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venerdì 4 dicembre 2020

# - Aggiornamenti dall'Approvvigionatore Letterario (Dicembre 2020 - Speciale Natale)

Cari amici dell'Approvvigionatore Letterario, bentornati al consueto appuntamento con le anticipazioni letterarie di genere giallo che più o meno ogni trenta giorni vi propongo. Con mia somma gioia, siamo arrivati anche quest'anno a dicembre e a un'occasione un po' speciale, per discutere dei migliori romanzi del mistero a tema invernale/natalizio da leggere in attesa, durante e (perché no?) dopo le feste, quando magari i nostri cari ce li hanno regalati. Già l'anno scorso, se ben ricordate, vi avevo consigliato alcune letture da fare in questo periodo dell'anno; e oggi voglio rinnovare la faccenda incrementando il numero di mysteries che potete sfogliare e divorare in attesa dell'arrivo di Babbo Natale e di Capodanno. Saranno perlopiù gialli in uscita in questo periodo, dato che gli editori italiani e internazionali si sono dati molto da fare nella pubblicazioni di titoli validi; ma conto di richiamare alla vostra mente pure qualche titolo degli anni passati. Per cui, come se fossimo a un ballo di Natale o a un veglione, diamo inizio alle danze!

Copertina di "Il Grande Libro dei Gialli di
Natale" pubblicato da Mondadori Oscar
Draghi

Per prima cosa, due raccolte edite da Mondadori. La prima è "Il Grande libro dei Gialli di Natale", curata da Otto Penzler (grande esperto mondiale di letteratura del mistero e fondatore dell'americana Penzler Publishing, di cui vi parlerò più avanti) e inserita nella sempre pregevole e stupenda collana degli Oscar Mondadori Draghi. Se ben ricordate e avete letto gli ultimi consigli che vi ho dato, in questa serie era stata già inserita un altro florilegio di racconti, curato sempre da Penzler, e dedicato al personaggio forse più celebre di tutti i tempi all'interno della crime story; quell'eccentrico e astutissimo segugio dilettante che ha stabilito la propria sede al 221/B di Baker Street, ha come spalla il buon John Watson e porta il nome di Sherlock Holmes. Ebbene, sulla scia di quella raccolta, Mondadori ha deciso di tradurre e portare nel nostro Paese pure questo enorme volume di racconti, tutti accomunati dal tema natalizio e (ovviamente) trattanti omicidi, furti, crimini disparati e disperati, in cui è coinvolto il vasto campionario del genere umano. Tra gli altri, vi segnalo in particolare questi racconti spesso già editi, ma comunque straordinari: "Il Caso del Dolce di Natale" di Agatha Christie, "L'Avventura della Bambola del Delfino" di Ellery Queen, "La Vigilia di Natale del Maggiordomo" di Mary Roberts Rinehart, "L'Avventura del Carboncino Azzurro" di Arthur Conan Doyle, "Serenata per un Assassino" di Joseph Commings, "La Mezzaluna Stregata" di Peter Lovesey, "I Cantori di Natale" di Josephine Bell, "Il Museo delle Cere" di Ethel Lina White, "Natale in Blu" di Peter Robinson, "La Sorella Bessie" di Cyril Hare, "Morte in Onda" di Ngaio Marsh, "Festa di Natale" di Rex Stout e "Ecco il Biglietto" di Mary Higgins Clark. Come avrete capito dai titoli che ho selezionato, si tratta di un gruppo di storie brevi molto variegato, che spazia del giallo più tradizionale possibile a quello umoristico, da quello della scuola dei duri al thriller e alla suspense, senza dimenticare gli autori contemporanei più celebri nel campo del giallo. Unico difetto di questa raccolta stupenda: il prezzo alto. Ma vi posso assicurare che, nel caso non possedeste già la maggior parte dei racconti che ho citato qui sopra, il gioco varrebbe la candela e la spesa sarebbe giustificata.

Copertina di "Nel Cuore dell'Inverno"
pubblicato da Oscar Mondadori

La seconda antologia di cui vi parlavo, invece, è dedicata ad Agatha Christie. E a chi, sennò? In Italia, infatti, è l'unica sulla quale Mondadori ha deciso di investire (almeno finora) e che può generare un qualche tipo di guadagno fin da subito. Un po' un peccato, ma noi non possiamo farci nulla. In ogni caso, si intitola "Nel Cuore dell'Inverno", è contenuta negli Oscar Mondadori e in Inghilterra e negli USA è già apparsa in libreria da qualche settimana, mentre da noi è arrivata più di recente. Essa raccoglie alcuni tra i racconti più celebri di tutta la storia del giallo anglosassone, quelli che in qualche modo hanno contribuito a rendere famosa nel mondo la loro autrice e, di conseguenza, già apparsi in altre forme in Italia e nel mondo. Pertanto, si tratta di una collezione di storie brevi che probabilmente avrete già in qualche forma. Tuttavia, mi è sembrata una buona idea inserirla tra i miei consigli, per due motivi. Il primo, è che comunque questi racconti sono molto piacevoli e divertenti: "L'Avventura del Dolce di Natale" è perfetto da leggere proprio il 25 dicembre, con il suo misto di ironia e misteriosa tensione; ma pure "La Casa Rossa", "Una Tragedia Natalizia" con Miss Jane Marple, "È Arrivato il Signor Quin" con tale personaggio, "Il Caso della Baia di Pollensa" non sono da meno. Il secondo, che era indispensabile per chiunque si stia avvicinando al genere, conoscere tali storie. Per cui, ecco spiegato come mai ho inserito qui questa collezione di dodici racconti stupendi e meravigliosi nella loro semplicità ingannevole. Farete la conoscenza di tutti i protagonisti principali nati dalla mente della Regina del Crimine, e vi immergerete in storie dove, accanto all'aria frizzante e al clima ideale per mettersi comodi in poltrona, davanti al camino, toccherete il volto più inquietante della stagione delle Feste.

Copertina di "Il Caso dell'Abominevole
Pupazzo di Neve" pubblicato da Giunti
Detto ciò, passiamo ai romanzi veri e propri. Per iniziare, vi segnalo immediatamente la pubblicazione in libreria di una delle storie più suggestive e affascinanti, tra quelle create dal genio del giallo sulla neve che fu Nicholas Blake. Pseudonimo di Cecil Day Lewis, questo signore fu nientemeno che Poeta Laureato, nominato dalla regina Elisabetta, oltre che critico letterario e scrittore impegnato nella lotta per i diritti civili della popolazione britannica. Soprattutto, però, per noi appassionati di classica crime story, Blake è stato autore di una serie di gialli incentrati sulla figura del segugio dilettante Nigel Strangeways, ispirato alla figura di W.H. Auden e dotato di incredibile perspicacia e ampia cultura. In questa occasione, Giunti ha riportato sugli scaffali "Il Caso dell'Abominevole Pupazzo di Neve", già edito in italiano nei Classici del Giallo Mondadori come "Misteri Sotto la Neve". Strangeways, in questa storia, si trova a dover indagare riguardo una strana seduta spiritica, tenutasi nel periodo appena precedente il Natale a Dower House, la magione di campagna della famiglia Restorick immersa nelle campagne di Easterham Manor, imbiancate queste ultime da un folto strato di neve e con le strade ormai ghiacciate. I Restorick, assieme ad alcuni amici, si sono riuniti laggiù per permettere ai bambini di giocare a costruire pupazzi di neve e per trovare un po' di ristoro dal caos cittadino; quando il gatto di famiglia sembra impazzire proprio mentre gli adulti stanno tentando di evocare lo spirito di un vescovo. Nigel sente che nell'aria c'è qualcosa che non va: i gatti, si sa, sono molto sensibili e per questo deve essere avvenuto sul serio qualcosa durante la seduta. In breve, i suoi timori divengono fondati; la mattina dopo il suo arrivo, infatti, la bella Elizabeth Restorick viene trovata impiccata nella sua stanza, nuda e con le labbra dipinte di rosso. Si tratta di suicidio, oppure dietro questa morte violenta si cela la mano di un misterioso omicida? Tra indizi discordanti e moventi a volontà, Strangeways dovrà mettere alla prova il proprio intuito per scoprire la verità. Un grande giallo classico che vi consiglio di recuperare, finché si può.

Copertina di "Sangue sul Monte Bianco"
pubblicato da Mulatero

Poi, un richiamo al mese scorso. Se ben ricordate, infatti, Mulatero ha pubblicato il nuovo romanzo di Glyn Carr, con protagonista il capocomico e segugio dilettante Abercrombie Lewker: "Sangue sul Monte Bianco". Io l'ho recensito la settimana scorsa, per cui se volete farvi un'idea di com'è, vi consiglio di leggere ciò che ho scritto a riguardo, orientandovi con la schermata sulla destra. In ogni caso, vi voglio assicurare che non potreste trovare miglior occasione per addentrarvi nel mondo suggestivo che Carr descrive sempre nei suoi gialli: quello dell'alpinismo declinato al romanzo del mistero. Ecco perché, a distanza di solo una settimana, ho deciso di fare questo appunto. Provare per credere, ma penso che mi ringrazierete.

