ricerca di una lettura invernale suggestiva. Il primo è il mio mystery preferito di sempre, quello che ha saputo afferrarmi e farmi riflettere di più: al di là dell'omicidio di uno sconosciuto, avvenuto in un paese della campagna inglese, e forse legato alla scomparsa di una collana di smeraldi, verificatasi molti anni prima, è soprattutto il racconto della vita quotidiana e delle vicissitudini del rettore Venables ad avermi affascinato, oltre all'inserimento di dettagliate digressioni, come quella del concerto campanario di fine anno durante una pesante nevicata (per saperne di più su questo libro, date un'occhiata alla mia recensione a riguardo). "Sotto la Neve", invece, si presenta come un giallo dalle grandissime premesse (non del tutto rispettate, ad essere sinceri) e un esempio lampante di quella che in Inghilterra è stata definita period novel; ovvero una storia suggestiva, ambientata in un'epoca passata, che ci riporta uno stile di vita lontano da quello contemporaneo, ma pieno di vivacità e adorabile proprio per il suo gusto vintage. Anche qui abbondano nevicate, sconosciuti che bussano alla porta, camere silenziose e coltelli privi di proprietario; se cercate una lettura leggera, questa fa al caso vostro.

Copertina di "Un Piccolo Omicidio di
Natale
" nell'edizione di Lindau Editore
Infine, restando ancora una volta al giallo britannico e comprendendo anche le edicole, ci sono alcuni esempi di classica crime story molto meno conosciuti, magari pubblicati recentemente solo in Italia, che meritano di essere sottoposti alla vostra attenzione. Soprattutto Polillo (ma non solo) ha dedicato alcune delle sue uscite alle feste natalizie: in primis le raccolte di racconti "Delitti di Natale" e "Altri Delitti di Natale", ma anche romanzi come "Il Canto di Natale" di Clifford Witting (membro del Detection Club ed autore molto apprezzato dalla critica), il quale narra la storia dell'omicidio di un cantore di carole, avvenuta alla vigilia delle feste. Lindau, invece, ha dato alle stampe tre volumi di genere: una ripubblicazione del "Sotto la Neve" sopracitato, "Natale con Delitto" di Mavis Doriel Hay (in cui, secondo consuetudine, un capofamiglia viene ammazzato nel corso di una riunione parentale per le feste, piccolo gioiello del giallo natalizio) e "Un Piccolo Omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan (di cui ho parlato qui il mese scorso). Sellerio ha fornito al pubblico "Un Delitto Inglese" di Cyril Hare, un altro classicissimo delitto natalizio tutto in famiglia, con tanto di maggiordomo austero, bufera di neve e casa di campagna. Chiudono la carrellata dall'Inghilterra un paio di titoli pubblicati molti anni fa ma che si possono trovare sul mercato dell'usato, "Quando L'Amore Uccide" di Nicholas Blake ("il più strano, più complicato, più melodrammatico caso" della carriera di Nigel Strangeways, in cui l'atmosfera invernale risulta pesantemente influenzata dal tema della vendetta) e "Le Tre Bare", un duplice delitto impossibile considerato il capolavoro deduttivo del dottor Fell e quello letterario di John Dickson Carr; insieme ai più recenti "Natale di Sangue", lo Speciale del Giallo Mondadori per il mese di dicembre che comprende "Il Do Tragico" di Augusto de Angelis, "Diario di un Assassino" di Leo Bruce e il racconto "Il Caso Chopham" di Edgar Wallace, e “Delitto in Bianco" di Christianna Brand, il quale è ambientato in un ospedale di guerra, durante l'inverno del 1940.