Copertina di "Morte a Linwood Court"
pubblicato da Lindau

Adesso ci spostiamo ancora una volta da un editore a un altro, ed è giunto il turno di Lindau. Come ormai avrete capito, esso dedica ogni uscita autunnale/invernale proprio a un mystery i cui protagonisti siano il Natale, la neve oppure tutti e due. Ha iniziato con "Natale con Delitto" di Mavis Doriel Hay, ha proseguito con "Morte nella Neve" di J. Jefferson Farjeon e "Un Piccolo Omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan, e quest'anno ha aggiunto alla schiera un altro giallo di questo tenore. Si tratta di "Morte a Linwood Court", scritto da una certa Mary Durham della quale non si sa assolutamente nulla, se non che è autrice di una serie di libri del mistero creati tra gli anni 1945 e 1952, spesso con protagonista l'ispettore York di Scotland Yard. Io lo ho finito la settimana scorsa, e vi posso assicurare che si candida ad essere IL giallo classico di questo Natale. Infatti, esso narra la triste storia del matrimonio tra la giovane e bella Jean Kennet e il dispotico e ipocondriaco Sir Philip Linwood, i quali ormai stanno assieme per inerzia e sono sul punto di impazzire: lui a causa di una nevralgia che non gli dà tregua, e lei per la perversa indole del marito. Si sta avvicinando il Natale, e Jean implora disperatamente suo fratello Archie di venire a trascorrere le feste nella grande casa di campagna del titolo, dove Linwood ha instaurato il proprio regime di terrore, e di portare con sé l'amico d'infanzia Freddie Barrington. Laggiù, nella triste atmosfera del ponte tra il 25 dicembre e i primi dell'anno nuovo, saranno presenti altri ospiti, come un celebre neurochirurgo e un cugino di Philip, oltre agli affittuari del villino all'entrata della tenuta e una serie di loro parenti più o meno lontani. Tra questi ultimi, c'è un avvenente giovanotto della Marina al quale Jean si sente affine, ricambiata. Oh, se solo Philip morisse e la lasciasse libera, invece di tenerla in pugno come il resto della servitù! ...E come in un bizzarro miracolo, proprio la sera di Natale il baronetto va incontro a una fine violenta per mano di un misterioso assassino. Il colpevole è forse uno dei partecipanti a una divertente caccia al buio? Toccherà all'ispettore York, affiancato dai suoi sottoposti, trovare il bandolo della matassa. Questo è il classico giallo di Natale, senza avere chissà quali pretese per essere un capolavoro, ma perfetto per ingannare il tempo accanto alla stufa, divertendosi.

Copertina di "La Scatola Mortale" pubblicato
da Polillo/Rusconi

Gli ultimi romanzi in lingua italiana che vi segnalo, infine, sono nientemeno che due nuovi Bassotti Polillo. Dopo la pausa forzata dovuta al COVID, infatti, presumo che Rusconi sia intenzionata a smaltire i titoli che erano stati annunciati e poi sospesi a causa della pandemia, e per questo stia dando fondo alle sue risorse per portarli in libreria il prima possibile. E devo dire che tutto ciò è un bene, per noi appassionati, dal momento che ci stiamo rifacendo con gli interessi del magro bottino di quest'anno. Dopo "Il Capanno sulla Spiaggia" di Milward Kennedy e "Uno Dopo l'Altro" di A.G. Macdonell, ecco dunque pronti per essere letti "La Scatola Mortale" di Basil Godfrey Quin e "Il Rompicapo" di Lee Thayer. Il primo si apre con una scena ad effetto: quattro figure mascherate sono sedute attorno a un tavolo, sul quale arde una candela come unica fonte di luce. Un altro individuo, stavolta senza maschera, è in piedi accanto agli altri suoi compagni e sta tenendo un discorso. Egli è soddisfatto di quelle che definisce "le credenziali" di ognuno dei presenti; vuole bandire un sorteggio per l'elezione di un nuovo presidente, e chiede a tutti di scegliere un foglietto tra quelli che tiene in mano: chi troverà la croce, sarà in carica per la riunione di quella sera. Dopo che l'ultimo della serie ha trovato il biglietto segnato, c'è un passaggio di consegne e il presidente uscente dà a quello entrante una scatola piatta in acciaio, delle dimensioni di un libro: "la proprietà che mi è stata affidata", aggiunge. Di cosa si tratterà? Sarà forse la scatola mortale del titolo? Per scoprirlo, non vi resta che leggere questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1929 e con protagonista un tizio con un nome tutto un programma: James Clarkson-Parry.

Copertina di "Il Rompicapo" pubblicato da
Polillo/Rusconi

Il secondo titolo, invece, è una rarità da non lasciarsi sfuggire. Esso narra la storia di Peter Clancy, famoso investigatore che è stato invitato a trascorrere alcuni giorni in casa di amici, per pescare e allontanarsi dal suo lavoro. Quando è tutto pronto per la scampagnata, tuttavia, uno dei partecipanti non si presenta nel luogo convenuto, e dopo una breve attesa, il resto del gruppo va a cercarlo. Ciò che trova, tuttavia, è il cadavere di uno sconosciuto, giacente poco lontano dalla casa. Chi è, e come mai si trova lì, dal momento che quella è proprietà privata? Ma soprattutto: come è stato ucciso, visto che il suicidio è escluso e sulla neve che ricopre il terreno tutto attorno non c'è nemmeno un'impronta? Questo delitto impossibile farà la gioia degli appassionati, e presto lo recensirò per voi.

Copertina di "Mortmain Hall" pubblicato
da Head of Zeus

Detto ciò, mi resta ben poco da consigliarvi; accennerò soltanto a un paio di titoli. Il primo è l'edizione economica, per Head of Zeus, di "Mortmain Hall" di Martin Edwards, la seconda avventura dell'investigatrice Rachel Savernake. A proposito, avevo già parlato qui; per cui dateci un'occhiata, se vi stuzzica la mia opinione secondo cui "Mortmain Hall" sembra proprio essere un romanzo straordinario. Dopotutto, dal presidente in carica del Detection Club non mi sarei aspettato niente di meno. Se anche in Italia qualche editore si rendesse conto di quanto questi libri siano intriganti, sono sicuro che sarebbe una gioia per tutti i lettori appassionati di romanzi del mistero; rinnovo la speranza che prima o poi arrivi una traduzione nella nostra lingua.

Copertina di "Vultures in the Sky"
pubblicato da Penzler Publishing

Il secondo, invece, è il nuovo giallo di Penzler Publishing, editore a cui ho accennato all'inizio di questo post. Stavolta, non 'è alcun riferimento al Natale o all'inverno; anzi, troviamo una storia che è ambientata nientemeno che nel deserto sul quale corre il treno diretto tra Laredo e Città del Messico. In "Vultures in the Sky" di Todd Downing, infatti, è in questo contesto che si svolge il mistero. Pubblicato in italiano da Polillo col titolo "L'Incredibile Viaggio", esso narra del sorprendente omicidio di un viaggiatore nella carrozza di prima classe del convoglio, scoperto quando quest'ultimo emerge da una lunga galleria. A dire la verità, in un primo momento gli altri suoi compagni di viaggio pensano si sia trattato di un infarto; ma Hugh Rennert, agente del Dipartimento del tesoro americano, è convinto che la causa della morte sia un'altra. Nella mattinata è stato messo in allarme dalla confidenza di un altro passeggero, il quale gli ha confidato come la moglie avesse udito una strana conversazione tra sconosciuti. "Se non ubbidisce, farò saltare il treno" aveva promesso uno dei due, aggiungendo alcune parole prive di senso. Per questo, Rennert decide di fare qualche discreta indagine, mentre il paesaggio fuori dal finestrino si fa sempre più lugubre e solitario. E iniziano pure a capitare strani incidenti: dopo l'iniziale minaccia di uno sciopero, scompare un tagliacarte affilato, oggetti senza valore vengono ritrovati sul pavimento della carrozza, una cappelliera viene spostata... fino a che si verifica un guasto alla locomotiva e il convoglio si ferma nel bel mezzo del deserto. E lì l'assassino torna a colpire... Insomma, se non lo aveste capito, questo romanzo è una bomba. E per giunta, se non volete leggerlo in inglese, potete procurarvi l'edizione italiana e godere del variegato cast di personaggi, oltre a immergervi in un libro che sfrutta al meglio gli aspetti più celebri del classico giallo della Golden Age, nonostante la sua declinazione all'americana.

Bene, con questo dovrei avervi detto tutto. Approfitto già dell'occasione per augurarvi un buon Natale e un felice anno nuovo (ma se continuerete a seguire Three-a-Penny ci saranno altre occasioni). Nel frattempo, ci vediamo alla prossima!

Copertina di "Caccia al Tesoro"
pubblicato negli Speciali del Giallo
Mondadori

P.S.
Scioccamente stavo dimenticano proprio un pezzo da novanta. Non vi ho detto, infatti, che nel Giallo Mondadori da edicola questo mese troviamo alcuni titoli molto interessanti. Innanzitutto, nei Classici vediamo il ritorno del celebre Perry Mason in "Perry Mason e la Sveglia Sotterrata", di Erle Stanley Gardner; un'avventura senza lode senza infamia, dove l'avvocato fa del suo meglio per scagionare il proprio cliente. Sappiate che nel mistero c'entra una misteriosa sveglia, sepolta nel giardino della villetta di un banchiere, la quale segna un ritardo nell'orario di venticinque minuti. Ha forse a che fare con i cadavere di un uomo, rinvenuto nello stesso luogo poco dopo? Il singolare ritrovamento dell'orologio passa in secondo piano, di fronte allo sconvolgimento della popolazione del piccolo villaggio di montagna; ma per Perry Mason c'è qualcosa di ben definito in tale scoperta. La vittima era un cacciatore di dote che, dopo aver sposato la figlia del banchiere, ha inanellato una serie di inganni e ricatti che coinvolgevano il genero. Forse tutto ciò può essere importante? Mason lo scoprirà nel corso dell'intricata indagine... In secondo luogo (e questa era la segnalazione importante), per Natale arriverà pure il consueto Speciale del Giallo, il quale contiene due romanzi e un racconto. E il primo di questi titoli è nientemeno che una nuova avventura di A.G. Macdonell, l'autore di "Uno Dopo l'Altro"! Sotto lo pseudonimo di Neil Gordon, troviamo infatti "L'Eredità Introvabile", traduzione di "The Shakespeare Murders", ultima prova dell'autore. L'avventuriero Peter Kerrigan, a spasso per Euston Road, assiste a un furto in diretta: un ladro deruba un uomo del proprio portafogli e fugge nella sua direzione. Con un gesto rapido, Peter recupera il maltolto e, incuriosito, ne controlla il contenuto per assicurarsi che nulla sia stato trafugato, trovando al suo interno una lettera scritta dal fratello del derubato, il quale menziona una cifra faraonica. Costui, tuttavia, risulta scomparso. Che fine ha fatto tale tranquillo bibliotecario? Inizierà così una rocambolesca caccia al tesoro, costellata di inganni e omicidi. Il secondo romanzo, invece, è "Il Voto del Capitano" di A.E.W. Mason, una storia sulla disavventura del capitano Crowther, alle prese con uno zaffiro di incalcolabile valore, rubato a un tempio birmano e (ovviamente) portatore di sventure. La particolarità della storia, diciamo, sta nel fatto che in essa faccia capolino per un breve momento l'ispettore Hanaud; per il resto, è un divertente racconto più di avventura che giallo. Per concludere, troviamo un racconto inedito in Italia di J.S. Fletcher, dal titolo "La Farfalla dei Massingham", il quale narra dei risvolti misteriosi di un furto del coleottero del titolo, un gioiello in diamanti. Come avrete capito, il tema attorno al quale ruota lo Speciale è la "Caccia al Tesoro": qualcosa di insolito, perlomeno. Io vi consiglio di procurarvelo soprattutto per il Neil Gordon. Detto questo, vi saluto di nuovo!

Copertina di "Perry Mason e la Sveglia
Sotterrata" pubblicato nei Classici del
Giallo Mondadori

Link ai titoli consigliati su IBS:
"Il grande libro dei gialli di Natale" curato da Otto Penzler;
"Nel cuore dell'inverno" di Agatha Christie;
"Sangue sul Monte Bianco" di Glyn Carr;
"Morte a Linwood Court" di Mary Durham;
"La scatola mortale" di Basil Godfrey Quin;
"Il rompicapo" di Lee Thayer;
"Mortmain Hall" di Martin Edwards;
"L'incredibile viaggio" di Todd Downing.

Link ai titoli consigliati su Libraccio:
"Il grande libro dei gialli di Natale" curato da Otto Penzler;
"Nel cuore dell'inverno" di Agatha Christie;
"Sangue sul Monte Bianco" di Glyn Carr;
"Morte a Linwood Court" di Mary Durham;
"La scatola mortale" di Basil Godfrey Quin;
"Il rompicapo" di Lee Thayer;
"L'incredibile viaggio" di Todd Downing.

Link ai titoli consigliati su Amazon:
"Il grande libro dei gialli di Natale" curato da Otto Penzler;
"Nel cuore dell'inverno" di Agatha Christie;
"Sangue sul Monte Bianco" di Glyn Carr;
"Morte a Linwood Court" di Mary Durham;
"La scatola mortale" di Basil Godfrey Quin;
"Il rompicapo" di Lee Thayer;
"Mortmain Hall" di Martin Edwards;
"Vultures in the sky" di Todd Downing;
"L'incredibile viaggio" di Todd Downing;
"Perry Mason e la sveglia sotterrata" di Erle Stanley Gardner;
"Caccia al tesoro" di AA. VV.

venerdì 3 luglio 2020

# - Aggiornamenti dall'Approvvigionatore Letterario (Luglio 2020)

Cari amici dell'Angolo dell'Approvvigionatore Letterario, bentornati al momento delle anticipazioni sui titoli gialli in uscita in edicola e libreria. Ormai è passato un anno dalla fondazione di Three-a-Penny (un vero evento, visto che non avevo idea se avrei proseguito nella pubblicazione di post dopo settembre 2019, reso possibile dalla vostra gentilezza), e sebbene non sia riuscito ad esaudire tutti i desideri che avevo legati a questo progetto, almeno mi sono divertito a scrivere per voi. Spero di ampliare il mio circolo di lettori e (perché no?) di invogliarvi a comprare qualche bel libro tra quelli consigliati. In ogni caso, spero che mi seguirete ancora in futuro e nel pieno di questa nuova estate; estate per modo di dire, visto che dalle mie parti le temperature sono ancora piacevolmente basse rispetto alle medie stagionali. Come ogni anno, anche stavolta gli editori dovrebbero star iniziando a pregustare le imminenti vacanze estive, allo stesso modo di tutti noi. Eppure, sebbene sia iniziato il mese di luglio, per il momento ho ancora in serbo per voi numerose notizie riguardo il mondo della crime story classica, in corso di pubblicazione in Italia: ho come l'impressione, infatti, che alcune case editrici stiano recuperando le mancate uscite dei primi mesi dell'anno, causate dall'epidemia di Coronavirus che, per fortuna, al momento sembra essersi perlomeno ridotta. Quindi, almeno per gli appassionati di giallo classico, si preannuncia un periodo soddisfacente. Ma bando ad altri indugi, e andiamo a vedere cosa ci aspetta nelle prossime settimane.

Copertina di "Il Baule
della Morte" pubblicato
da Lindau Edizioni
Innanzitutto, vi voglio segnalare l'uscita (il 16 luglio) di un nuovo romanzo giallo per 
Lindau Edizioni. Forse la pubblicazione di "Un Piccolo Omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan ha riscosso un discreto successo, o forse soltanto gli agenti detentori dei diritti dell'autrice hanno concesso questi ultimi accorpati; fatto sta che, nei prossimi giorni, se tutto va bene vedremo il secondo dei quattro libri che Morgan scrisse tra il 1944 e il 1947: ovvero, "Il Baule della Morte". Si tratta di una storia che, come era accaduto per il suo giallo natalizio, mette insieme alcuni elementi del romanzo del mistero all'inglese con quello all'americana, poiché narra una duplice vicenda incentrata su di un corpo rinvenuto all'interno di una scatola e sulla scomparsa di una giovane signora. Tuttavia, allo stesso tempo, ci troviamo davanti a un'intreccio molto differente, poiché basato su elementi del tutto capovolti rispetto all'altro romanzo. Dall'inverno passiamo all'estate, e dalla campagna ci trasportiamo a Londra, a seguire le avventure di Joe Trayne, agiato proprietario di un club del West End, il quale si sta occupando dei propri affari quando viene avvicinato da una donna. Quest'ultima, in evidente stato di preoccupazione, lo invita con insistenza a seguirla fino al suo appartamento dove, a suo dire, si trova il cadavere di un uomo. Trayne, da gentiluomo quale è, decide di andare in suo soccorso e si affretta ad esaudire la richiesta, recandosi fino alla casa della donna e trovando in effetti il corpo di un uomo privo di vita. Eppure, i guai sono appena iniziati. ben presto, infatti, la signora scompare senza lasciare traccia e Trayne si ritrova con un cadavere sulle spalle (più precisamente, nella scatola del titolo). Il gentiluomo non intende essere coinvolto in alcun tipo di scandalo, pertanto decide di allontanarsi dalla scena del crimine il più in fretta possibile e di farvi ritorno con qualche rinforzo... Peccato solo che, una volta recuperato un altro signore e ritornato all'appartamento, il proprietario del club scopra come il corpo del reato sia scomparso assieme alla scatola. Ma c'è di più: infatti, la donna misteriosa ricompare e, stupita più che mai dal racconto di Trayne, ribadisce di non sapere proprio nulla sul cadavere nella scatola e sull'assurda storia che egli sta raccontando. Da qui si dipana una storia complicata, in cui si intrecciano molte figure sinistre e, ovviamente, una certa scatola continua a comparire e scomparire. Nonostante sia presentato come un romanzo giallo dalle atmosfere hard-boiled, le premesse promettono molto bene; spero che anche l'enigma e l'intreccio saranno all'altezza delle aspettative. Vi farò sapere.

Copertina di "Il Mistero della Donna
Tatuata" pubblicato da Einaudi

In secondo luogo, mi è giunta notizia che il 7 luglio Einaudi pubblicherà "Il Mistero della Donna Tatuata" di Takagi Akimitsu. Si tratta di una storia che, sulla falsa riga di "Gli Omicidi dello Zodiaco" di Soji Shimada, ci porta nel suggestivo mondo orientale del Giappone, la patria della nuova Età dell'Oro del giallo ad enigma. Non penso di esagerare, quando faccio una simile affermazione: infatti, a detta di moltissimi critici, l'eredità della classica crime story inglese è stata raccolta proprio nei paesi del Sol Levante, dove gli elementi che fecero grandi gli autori del calibro di Sayers e Christie sono riusciti a mettere nuove radici e a mescolarsi abilmente con i caratteri del romanzo fittizio della tradizione nipponica. In piccola parte, basta pensare alla famosissima serie sul "Detective Conan" che a trovato anche in Italia un pubblico solido, fin da molti anni fa, ed è nata proprio laggiù, sviluppando un mondo che si rifà agli enigmi della scuola inglese degli anni '30-'40. In ogni caso, il libro di Takagi Akimitsu tratta dell'omicidio di Kinue Nomura, una donna che è sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale per poi essere assassinata proprio nel bel mezzo di Tokyo, all'interno di una stanza chiusa dall'interno. Il delitto presenta caratteristiche particolarmente feroci e atroci, dal momento che il corpo di Kinue è stato smembrato e i tatuaggi che lo ricoprivano sono stati dispersi, e il giovane medico Kenzo Matsushita non capisce perché sia stato necessario straziare il cadavere della donna in quel modo. Lui è stato il primo a capitare sulla scena del reato, e sente di dover andare fino in fondo alla faccenda; anche solo per assistere suo fratello, l'investigatore incaricato del caso. Eppure, l'interesse di Kenzo per la faccenda non si limita a una certa curiosità professionale: in segreto, infatti, egli era l'amante di Kinue, e questo non potrà che portare una lunga serie di guai al giovane dottore, il quale si ritroverà coinvolto nel caso più di quanto immaginasse, avvolto da serpenti figurati come quelli che un tempo adornavano il busto della giovane vittima. Una storia moderna, ma che contiene tutti gli ingredienti che riusciranno a soddisfare il più purista tra gli appassionati di giallo ad enigma.