Copertina di "Morte al Telefono"
nell'edizione della Polillo Editore
Il "Christmas Murder Mystery", tuttavia, ha trovato terreno fertile non solo in terra di Albione, ma anche in America. Ultimamente non sono stati pubblicati molti volumi made in USA degni di nota; eppure, sono comunque numerosi i titoli che mi sento di consigliarvi per trascorrere un caldo Natale, venato da piacevoli brividi. Primo tra tutti, "Sangue sulla Neve" di Hilda Lawrence, in cui un investigatore viene convocato in una remota cittadina di montagna da un eccentrico archeologo, il quale desidera una guardia del corpo accanto a sé, mentre si trova ospite di una famiglia di amici. La neve cade fitta sul villaggio, e quando qualcuno sparirà senza lasciare tracce l'investigatore capirà che c'è qualcosa che non va. Oppure "Morte al Telefono" di Elizabeth Daly; si tratta di una storia che inizia con un criptico messaggio, raccolto da un postino e destinato al bibliofilo Henry Gamadge. Una richiesta d'aiuto dal membro di una famiglia che non si mescola alla società da moltissimo tempo, una trappola mortale in una casa di campagna, una veduta scomparsa sono i suggestivi ingredienti di questa affascinante storia di mistero e psicologia. Entrambi i volumi sono stati pubblicati da Polillo, mentre "Riservata Personale" di Mignon G. Eberhart e "Colpo di Grazia" di Ellery Queen sono stati messi a disposizione nel Giallo Mondadori diverso tempo fa. Se foste interessati, entrambi si possono trovare online: il primo è una storia di pura suspense, che vede ricadere una pesante eredità sulle spalle di una giovane ragazza, costretta a trovare la soluzione a un delitto irrisolto e ad impedire la consegna di cinque lettere ricattatorie (il tutto durante una tempesta di neve che paralizza trasporti e comunicazioni); il secondo, invece, rappresenta un tipico caso "alla Ellery Queen", con un enigma complesso e tradizionale che verte su un paio di gemelli separati alla nascita, una filastrocca per bambini e l'immancabile tormenta.

Copertina di "Death Comes at Christmas"
pubblicata dalla Vintage
Per finire, dopo essermi dilungato con i titoli italiani, ecco una rapida panoramica su quelli pubblicati in lingua originale. Segnalo innanzitutto "Murder in the Snow" e "Death Comes at Christmas" di Gladys Mitchell, entrambi resi di nuovo disponibili da Vintage nel 2017 e 2019 e caratterizzati da omicidi invernali: nel primo Mrs. Bradley (la zitella investigatrice), la quale ha deciso di trascorrere il Natale con il nipote nei Cotswold, indaga su strani eventi che si verificano nel bosco poco distante e su alcune lettere minatorie; nel secondo, invece, Mrs. Bradley si dirige nell'Oxfordshire per trascorrere le feste... per ritrovarsi tra i piedi il cadavere dell'avvocato locale, trovato vicino a un fiume. Morte naturale o violenta? Starà a lei scoprirlo. Per i tipi di Dean Street Press, invece, già da qualche anno sono stati pubblicati "The Night of Fear" di Moray Dalton (altro giallo da casa di campagna, in cui un signore cieco sostiene di essersi imbattuto in un cadavere durante una partita a nascondino) e "The Crime at the Noah's Ark" di Molly Thynne (in cui alcuni individui si vedono costretti a rifugiarsi in un ostello e ad affrontare un assassino mascherato), senza dimenticare "Dancing Death" di Christopher Bush (in italiano "Omicidio a Capodanno"). Chiudono la carrellata "Murder at Christmas", una raccolta di dieci racconti natalizi pubblicata da Profile Books, e due dei titoli festivi dati alle stampe dall'ottima British Library Crime Classics: "Portrait of a Murderer" di Anne Meredith (una storia affilata come un rasoio, in cui scopriamo ben presto chi sia il colpevole ma ne condividiamo così le angosce e i desideri), risalente al 2016, e "The Christmas Egg" di Mary Kelly (di cui ho già parlato qui), dato alle stampe quest'autunno.

Copertina di "The Night of Fear"
pubblicata da Dean Street Press
Non mi sembra proprio che ci manchi la scelta, eh? E non sarebbe neppure tutto qui. Ma finirei per esagerare. In ogni caso, spero che questo post vi sia utile per orientarvi tra le numerose crime novels natalizie e invernali. Come sempre, vi auguro buone letture all'insegna del giallo classico!