Copertina di "L'Opale di Nonio"
pubblicato nei Classici del Giallo
Mondadori

Infine, vorrei concentrare l'attenzione sulle pubblicazioni da edicola del mese, da parte del Giallo Mondadori. Luglio, infatti, ci riserva una quantità notevole di titoli, interessanti non solo per il loro essere insoliti, ma anche per la varietà. Ad esempio, tralasciando la Serie Regolare e la sua appendice Oro (dedicate all'ennesimo titolo di Anne Perry sulla serie dell'ispettore Pitt, che non amo molto, e a un'esordio italiano, del quale purtroppo non conosco abbastanza da poter esprimere un giudizio), nei Classici del Giallo troviamo "L'Opale di Nonio" di Jackson Gregory, autore quasi sconosciuto dal bacino di appassionati del giallo classico ma non per questo poco meritevole, nato e vissuto in California e dedito alla scrittura di western e mysteries. Di questo romanzo giallo, sono riuscito a trova ben poche informazioni, a parte il fatto che venne pubblicato da Mondadori nei lontani anni '30 (è quindi rarissimo) e che esso era uno tra i romanzi gialli favoriti dai grandi critici italiani del genere. La sua trama ruoterebbe attorno ad alcuni strani eventi che si sono verificati in un edificio sulle rive del lago Tahoe (la casa del titolo originale), appartenuto a un pazzo visionario che è sparito nel nulla in modo improvviso. La scomparsa, come scopriremo, pare legata a una strana gemma leggendaria, quel famoso Opale appartenuto al senatore Nonio e fonte di una disputa tra questo personaggio e nientemeno che Marco Antonio; all'investigatore di turno compiere le dovute indagini per sbrogliare la matassa. Per il resto, non sono riuscito a rintracciare altro, se non che "L'Opale di Nonio" è la prima opera di genere che Jackson scrisse, nella quale compare lo stesso investigatore che sarà protagonista di un secondo romanzo dell'autore ("La Vittima Sconosciuta", pubblicato alcuni anni fa da Elliot), Paul Savoy. Per quanto mi riguarda, anche solo per la sua rarità, io non mi farò di certo sfuggire questo libro; e poi mi incuriosisce il fatto che esso sia scomparso dagli scaffali per così tanti anni: si tratta di una storia scadente? Ho come l'impressione che sia simile ai libri giallo-avventurosi di A.E.W. Mason. Comunque, vi saprò dire. Passiamo ai Classici Oro, dove troviamo anche quest'anno un titolo di Augusto de Angelis, il padre del giallo all'italiana: ovvero, "Giobbe Tuama & C.". Stavolta, il commissario De Vincenzi, protagonista della serie dell'autore, si trova alle prese con un delitto avvenuto nientemeno che alla Fiera del Libro di Milano, durante l'epoca fascista. Sotto la loggia del Palazzo della Ragione, un uomo come tutti gli altri vende libri agli appassionati dalla sua bancarella. Poco dopo, quello stesso individuo viene trovato strangolato, senza che ci sia alcun movente credibile a giustificare il suo assassinio. Cosa si nascondeva nella vita di quell'ometto semplice? Forse il delitto è legato a un caso simile, avvenuto però all'Hotel d'Inghilterra, in circostanze ben più elevate in senso sociale. De Vincenzi sospetta che ci sia sotto qualcosa, e si impegna a scoprire la verità mentre il cielo scuro e minaccioso copre la città di Milano come una cappa soffocante. Per ultimo, ma non certo per importanza, vi segnalo inoltre "Omicidi nel Villaggio", lo Speciale del Giallo curato dal sempre lodevole e capace Mauro Boncompagni per il mese di luglio. Ancora una volta, troviamo tre titoli (due romanzi e un racconto) a comporre il trittico raccolto nel volume: "L'Omicidio di Norton Manor" di Georgette Heyer, incentrato sull'omicidio di un maggiordomo di una grande casa, ritrovato in una Austin Seven in una strada fuori mano; "La Morte nel Villaggio" di Edmund Crispin, dove un individuo si diverte a scrivere lettere malevole e anonime agli abitanti di un villaggio di campagna, dove poi avverrà un efferato delitto; "La Moglie del Dottore" di Leo Bruce, in cui il personaggio cardine è proprio la donna del titolo. Benché non abbia ancora letto nessuna di queste opere, vi posso assicurare che quella di Crispin merita (lui era specializzato in omicidi impossibili, alla maniera di quelli di John Dickson Carr, e ciò che ho colto da altre letture fa ben sperare) e che promette bene pure il romanzo di Heyer, con la sua ambientazione signorile e un po' retrò.

Copertina dell'edizione in corso di
pubblicazione da parte della Penzler
Publishing

Per quanto riguarda le uscite in lingua inglese, invece, vi segnalo tre titoli. Il primo è la ripubblicazione in lingua originale, il 9 luglio per i tipi di Penzler Publishers, di un romanzo giallo straordinario che personalmente ho già recensito: "The Red Right Hand" di Joel Townsley Rogers (tratto in Italia col titolo "La Rossa Mano Destra"). Quali parole spendere ancora riguardo questo libro, oltre a ciò che ho detto in occasione della mia recensione (che trovate a questo link)? Si tratta di uno tra i capolavori del genere, un tour de force che tratta l'allucinata storia di un dottore americano, Henry Riddle, il quale si ritrova per caso invischiato in un'indagine da incubo, nella quale sono coinvolti una coppia di sposini e un misterioso e terrificante vagabondo. La coppia ha caricato in macchina quest'ultimo, quando all'improvviso egli si è trasformato in un assassino ed è fuggito a bordo dell'auto, portandosi dietro il cadavere della controparte maschile della coppia, Inis St. Erme. Eppure, nonostante tutti abbiano visto il bolide grigio-rosso sfrecciare a una velocità spaventosa tra le case di una strada di collina, nessuno riesce a capire che fine possano aver fatto l'omicida e l'assassinato. Riddle capisce che soltanto ripercorrendo tutti gli avvenimenti della giornata sarà possibile scoprire la verità; e così il lettore viene accompagnato passo passo in mezzo ad uccisioni e spaventose evocazioni di figure inquietanti, fino alla sconcertante verità che, come in un giallo che si rispetti, è sempre stata sotto gli occhi di tutti. Ovviamente, il mio consiglio vivissimo è di procurarvene una copia (oppure di recuperare la traduzione italiana).

Copertina di "Bodies from the Library
3" di Tony Medawar

Il secondo titolo, invece, riguarda la terza raccolta di racconti "oscuri" e dimenticati curata dall'esperto Harry Medawar, che doveva essere presentata (come da alcuni anni a questa parte) in occasione della conferenza d'oltremanica "Bodies from the Library", ma stavolta ci si limiterà a metterla in vendita e a pubblicizzarla attraverso alcuni post come questo. Il titolo di questo libro prezioso è "Bodies from the Library 3", sarà pubblicato da Harper Collins il 9 luglio e conterrà numerosi racconti mai raccolti in altri volumi, tra cui uno di Ngaio Marsh (l'autrice neozelandese inserita tra le quattro Crime Queens) e un altro di John Dickson Carr, l'indiscusso Maestro del Delitto della Camera Chiusa. Tra gli altri 16 autori, troviamo Stuart Palmer e Hildegarde Withers, Anthony Berkeley e Roger Sheringham, Agatha Christie ed Hercule Poirot, Cyril Hare e il radiodramma da cui fu tratto "Un Delitto Inglese", oltre a Dorothy L. Sayers, Ethel Lina White, Nicholas Blake e lo stesso William Collins, l'editore fondatore della collana Crime Club. Ovviamente, vi consiglio di procurarvi questo volume, insieme agli altri due precedenti.

Copertina di "The Man Who Didn't Fly"
pubblicato dalla British Library Crime
Classics

La seconda uscita in lingua inglese, invece, riguarda la sempre ottima British Library Crime Classics, la quale il giorno 10 pubblicherà "The Man who didn't Fly" di Margot Bennett. Quest'autrice non è molto famosa per i suoi romanzi gialli tra il grande pubblico, dal momento che si divise tra più generi senza affermarsi in uno specifico. Eppure, fu tra gli sceneggiatori del celebre telefilm britannico "Maigret" del 1960, e può vantare al suo attivo un paio di titoli di genere niente male: "Qualcuno dal Passato", pubblicato anni fa nel Giallo Mondadori e vincitore del Gold Dagger Award, e questo romanzo in corso di ripubblicazione, il quale tratta una storia affascinante e curiosa. A quanto pare, quattro uomini si organizzano per effettuare un volo verso Dublino, e per una serie di cause tutte da accertare l'aeroplano precipita nel mare irlandese. Niente di strano fin qui, no? Tuttavia, ben presto ci si accorge che all'interno del mezzo si trovavano soltanto tre viaggiatori e ormai appare quasi impossibile scoprire quali siano le identità dei cadaveri. Così, iniziano alcune indagini per trovare una risposta sulla fine fatta dal fantomatico quarto passeggero e chi fossero le vittime del tragico volo. Gli unici indizi su cui ci si può basare sono alcuni discorsi fatti tra gli uomini morti e i loro familiari e pochi commenti ascoltati prima dell'impatto. Che fine ha fatto l'uomo che non ha volato? Perché non si è imbarcato? Ha qualcosa a che fare con l'incidente di volo? Per scoprirlo, dovrete leggere questo romanzo (se siete pigri, potete provare a procurarvi la sua traduzione italiana, datata di più di mezzo secolo e un po' vecchiotta, col titolo "L'Uomo che non era Partito").

Copertina dell'edizione speciale
di "Poirot a Styles Court"
Bene, concludo lasciandovi un'ultimo consiglio, che dovrebbe appartenere al mese passato ma ormai aggiungo qui, senza rimandarvi all'altro post: date un'occhiata alla nuova edizione di "Poirot a Styles Court", il primo romanzo con protagonista il celebre detective belga di Agatha Christie, nonché opera prima della scrittrice, che è stata pubblicata verso la metà di giugno. Perché vi segnalo un titolo molto conosciuto anche al di fuori della cerchia del lettore di gialli? Ebbene, sappiate che, in occasione del centenario della sua pubblicazione in lingua originale, a quest'edizione in particolare (trovate la copertina qui di fianco) sono stati aggiunti alcuni contenuti extra: un'introduzione a cura dello storico christiano John Curran (autore di "I Quaderni Segreti di Agatha Christie" e il suo seguito), un articolo scritto dalla stessa Agatha nel 1941, riguardo i Veleni e le Detective stories, e nientemeno che la versione alternativa del capitolo 12, quella che l'editore John Lane fece modificare alla scrittrice perché troppo complessa e prosaica, rispetto al finale poi inserito nella versione definitiva del libro. Si tratta di materiale interessante, se siete appassionati della grande Agatha come il sottoscritto; quindi ho pensato di farvelo notare. Con questo concludo sul serio, e vi rimando al mese prossimo con altri titoli di genere giallo in lingua italiana e inglese (forse addirittura i Bassotti Polillo rimasti in sospeso, chissà!). Buona Estate e Buone Letture!