AGGIORNAMENTO del 5 Dicembre: Scopro ora che Locked Room International ha pubblicato "Locked Room Murders Supplement", un volume aggiuntivo al saggio capolavoro omonimo sui delitti della camera chiusa di Robert Adey. Si tratta di un supplemento ad opera di Brian Skupin (già curatore della raccolta di racconti "The Real of the Impossible"), con l’elenco completo dei titoli appartenenti a questo sottogenere dopo il 1991, fino al 2019, il quale comprende anche le opere escluse dalle edizioni precedenti, racconti, film televisivi e cinematografici e altri media. Con le letture natalizie non ha alcun collegamento, ma mi è sembrato giusto segnalare comunque la pubblicazione, visto che Three-a-Penny è seguito anche da alcuni amici appassionati di Carr & co. Come pure voglio ricordarvi i quattro romanzi editi da Mulatero Editore, ambientati in montagna e quindi più che adatti ad essere divorati mentre si sta al caldo. Alla prossima!

Copertina di "Locked Room Murders
Supplement" pubblicata da Locked Room
International
Link ai titoli consigliati su Libraccio:
"Il Natale di Poirot" di Agatha Christie;
"Trappola per topi" di Agatha Christie;
"Il caso del dolce di Natale e altre storie" di Agatha Christie;
"Il segreto delle campane" di Dorothy L. Sayers;
"Sotto la neve" di J. Jefferson Farjeon
"Delitti di Natale" di AA.VV.;
"Altri delitti di Natale" di AA.VV.;
"Il canto di Natale" di Clifford Witting;
"Natale con delitto" di Mavis Doriel Hay;
"Un piccolo omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan;
"Un delitto inglese" di Cyril Hare;
"Sangue sulla neve" di Hilda Lawrence;
"Morte al telefono" di Elizabeth Daly.

Link ai titoli consigliati su IBS:
"Il Natale di Poirot" di Agatha Christie;
"Trappola per topi" di Agatha Christie;
"Il caso del dolce di Natale e altre storie" di Agatha Christie;
"Il segreto delle campane" di Dorothy L. Sayers;
"Sotto la neve" di J. Jefferson Farjeon;
"Delitti di Natale" di AA.VV.;
"Altri delitti di Natale" di AA.VV.;
"Il canto di Natale" di Clifford Witting:
"Natale con delitto" di Mavis Doriel Hay;
"Un piccolo omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan;
"Un delitto inglese" di Cyril Hare;
"Sangue sulla neve" di Hilda Lawrence;
"Morte al telefono" di Elizabeth Daly.

Link ai titoli consigliati su Amazon:
"Il Natale di Poirot" di Agatha Christie;
"Il caso del dolce di Natale" di Agatha Christie;
"Trappola per topi" di Agatha Christie;
"Il segreto delle campane" di Dorothy L. Sayers;
"Sotto la neve" di J. Jefferson Farjeon;
"Delitti di Natale" di AA.VV.;
"Altri delitti di Natale" di AA.VV.;
"Il canto di Natale" di Clifford Witting,
"Natale con delitto" di Mavis Doriel Hay;
"Un piccolo omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan;
"Un delitto inglese" di Cyril Hare;
"Quando l'amore uccide" di Nicholas Blake;
"Le tre bare" di John Dickson Carr;
"Natale di sangue" di AA.VV. (sono ebook);
"Sangue sulla neve" di Hilda Lawrence;
"Morte al telefono" di Elizabeth Daly;
"Riservata personale" di Mignon G. Eberhart;
"Colpo di grazia" di Ellery Queen;
"Murder in the Snow" di Gladys Mitchell;
"Death Comes at Christmas" di Gladys Mitchell;
"The Night of Fear" di Moray Dalton;
"The Crime at the 'Noah's Ark" di Molly Thynne;
"Dancing Death" di Christopher Bush;
"Murder Under the Christmas Tree" di AA.VV.;
"Portrait of a Murderer" di Anne Meredith;
"The Christmas Egg" di Mary Kelly;
"Locked Room Murders Supplement" di Brian Skupin.