Link ai titoli consigliati su IBS:
"Il baule della morte" di Lorna Nicholl Morgan;
"Un piccolo omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan;
"Il mistero della donna tatuata" di Takagi Akimitsu;
"Gli omicidi dello zodiaco" di Soji Shimada;
"La vittima sconosciuta" di Jackson Gregory;
"Giobbe Tuama & c." di Augusto de Angelis;
"Bodies from the library 3" a cura di Tony Medawar;
"La rossa mano destra" di Joel Townsley Rogers;
"Poirot a Styles Court" di Agatha Christie.

Link ai titoli consigliati su Libraccio:
"Un piccolo omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan;
"Il mistero della donna tatuata" di Takagi Akimitsu;
"Gli omicidi dello zodiaco" di Takagi Akimitsu;
"La vittima sconosciuta" di Jackson Gregory;
"Giobbe Tuama & c." di Augusto de Angelis;
"La rossa mano destra" di Joel Townsley Rogers;
"Poirot a Styles Court" di Agatha Christie.

Link ai titoli consigliati su Amazon:
"Il baule della morte" di Lorna Nicholl Morgan;
"Un piccolo omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan;
"Il mistero della donna tatuata" di Takagi Akimitsu;
"Gli omicidi dello zodiaco" di Soji Shimada;
"L'opale di Nonio" di Jackson Gregory (solo ebook);
"La vittima sconosciuta" di Jackson Gregory;
"Giobbe Tuama & c." di Augusto de Angelis (solo ebook);
"Omicidi nel villaggio" di AA.VV. (solo ebook);
"The red right hand" di Joel Townsley Rogers;
"La rossa mano destra" di Joel Townsley Rogers;
"Bodies from the Library 3" a cura di Tony Medawar;
"The man who didn't fly" di Margot Bennett;
"Poirot a Styles Court" di Agatha Christie.

venerdì 10 gennaio 2020

20 - "Un Piccolo Omicidio di Natale" ("Another Little Christmas Murder", 1947) di Lorna Nicholl Morgan

Copertina dell'edizione pubblicata
dalle Edizioni Lindau
Dopo l'enigma in "Quando l'Amore Uccide", i personaggi in "Natale con Delitto" e lo stile in "Sotto la Neve", eccoci giunti all'ultimo tra i punti che caratterizzano il "Christmas Murder Mystery": ovvero, l'ambientazione. Di tutti e quattro, questo è forse quello più debole, poiché necessita di essere affiancato ad almeno un altro elemento della narrativa gialla per poter esprimere al meglio il proprio potenziale. Infatti, non basta certo inventare una storia calata in uno scenario da sogno, come un'isola dei Caraibi o una casa isolata dalla neve nella campagna inglese, per evocare qualcosa di indimenticabile oppure originale e immergere chi legge all'interno della vicenda: pur costruendo suggestive rappresentazioni di luoghi immaginari, magari in parte prese in prestito da altri scrittori e sfruttate come punto di partenza per le loro trame, ciò non toglie che, se il resto non funziona perché i personaggi sono scialbi oppure si muovono in modo disordinato dentro un mistero insulso o narrato con uno stile troppo grezzo, allora sarà servita a ben poco un'attenta descrizione degli ambienti in cui la storia si svolge. Ultimamente, ad esempio, mi è capitato di leggere un thriller moderno, che è stato spacciato come "nella migliore tradizione del giallo alla Agatha Christie". All'apparenza, tutto faceva presagire che si trattasse di una lettura affascinante e di spessore; ma quando sono arrivato alla fine del libro, ho dovuto constatare che le premesse non erano state affatto mantenute, tanto da farmi rinunciare a scrivere una recensione. E non pensate che, tra i romanzi contemporanei, non ci sia ben più di qualche romanzo del mistero che merita l'attenzione degli appassionati di giallo classico! In questo caso specifico, però, il thriller è stato costruito più sul risalto che avrebbe dato il suo scenario e sulla psicologia, che sugli indizi messi a disposizione del lettore (come accade nella maggior parte delle volte); e su personaggi calati in una narrazione fatua e dalla coscienza fin troppo contorta, tanto da farli sembrare fantasmi inconsistenti invece di persone reali. L'unico elemento che si salvava era proprio l'ambientazione invernale di uno chalet di montagna, circondato dalla foresta innevata e silenziosa: ecco, quello sì che richiamava la tradizione di Agatha Christie, con luoghi affascinanti e misteriosi, ma non è certo stato abbastanza per compensare una storia dallo stile tanto moscio.

Il risultato restituito al lettore, quindi, a mio parere è stato quello di aver dato fin troppa importanza ai luoghi in cui si è svolta a vicenda, senza mettere loro accanto qualcosa d'altro a rinforzo e tralasciando il perfezionamento dell'indagine. Eppure sarebbe stato sufficiente un racconto più solido oppure un mistero maggiormente classico, mescolato ad essa, per rimediare a scivoloni grossolani e per dare vita a un mystery intrigante e, allo stesso tempo, di grande effetto scenico; come "Sotto la Neve" di Farjeon, dove il racconto e l'ambientazione riescono in parte a sopperire alla fragilità dell'enigma in fatto di fair play, oppure i thriller ideati da Ethel Lina White, in cui spesso il dualismo tra tradizione (nelle descrizioni dei luoghi) e modernità (nella trattazione del mistero) riesce a dare vita a storie in cui il lettore non può fare a meno di immergersi completamente. Un discorso simile a quello fatto per il thriller che ho preso ad esempio si potrebbe fare anche per il romanzo che recensisco oggi, nel quale lo scenario in cui si muovono i personaggi occupa una parte forse troppo larga della storia. All'interno di "Un Piccolo Omicidio di Natale" di Lorna Nicholl Morgan (Lindau, 2019), infatti, benché i luoghi appaiano vividi tanto quanto le persone che li popolano, con le loro stanze gelide e ostili e i lunghi corridoi minacciosi e oscuri che ricordano la tradizione delle Regine del Brivido americane oppure la stessa White, essi sembrano sostituirsi ai protagonisti e diventare loro stessi il cardine di una narrazione, di conseguenza, meno centrata e caratterizzata da toni melodrammatici davvero accentuati. In questo modo, purtroppo, soffermandosi su elementi di importanza secondaria, si perde un po' il vero fulcro di ogni romanzo giallo che si rispetti (l'enigma e il suo impatto sui personaggi); anche se, devo ammetterlo, "Un Piccolo Omicidio di Natale" ha riservato anche qualche sorpresa in positivo, riguardo alcuni temi e aspetti della trama.

Una grande casa isolata e immersa nella neve, simile a
Wintry Wold
La storia inizia presentandoci Dylis Hughes, un'entusiasta agente di commercio che sta viaggiando per lavoro in giro per uno Yorkshire abbondantemente innevato. Benché la sua auto non sia del tutto in sesto e le previsioni meteo abbiano annunciato un'imminente bufera di neve, infatti, la ragazza intende svolgere il proprio compito e raggiungere la vicina cittadina di Raggden, così da pubblicizzare i prodotti della ditta di cui è orgogliosamente socia e concludere qualche vendita vantaggiosa. Tuttavia, proprio mentre sta tentando di orientarsi nel bel mezzo del paesaggio candido e gelido, ecco che la temuta tempesta si abbatte sulla piccola auto e sulla sua passeggera, costringendole a bloccarsi sul ciglio dell'Harry's Hole (un pericoloso precipizio) e impedendo loro di arrivare a destinazione. Dylis ha imparato a non lasciarsi abbattere dalle avversità e, sebbene impensierita, si prepara a trascorrere la notte all'interno della sua automobile; quando l'arrivo tempestivo e fortunoso di un giovane di nome Inigo Brown sembra volgere la sorte in suo favore. Quest'ultimo, infatti, sta dirigendosi verso la villa dello zio, un ricco possidente delle vicinanze che vedrà per la prima volta nella sua vita, e si offre di condurre con sé la ragazza; tanto più che il vecchio signor Brown si è raccomandato con lui di portare a Wintry Wold anche un amico. Laggiù potrà attendere che il tempo si rassereni e le consenta di andare a cercare un carro attrezzi per l'auto impantanata, e nel frattempo trascorrere del tempo con lui e i suoi parenti.

Benché dubbiosa, Dylis decide di accettare l'offerta di Inigo e i due, a bordo della potente automobile di quest'ultimo, raggiungono Wintry Wold. L'enorme edificio, immerso nella luce del crepuscolo calante e del bianco manto della neve, appare simile a un animale addormentato, ma all'erta e pronto a difendersi dalle offensive dei visitatori indesiderati; un po' come la donna che viene ad aprire loro la porta, la quale asserisce di essere la moglie del padrone di casa, Theresa Brown. Allo stesso modo dei domestici (due individui dall'aspetto poco professionale e ancor meno rassicurante) e le altre persone presenti alla villa (un ubriacone di nome Carpenter e un paio di autisti rimasti in panne col loro camion), anche lei dà una strana impressione in Inigo e Dylis: tutti sembrano sul chi vive, per motivi diversi, ma soprattutto Theresa, la quale pare più che intenzionata ad impedire ai due giovani di incontrare il vecchio signor Brown, il quale è costretto a letto da una misteriosa malattia. In breve tempo, altri viaggiatori (un entusiasta salutista, Mr. Howe, e il suo segretario Mr. Raddle, il giornalista Charlie Best e uno strano signore dall'aria distinta di nome Ashley) si aggiungono ai rifugiati di Wintry Wold per scampare alla bufera di neve che imperversa sulla campagna inglese; finché, mentre l'affabilità di Theresa stride sempre più con un curioso atteggiamento scostante e misterioso, la morte verrà a visitare la casa. E se il decesso sembra non riservare alcuna stranezza, tuttavia la scomparsa di alcuni residenti e rumori misteriosi fuori dalla sua porta e lungo gli oscuri corridoi, mescolati al suo naturale atteggiamento risoluto, porteranno Dylis ad intraprendere un'indagine personale e a tentare di capire cosa si cela davvero dietro le facce ipocrite e gli strani comportamenti degli abitanti di Wintry Wold, prima che si verifichi un "piccolo omicidio" in occasione dell'imminente Natale.