venerdì 2 agosto 2019

# - Il Ritorno dell'Approvvigionatore Letterario

Eccoci a un nuovo appuntamento con "L'Angolo dell'Approvvigionatore Letterario". Devo confessare che non pensavo di pubblicare un altro post di questo tipo prima dell'autunno; in estate, di solito, gli editori producono meno volumi di quanto facciano durante il resto dell'anno. Stavolta, invece, qualcuno di loro ci ha riservato qualche gradita sorpresa, oltre a confermare alcune delle anticipazioni che già vi avevo annunciato precedentemente. Meglio così; più libri ci sono, più noi lettori siamo contenti (anche se il portafogli lo è un po' meno).

Copertina di "Il Mistero della
Mano Mozzata" pubblicato da Lindau
Per prima cosa, la settimana scorsa (più precisamente, il 25 luglio) è stato dato alle stampe "Il Mistero della Candela Ritorta" di Edgar Wallace, da parte di Polillo. D'accordo; non si tratta di un inedito, come è stato per gli ultimi titoli che ci sono stati proposti, e Wallace non è un autore per cui impazzire in quanto ad enigma, visto che spesso le sue trame vertono verso l'avventuroso. Però, se serve anche questo tipo di romanzi per continuare ad averne, in futuro, altri più ricercati e prestigiosi, allora ben vengano. Inoltre, magari non tutti hanno già provato le sue storie, e poi non è detto che non si possa conciliare la passione per il delitto cerebrale con quello meno complesso. In ogni caso, per chi non avesse presente la vicenda trattata, si tratta della tipica situazione in cui un innocente, accusato di un delitto, deve essere scagionato da tutte le accuse dall'ispettore di turno (in questo caso T.X. Meredith di Scotland Yard).

Copertina di "La Ragazza del Kyushu"
pubblicato da Adelphi
In secondo luogo, Adelphi ha pubblicato proprio nei giorni scorsi un nuovo romanzo di Seicho Matsumoto, dal titolo "La Ragazza del Kyushu". Già tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018 questo editore aveva dato alle stampe il grande capolavoro di Matsumoto, "Tokyo Express", un noir che si svolgeva tutto sulle rotaie delle ferrovie giapponesi e che era comparso tempo addietro nel Giallo Mondadori, con il titolo "La Morte Viaggia in Treno"; e la stessa Mondadori, sulla sua scia, ha riproposto in tempi recenti pure "Come Sabbia tra le Dita", in cui l'ispettore di turno ripercorre la vita di uno sconosciuto per trovare il suo assassino. Stavolta, invece, si tratta di una storia di vendetta, che vede una giovane ragazza, chiedere l'aiuto di un famoso avvocato per la difesa di suo fratello, ingiustamente accusato di un crimine commesso, a suo dire, da altri. Il penalista, troppo occupato per prestare attenzione a un caso che probabilmente finirebbe per non poter nemmeno essere retribuito in modo adeguato, la allontana dallo studio. Mai l'avesse fatto; poco dopo il prigioniero muore, e da quel momento si mette in moto un meccanismo diabolico che non avrà più alcun arresto, nel tentativo di ripercorrere il caso, finché la giovane Kiriko non otterrà ciò che le spetta di diritto. Come avrete capito, si tratta di gialli "anomali", diversi da quelli a cui possono essere abituati gli amanti dell'enigma della "Golden Age" ma che affrontano tematiche sociali come i loro colleghi oltreoceano; eppure io ho letto entrambi i titoli che ho citato poco sopra, e vi posso assicurare che meritano la nostra attenzione; non fosse solo per l'atmosfera e le descrizioni al limite del sogno che vengono dipinte tra le pagine.

Per restare in tema di "scrittori giapponesi", l'ultima volta ho dimenticato di segnalare la serie (in corso di pubblicazione, visto che per il momento è apparso solo il primo) dei romanzi del detective Kindaichi di Yokomizo Seishi, per i tipi di Sellerio. La trama parla di "un doppio omicidio, un enigma della camera chiusa, un detective privato scostante, uno dei romanzi di fondazione del mystery nipponico, un classico di livello internazionale": non penso serva aggiungere altro per illustrare questo libro e invogliare il lettore a dargli una possibilità.