Una scala misteriosa...
"Un Piccolo Omicidio di Natale" appartiene a quella folta schiera di romanzi gialli classici che, in Inghilterra, hanno potuto rivedere la luce in seguito a un lungo periodo di trascuratezza, grazie al successo arriso alla ripubblicazione di "Sotto la Neve" di J. Jefferson Farjeon. Dopo la straordinaria scalata di questo titolo alla top ten dei bestsellers nel 2014, infatti, molti editori hanno seguito l'esempio della British Library Crime Classics e, in occasione delle feste natalizie, producono ogni anno almeno un rinomato (dagli appassionati) titolo a tema; un po' come accadeva con il "Christie di Natale", quando Agatha era ancora viva. In Italia, per qualche tempo, lo ha fatto Polillo, e adesso questa consuetudine è stata raccolta da Lindau, il quale ha dato rispettivamente alle stampe "Natale con Delitto" di Mavis Doriel Hay, "Morte nella Neve" di Farjeon (ritraduzione del titolo qui sopra) e proprio il romanzo che recensisco oggi. Tuttavia l'autrice di quest'ultimo, Lorna Nicholl Morgan, rientra nel novero degli scrittori di mysteries tradizionali che non hanno saputo costruirsi una certa fama neppure tra gli appassionati: a differenza di Farjeon, il quale fu molto apprezzato mentre era in vita, lei non ha lasciato segni inconfondibili del suo passaggio all'interno del genere, in modo simile a H.H. Stanners (il cui "Com'è Morto il Baronetto?" ha rivisto la luce soltanto nel nostro Paese, appena un anno fa). E se, nel caso di Stanners, io non sono riuscito a capire perché il suo libro non sia stato riscoperto prima, dopo aver letto "Un Piccolo Omicidio di Natale" credo di poter immaginare le cause per cui l'opera di Morgan non abbia resistito adeguatamente alla prova del tempo.

Pubblicato per la prima volta nel 1947 come "Another Little Murder", questo giallo mi ha infatti dato l'impressione di essere un po' troppo fuori fuoco, per diversi motivi: primo tra tutti, la decisione di aggiungere al titolo la parola "Christmas/Natale" alle rispettive edizioni inglese ed italiana. Se è vero che l'atmosfera generale del libro rimanda al periodo delle feste di fine anno, con tanto di neve in abbondanza e misteri da svelare in gelidi scenari da cartolina natalizia, è pur vero che manca del tutto la presenza di alberi decorati, gaudenti propositi nell'organizzare cene allegre e quei giochi o scenette teatrali che spesso si accompagnano a questa occasione. Capisco che intitolare questo romanzo "Un Piccolo Omicidio Invernale" avrebbe forse fatto meno presa sui lettori; però non trovo nemmeno giusto imbrogliare chi lo compra. In ogni caso, comunque, personalmente questa critica reca meno importanza rispetto ad altre (sapevo già che il Natale non era argomento principale di questo giallo, quindi non ho avuto alcuna sorpresa in questo senso). Tutt'altro discorso, però, riguarda il suo contenuto. Infatti, se per alcuni elementi esso si avvicina a quello di "Sotto la Neve", con un enigma e un racconto in cui contano più le emozioni della complessità e dell'accuratezza dell'indagine, rispetto al tipo del giallo natalizio imperniato sul puro mistero (come "Il Natale di Poirot" oppure "Natale con Delitto"), d'altra parte ho avuto la sensazione che il soggetto di "Un Piccolo Omicidio di Natale" non si possa nemmeno accostare del tutto a quello del libro di Farjeon. Mi spiego meglio.

Quest'ultimo, secondo me, è stato impostato in modo strettamente "inglese", con suggestioni di intimità legate al periodo vittoriano, e ha fatto dell'evocazione di un clima da fiaba il proprio punto focale; mentre il mystery di Morgan assomiglia più al genere di romanzo del mistero che è stato portato alla ribalta dalle Regine del Brivido americane; nella maggior parte dei casi molto buono, per carità, ma pur sempre segnato da accentuali elementi di suspense a discapito del caso. L'impressione finale che ho percepito dalla lettura di "Un Piccolo Omicidio di Natale", dunque, è stata di mettere insieme, in modo un po' goffo e impreciso, caratteri del giallo tradizionale con molti altri di impronta americana; col risultato di creare una sorta di thriller ingentilito, contraddistinto da uno spiccato senso del melodramma e da una protagonista femminile molto risoluta (a differenza della classica woman in jeopardy), in cui si vuole far coesistere un dualismo "alla White" ma senza riuscirci. A differenza dell'uso che se ne fa nella narrazione di White, infatti, in questo libro gli elementi del giallo di suspense sono molto più accentuati e l'effetto che se ne ricava è quello di dare vita a un racconto che si potrebbe definire "freddo" e affilato; nel quale l'atmosfera non è più quella "calda", familiare e intima di salotti confortevoli e il clima tutto sommato disteso, suggestivo e privo di bruschi sbalzi, ma piuttosto ostile verso i personaggi e fin troppo algido, in cui il brivido non manca in tutti i sensi. Personalmente preferisco il taglio adottato da Farjeon a quello di Morgan, ma probabilmente chi va matto per il mystery da brivido trarrà soddisfazione da questo libro.

Copertina della recente edizione
pubblicata da Sphere, in Inghilterra
Perciò, dato questo lungo discorso in gran parte negativo, leggere "Un Piccolo Omicidio di Natale" si è rivelato una totale perdita di tempo? Affatto. Tenuto conto delle imprecisioni innegabili dell'enigma e della sua storia un po' banale, infatti, non si può certo nascondere il fatto che questo romanzo abbia riservato anche qualche sorpresa in positivo. Non fatevi ingannare dal fatto che esso sia stato ripubblicato per la prima volta solo dopo sessant'anni o che in pochi conoscessero la sua autrice: ciò non è dovuto del tutto alla sua inesperienza o alla povertà intrinseca della sua opera, ma pure dal fatto che di lei non si conosce quasi nulla. Come era stato per H.H. Stanners, infatti, di Lorna Nicholl Morgan si sa soltanto che fu una scrittrice di gialli degli anni '40 e che pubblicò, nell'arco di quattro anni, altrettanti volumi: "Murder in Devils' Hollow" (1944); "Talking of Murder" (1945), in cui il membro di un esclusivo club muore alla vigilia di Capodanno; "The Death Box" (1946), dove la vicenda è incentrata su di un corpo rinvenuto all'interno di una scatola e sulla scomparsa di una giovane signora; e "Un Piccolo Omicidio di Natale" (1947). Un vero peccato che le notizie sul suo conto siano tutte qui. Ma siccome non mi va di liquidare troppo in fretta l'elusiva figura di questa scrittrice, dopo i suoi sforzi per imporsi al mondo, vorrei intraprendere una sorta di indagine, alla maniera di quella fatta per Stanners, e provare a ricavare dalle informazioni contenute nel suo libro (l'unico da me letto finora) qualche elemento della sua personalità.

Per iniziare, prenderei in esame i personaggi, ritratti con una certa dose di asetticità ma dotati di un netto carattere e tratteggiati con attenzione, oltre ad essere molto vari. Tra tutti, mi hanno colpito soprattutto Ashley (col suo particolare metodo di "indagine", pp. 112-115, 177, 181), Howe e Raddle, a causa delle loro sciocche manie salutiste, e ovviamente Dylis. Ognuno di loro potrebbe lasciar trapelare un pezzetto della loro creatrice e dare l'idea di come fosse: discreta, forse interessata alle malattie e i loro rimedi salutisti, ma soprattutto forte, determinata, intelligente ed entusiasta come la protagonista (pp. 7-12, 18, 66, 99, 132, 145, 156, 176-177, 180), dotata di un forte ottimismo e dalla personalità spiccata, la quale viene esaltata nel trio di caratteri centrale nel romanzo, costituito assieme a quelli di Inigo e Theresa. Con quest'ultima viene messo in scena un forte contrasto: una è fatua, capricciosa, un po' inconsistente; l'altra, invece, è indipendente, coraggiosa (a volte fin troppo) e curiosa. Inoltre Dylis ha intrapreso una carriera (quella del commesso viaggiatore) che spesso viene ricollegata agli uomini, dando prova della sua voglia di osare e di mettersi in gioco per sovvertire i ruoli (devo ammettere, insomma, che in questa scelta ho visto un po' di femminismo, da parte di Morgan). Ma non solo; oltre alla sua passione per le cure e le diete naturali (pp. 45-47, 49-54, 56, 74-75, 94-96, 115, 128-129, 158, 186-189, 263-266), insolita all'interno della letteratura del mistero della Golden Age (anche se bisogna ricordarsi del detective salutista di Victor Whitechurch, Thorpe Hazell), l'autrice si è distinta in questo romanzo per aver inserito un tema scottante per il tempo: ovvero, quello della pornografia! Si tratta di un elemento curioso, che dimostra come lei intendesse mettersi alla prova grazie ai suoi libri e avesse deciso di sfruttare la rigidità delle leggi britanniche a riguardo, per costruire il proprio mistero. Mistero che, per qualche vago cenno, assomiglia a quello di "Trappola per Topi", dove un gruppo di estranei si ritrova bloccato in un luogo chiuso e deve convivere con il timore di essere ucciso nel sonno da uno degli altri viaggiatori. Stavolta, però, il caso viene lasciato andare senza grande attenzione ai particolari e risulta banale; probabilmente nemmeno Morgan credeva fino in fondo alla storia che stava scrivendo, la quale appare come un qualcosa di già visto, desolata e senza quel mordente caratteristico dei capolavori del giallo. Tuttavia, la resa dell'atmosfera (pp. 28-30, 34, 36-42, 47-50, 52-59, 96-98, 108-110, 120-125, 131-136, 142-143, ma non solo), con sinistri passi lungo i corridoi, i rumori scricchiolanti della casa e le presenze spettrali, genera un piacevole senso di brivido lungo la schiena, che monta mano a mano mentre passa il tempo; fino al momento in cui il sospetto diventa insopportabile e la tensione si spezza (cap. 13).

Una cosa, dunque, è certa: Morgan sapeva scrivere in modo da catturare i sensi del lettore e suscitare suggestione, grazie a uno stile ricco di humor (esempio pp. 105-107), dove il divertimento si mescola a un potente tono melodrammatico e sinistro (in questo è molto simile a quello di Farjeon in "Sotto la Neve"), e a un senso dell'ambientazione che rende perfettamente l'aura minacciosa dell'antica dimora in cui Dylis e gli altri viaggiatori sono capitati e il pericolo costituito dalla bufera di neve (simile a quello corso dall'Inghilterra e dall'Europa tra la fine del 1946 e il 1947, pp. 8-12, 21-22, 32-33, 41, 61, 63-67, 79-80, 129, 243). In conclusione, dunque, "Un Piccolo Omicidio di Natale" è risultato un po' più debole rispetto ad altri letti durante queste feste di Natale; però non mi ha deluso. Mi aspettavo una storia giocata sul fascino e la suggestione da brivido, benché con un enigma più articolato, ed è ciò che, tutto sommato, ho trovato: una lettura simpatica e per certi versi sorprendente, da riservare per i momenti in cui si è al caldo, sotto le coperte. Sono curioso di leggere altro di Lorna Nicholl Morgan, per vedere se il giudizio complessivo sull'opera può migliorare; chissà che non ci si riesca in futuro.

Link a Un Piccolo Omicidio di Natale su Libraccio

Link all'edizione italiana su Amazon
 

Link all'edizione in lingua originale su Amazon

venerdì 20 dicembre 2019

18 - "Natale con Delitto" ("The Santa Klaus Murder", 1936) di Mavis Doriel Hay

Copertina dell'edizione pubblicata dalle
Edizioni Lindau
Tra le collane sulla classica crime story in lingua inglese, la British Library Crime Classics occupa un ruolo di primo piano; non solo perché presenta agli appassionati un nuovo romanzo circa ogni mese, ma anche per il merito di aver dato inizio alla riscoperta di un genere che, da qualche tempo, era stato trascurato in favore di altri. Come in Italia abbiamo avuto Polillo Editore (che mi auguro riprenderà a sfornare nuovi gialli in collaborazione con un nuovo ed entusiasta gruppo editoriale) a dare l'esempio a Lindau e Le Assassine, così la BLCC ha fatto lo stesso con Dean Street Press e altri marchi britannici, tracciando una strada nuova che, per quanto riguarda la pubblicazione di fiction, si diversifica dalle tendenze che oggigiorno vanno per la maggiore e soddisfa l'appetito di lettori affezionati ad autori come Agatha Christie e Dorothy L. Sayers. Fino ad oggi la collana, che si appresta a continuare la sua opera per molto tempo ancora, ha dato alle stampe 76 libri, tra romanzi e raccolte di racconti curate da Martin Edwards; una decina dei quali mi sono già procurato, poiché hanno saputo incuriosirmi e sarà molto difficile vedere una loro traduzione italiana. "Portrait of a Murderer" di Anne Meredith, ad esempio, è una suggestiva inverted story e si sa che questo tipo di romanzo, in cui il colpevole è chiaro sin dai primi capitoli, può risultare meno appetibile al lettore comune e quindi, al di fuori di Polillo, difficilmente essere preso in considerazione per una pubblicazione in Italia; e un discorso simile vale per "It Walks by Night" di John Dickson Carr, intrigante romanzo pubblicato molti anni fa da Mondadori in una versione tagliatissima, intitolata "Il Mostro del Plenilunio", che potremmo non rivedere mai più nel nostro Paese, a causa di problemi di diritti d'autore.

Tra gli altri, ero intenzionato ad aggiungere alla lista anche il delizioso "The Santa Klaus Murder" di Mavis Doriel Hay, quando Lindau mi ha piacevolmente stupito e lo ha tradotto col titolo di "Natale con Delitto" (Lindau, 2017). Proprio questo romanzo sarà l'oggetto della recensione di oggi, poiché non solo racconta una gradevole storia in tema con il periodo natalizio e le feste imminenti, che merita di essere conosciuta, ma si presta benissimo anche a rappresentare uno degli elementi che caratterizzano il "Christmas Murder Mystery", come "Quando l'Amore Uccide" di Nicholas Blake e i due libri che seguiranno questo post. Se il giallo di Blake era focalizzato su di un complesso enigma psicologico e sulle riflessioni etiche che da esso potevano scaturire, stavolta il fulcro della narrazione ruota attorno ai suoi protagonisti e ai comuni conflitti che nascono di volta in volta tra i membri di un nucleo familiare vecchio stampo, con tanto di capofamiglia, figli, cognati e amici vari al seguito. I personaggi, i quali agiscono nel consueto spazio chiuso di una casa di campagna mezza isolata dalla bufera, popolano dunque una vicenda più convenzionale, nella quale avviene un omicidio tipico della classica crime story, ma certo non banale: infatti, sebbene anche qui la psicologia occupi un posto di rilievo nella soluzione del mistero, tuttavia l’apparente semplicità del caso evoca la sensazione di essere immersi in una di quelle deliziose letture in cui i rapporti tra membri della stessa famiglia e amici, costretti a convivere insieme e con una personalità spiccata, sono caratterizzati da piccole e stuzzicanti gelosie interne; letture in cui traspare l'autentica anima della detective novel del periodo tra le due guerre, la quale aveva il principale scopo di far trascorrere al lettore qualche ora di spensieratezza e divertimento.

Cartolina natalizia dalla quale si è preso spunto
per la copertina italiana di "Natale con Delitto"
La storia si svolge quasi tutta a Flaxmere, la dimora avita della famiglia Melbury. Lì, nei giorni che precedono il Natale, il parentado al completo si riunisce all'anziano patriarca Osmond, alla sua segretaria e alla figlia più giovane Jennifer per celebrare in allegria la tradizionale festa con i congiunti: gli altri eredi del vecchio (George con consorte e figli, la vedova Hilda con la figlia Carol, Eleanor con il marito Gordon e prole al seguito, Edith con lo scontroso David), la vecchia zia Mildred col suo carattere pungente, l'attore Philip Cheriton, il posato Oliver Witcombe e servitù assortita, tra cui l'autista Bingham e il maggiordomo Parkins. Dietro la facciata di gioia che tutti quanti ostentano in occasione del Natale in comunione, tuttavia, si celano forti rancori, paure e gelosie che accrescono la tensione che già si respirava a Flaxmere ancor prima che tutti fossero arrivati a destinazione: Jennifer, infatti, desidererebbe lasciare definitivamente la casa del padre per farsi una vita propria e poter sposare il proprio amato, Cheriton; eppure Osmond Melbury si oppone con tutte le sue forze e minaccia di lasciarla senza alcuna dote. A ciò, va aggiunta la fredda accoglienza che Edith, Eleanor, Hilda e George ricevono una volta giunti a Flaxmere. La prima, infatti, viene ancora una volta accusata di essere incapace di mettere al mondo la prole che il vecchio si aspetterebbe da lei; la seconda, pur avendo sposato un uomo di rango adeguato secondo il volere del padre, viene accusata di essere incapace di frenare il temperamento bonario di quest'ultimo, imbarazzante in occasioni mondane; alla terza, invece, poiché ha disobbedito ad Osmond in modo plateale, sposando un artista che poco dopo l'ha lasciata vedova e con una figlia da crescere, viene rinfacciata la propria sconsiderata audacia; per non parlare di George, considerato alla stregua di uno sciocco incapace.

Come se tutto ciò non bastasse, inoltre, la presenza in casa di un'avvenente segretaria, Miss Portisham, non passa certo inosservata e contribuisce ad esasperare gli animi degli eredi, rimescolando le carte su chi sarà il fortunato prescelto a ricevere il grosso dell'enorme eredità che il vecchio si appresta a stabilire, proprio in occasione della riunione di famiglia per le feste. Insomma, non si preannuncia una bella settimana per i Melbury, costretti a fare buon viso a cattivo gioco e ad assecondare il vecchio Osmond per non rischiare di essere esclusi dal testamento; soprattutto quando quest'ultimo decide di voler mettere in scena una recita per i bambini, con tanto di Santa Klaus a distribuire i regali. Una bella seccatura, questa sceneggiata; che si trasformerà in tragedia quando, in seguito all'apparizione di Babbo Natale, lo stesso Osmond verrà trovato morto nel suo studio. La faccenda appare chiara fin da subito: a commettere il delitto può essere stato solo qualcuno che si è introdotto nella stanza per vie traverse, magari travestito per non essere riconosciuto; e chi meglio di Santa Klaus, impegnato a movimentare il teatrino inscenato per intrattenere i piccoli di casa, avrebbe avuto l'occasione per farlo? Eppure il colonnello Halstock, incaricato di condurre le indagini, capisce che qualcosa non va per il verso giusto: i numerosi indizi che iniziano ad essere raccolti sembrano suggerire che la soluzione sia ben diversa da quella ipotizzata, con un finestra aperta sul freddo dell'inverno e una fuga precipitosa che suggerisce la presenza di un estraneo sul luogo della tragedia. Toccherà indagare molto più a fondo, intorno alla strana sparizione di un costume da Babbo Natale e di un testamento ambiguo, prima di riuscire a fare luce sul mistero. Cosa che avverrà anche grazie all'aiuto di Kenneth Stour, attore col pallino per le indagini e con una cotta per la tranquilla Edith Melbury.

Mappa di Flaxmere in inglese
Mi rendo conto che, da come viene descritto nell'introduzione qui sopra, "Natale con Delitto" appaia molto simile a "Quando l'Amore Uccide" di Nicholas Blake. In entrambi i casi, infatti, l'enigma all'interno del racconto si basa sul fattore psicologico del carattere dei personaggi ed evolve in base agli indizi che, più o meno allo stesso modo, emergono dall'analisi di quest'ultimo. In un certo senso, questo è vero, visto che tutti e due i libri danno molta importanza al sentimento e alle emozioni manifestate dai personaggi: Blake si concentra sulle pulsioni nascoste dell'animo umano, sulle esplosioni suscitate e sulle ferite inferte dai violenti contrasti tra gli individui e sulla forza di volontà che anima ognuno di noi, nel bene e nel male; mentre in "Natale con Delitto" la bellezza della storia sta nel riuscire a calarci nei pensieri di tutti quanti, prima uno e poi l'altro, così da riuscire a farci un'idea generale di come evolverà la situazione e del clima di tensione che aleggia durante le fatidiche feste di Natale a Flaxmere, quando Osmond Melbury viene assassinato. Eppure, la trattazione psicanalitica della faccenda mi è sembrata decisamente diversa in ognuno dei romanzi, benché entrambi siano del 1936: infatti, se Blake sfrutta il suo complesso caso di omicidio per trattare in modo enfatico temi etici come quello della vendetta e quello della giustizia, ed indagare come la coscienza degli attori sulla scena si possa intersecare a un enigma, nel suo libro Hay fa invece un discorso molto più leggero e attinente alla tradizione, con un'indagine imperniata sulla trattazione classica dell'enigma sullo stile di Haynes in "Chi ha Ucciso Charmian Karslake?". In parole povere, sebbene gli ospiti di Flaxmere provino senza alcun dubbio le stesse forti emozioni degli abitanti di Dower House, ho avuto l'impressione che il fattore "introspettivo" dell'indagine sia stato sondato soltanto fino a un certo punto, senza sconfinare nel giallo psicologico che negli anni '30 stava iniziando a prendere piede.