Copertina di "Il Detective Kindaichi"
pubblicato da Sellerio
Infine, ultimo ma non per importanza, il giorno 18 Lindau ha inaspettatamente pubblicato un altro libro di John Gordon Brandon, dopo "Un Urlo a Soho"; ovvero "Il Mistero della Mano Mozzata". Ora, questo autore è famoso per aver scritto una quantità esorbitante di romanzi gialli (più di cento, secondo la biografia riportata nel sito dell'editore), e spesso prolificità è sinonimo di resa di bassa qualità. In effetti, sia "Un Urlo a Soho" sia "Il Mistero della Mano Mozzata", sembrano avere a che fare con malavita organizzata, boss mafiosi, cinesi subdoli e altri cliché; eppure, in questo caso, ci troviamo di fronte a un crimine perpetrato in un ambiente che ha a che fare con l'egittologia (la casa, davanti a cui l'agente della squadra narcotici viene assassinato e viene ritrovata la mano mozzata del titolo, è quella del professor Farman e l'arma è un antico pugnale rituale). Io ho letto solo un altro giallo in cui questa scienza è stata protagonista, ovvero "L'Occhio di Osiride" di Richard Austin Freeman; e l'ho amato molto, sia per la trama sia per il coinvolgimento cui viene sottoposto il lettore nelle faccende riguardanti l'imbalsamazione dei corpi e simili faccende. Dopotutto, la Storia antica mi ha sempre interessato, e per questo motivo proverò a dare una possibilità anche a "Il Mistero della Mano Mozzata". Viste le premesse, se i cinesi non abbonderanno troppo, potrebbe rivelarsi un acquisto avveduto.

Queste sono le novità fresche di annuncio; per il resto, vi rimando al post precedente (qui il link) per le anticipazioni che vi ho già dato, con l'aggiunta di due aggiornamenti: ho saputo da fonti attendibili che "Il Mistero della Vetreria" di Margaret Armstrong (Le Assassine) uscirà verso la fine di settembre; mentre in ottobre Mulatero pubblicherà un altro giallo della serie alpinistica con Abercrombie Lewker. Insomma, direi che ci aspettano mesi pieni di buone letture; e se dovesse spuntare ancora qualcosa di nuovo, vi farò sapere. Buone letture!

Link ai titoli consigliati su Libraccio:
"Il mistero della candela ritorta" di Edgar Wallace;
"La ragazza del Kyushu" di Seicho Matsumoto;
"Tokyo express" di Seicho Matsumoto;
"Come sabbia tra le dita" di Seicho Matsumoto;
"Un urlo a Soho" di John Gordon Brandon;
"Il mistero della mano mozzata" di John Gordon Brandon;
"L'occhio di Osiride" di Richard Austin Freeman;
"Il detective Kindaichi" di Yokomizo Seishi.

Link ai titoli consigliati su IBS:
"Il mistero della candela ritorta" di Edgar Wallace;
"La ragazza del Kyushu" di Seicho Matsumoto;
"Tokyo express" di Seicho Matsumoto;
"Come sabbia tra le dita" di Seicho Matsumoto;
"Un urlo a Soho" di John Gordon Brandon;
"Il mistero della mano mozzata" di John Gordon Brandon;
"L'occhio di Osiride" di Richard Austin Freeman;
"Il detective Kindaichi" di Yokomizo Seishi.

Link ai titoli su Amazon:
"Il mistero della candela ritorta" di Edgar Wallace;
"La ragazza del Kyushu" di Seicho Matsumoto;
"Tokyo Express" di Seicho Matsumoto;
"Come sabbia tra le dita" di Seicho Matsumoto;
"Un urlo a Soho" di John Gordon Brandon;
"Il mistero della mano mozzata" di John Gordon Brandon;
"L'occhio di Osiride" di Richard Austin Freeman;
"Il detective Kindaichi" di Yokomizo Seishi.