L'enigma in sé, ad esempio, tratta di uno di quei convenzionali casi che si ritrovano spesso all'interno della crime story della Golden Age, dove il patriarca di una famiglia numerosa oppure un individuo che esercita un forte potere su alcuni subordinati viene ammazzato (cap. 1 e pp. 55-64): la scoperta del colpevole viene perseguita attraverso una ricerca di tipo "attivo", grazie all'utilizzo di molti indizi materiali come guanti, peli, foglietti, sopracciglia, impronte su macchine da scrivere e davanzali; alla quale tuttavia si combina un'attenta analisi dei rapporti tra membri della stessa famiglia Melbury oppure con i loro congiunti, dove Halstock si ingegna per capire quali siano le fonti di odio, invidia ed egoismo che lambiscono quelle terre inesplorate che sono per lui i caratteri più profondi dei protagonisti (cap. 1, pp. 10, 31, 37, 40-41, 44, 51-52, 57, 60, 70, 81-82, 88-94, 146, 239). Sebbene lui conosca da molto tempo i Melbury come amico di lunga data, di punto in bianco si ritrova a dover trattare ognuno di loro da un punto di vista professionale e ciò gli permette di notare come alcuni covino emozioni sotterranee che fino a quel momento non aveva compreso appieno. Si tratta pure in questo caso di importanti indizi, alla pari di quelli che è riuscito a ricavare dai sopralluoghi in giro per Flaxmere; e lui ne è consapevole, tanto da impegnarsi ad interrogare più volte la stessa persona per riuscire a scoprire cosa si celi sotto la maschera superficiale che ogni personaggio indossa (pp. 14-21, 44-45, 63, 131-138); ma in questo caso l'interesse per lo svelamento degli impulsi nascosti non serba alcun sottinteso melodrammatico o troppo calcato, poiché le sensazioni (pp. 265-266) conservano un'interesse limitato al caso in sé, senza la pretesa di voler sfruttare l'enigma e il rapporto tra i personaggi per fare discorsi seriosi sulla morale o indagare implicazioni elevate su tematiche importanti, come invece era stato il fine di Blake nel suo giallo.

A differenza di quanto accade in "Quando l'Amore Uccide", Hay mette in scena una vicenda più ridimensionata, dove il mistero viene considerato come un corollario dei personaggi (non il contrario) ed esso risulta privo di lirismo o ambizione a trattare argomenti complessi come la vendetta o l'elargizione di un qualche tipo di giustizia; semplicemente, nel suo romanzo giallo la psicologia viene sfruttata per giustificare il comportamento dei personaggi e dare loro moventi per cui agire, senza essere impiegata per esplorare a fondo la coscienza dell'individuo, con il fine di narrare una consueta storia di delitto famigliare, senza strafare e facendo il giusto per intrattenere il lettore (ne è un sintomo anche il fatto di aver raccolto, nelle pagine finali, una sorta di cluefinder, tabella che indica quali sono i passaggi indispensabili per comprendere chi sia l'assassino, usata anche da J.J Connington e Charles Daly King). Insomma, "Natale con Delitto" si potrebbe collocare in uno stadio intermedio tra il giallo tradizionale e quello psicologico; poiché nelle intenzioni assomiglia a "Chi ha Ucciso Charmian Karslake?" di Annie Haynes, sebbene Hay faccia un passo avanti nel tratteggio dei protagonisti della sua storia: rispetto ad allora, infatti, il suo stile a più voci, orientato comunque al passato e al giallo della Golden Age e mescolato a un certo gusto per il pettegolezzo (pp. 58-59, 215), che aiuta a seminare cattiveria (pp. 247-248, 270-272, 284) e ad esaltare istinti nascosti, affianca il tipo di indagine più "attiva" dell'ispettore Rousdon e risulta utile per delineare meglio ogni individuo dal punto di vista della psicologia (interesse che non era presente nel romanzo di Haynes), pur tenendo allo stesso tempo le distanze dal giallo psicanalitico di Blake.

Copertina dell'edizione inglese di "Natale
con Delitto", pubblicata dalla BLCC
La narrativa del mistero di Mavis Doriel Hay ha riottenuto una certa fama dopo che la British Library Crime Classics ha ripubblicato i suoi gialli. Fino ad pochi anni fa, infatti, poche persone si ricordavano dei libri di narrativa scritti da questa autrice, tanto che anche la sua biografia in terza di copertina dell'edizione italiana si limita a cinque righe stringate. In realtà, si conosce qualcosa di più su di essa (anche se non sono riuscito a trovare una sua fotografia). Mavis Doriel Hay nacque a Potters Bar, una cittadina del Middlesex, nel 1894. Dopo aver vissuto nei primi anni della sua vita a nord di Londra e aver frequentato il St. Hilda’s College di Oxford, nello stesso periodo in cui Dorothy L. Sayers si trovava a studiare al vicino Somerville College, divenne un’esperta di artigianato rurale: prima di assumere, una volta rinunciato alla narrativa, il ruolo di ricercatrice presso il Rural Industries Bureau ed incoraggiare le industrie artigianali in aree svantaggiate (si diceva che avesse tanti agganci vantaggiosi da poter organizzare conferenze addirittura nelle case dell'aristocrazia), condusse infatti numerose ricerche in questo ambito e pubblicò diversi libri per esporre le sue conclusioni, tra cui "Rural Industries of England and Wales", per il quale collaborò con Helen Elizabeth Fitzrandolph. Nel 1929 sposò proprio il fratello di Helen, Archibald Menzies, membro della RAF che morì in un incidente aereo nel 1943, durante la seconda guerra mondiale. Fu questa una delle tragedie che segnarono tristemente l'esistenza di Mavis: il più giovane dei suoi fratelli fu ucciso quando il suo aeroplano Tiger Moth si schiantò nella giungla Malese nel 1939, un altro affondò con la sua nave durante la Battaglia dello Jutland nel 1916, all'età di 19 anni, mentre nel 1940 un terzo fratello perse la vita lavorando nella famigerata linea ferroviaria Thailandia-Burma, dopo essere stato catturato dai giapponesi. Nel 1979, l’autrice si spense nel villaggio di Box, nel Gloucestershire, dove aveva risieduto per gran parte della sua vita da adulta; prima di allora, tuttavia, fra il 1934 ed il 1936 scrisse tre romanzi gialli che furono enormemente apprezzati sia dal pubblico che dalla critica: "Murder Underground" (1934), "Death on the Cherwell" (1935) e “Natale con Delitto". Ognuno di essi rientra nel canone del giallo tradizionale della Golden Age, con un'interesse particolare per la psicologia: sono convito che lei preferisse il classico schema della crime novel del dopoguerra in cui lo stile e l'enigma, con tanto di deliziosi e astuti depistaggi e l'eleganza caratteristica dei romanzi di un tempo, sono i punti forti (pp. 95-98, 100-102, 109-110, 182-186, cap. 20).

Molti sono gli elementi che si rifanno a questo tipo di fiction: l'abituale famiglia riunita per le feste di Natale in un'ambientazione sufficientemente d'atmosfera (p. 267), la casa isolata, un anziano scorbutico che ha deciso di cambiare il proprio testamento (pp. 152-153), la mappa dettagliata della scena del crimine, il sovrintendente determinato ma garbato che viene affiancato al detective dilettante, la presenza di indizi materiali da incastrare nel mosaico dell'indagine (come un frammento di carta con alcuni calcoli sull'eredità), un certo classismo che emerge dai discorsi dei personaggi (pp. 20, 41, 50-51, 66-67, 118-119, 254) e il rispetto della tradizione (pp. 73-73). Il racconto della storia nei primi e ultimi capitoli, descritti secondo il punto di vista di alcuni dei protagonisti come era avvenuto in "La Pietra di Luna" di Wilkie Collins, assieme alla presenza di numerosi tipi di testo diversi, riesce a dare una visione del delitto diversa dal solito, e al tempo stesso consente agli attori sulla scena di rivelare meglio, attraverso la funzione della scrittura come mezzo di indagine (pp. 137-139, 145-146), la propria personalità, nel caso in cui omettano di volta in volta alcuni aspetti della vicenda. Qualcosa di simile ha fatto anche Agatha Christie nel suo "Il Natale di Poirot". Ogni membro del gruppo ha un movente per il delitto e, sebbene all'inizio si faccia fatica a star dietro alla grande quantità di sorelle e declinazioni dei loro nomi (Edith-Ditte-Lady Evershot, ad esempio), riesce a conservare una propria personalità che nel corso della storia si fa sempre più marcata. A spiccare tra gli opportunisti e i sospettati, sono soprattutto le figure di Ashmore, l'autista (pp. 27, 243-245, 266-267); di Jennifer (pp. 47-48, 59, 65, 241-242, 227-239), Hilda (pp. 30-34, 285), Edith (capp. 1, 3-5, 7, 15), le figlie di Osmond; di Carol (capp. 1-3, 12-13, 17, 19-20), la figlia di Hilda; e di David Evershot (13, 59-64, 110-114, 196-197, 199, 201-202 285), il marito di Edith. Ognuno di loro dipinge un complesso ritratto che rimanda a uomini e donne vissuti molti anni fa, ma in qualche modo attuali: le difficoltà di Hilda e Ashmore di tirare avanti e prendersi cura della propria famiglia; la prigionia di Jennifer e Carol in una società in cui le donne non riescono ancora a provvedere a se stesse; le pressioni di Edith nel sostenere David e l'invalidità psicologica di quest'ultimo; tutto ciò mi ha profondamente commosso. È nei piccoli personaggi che emerge l'abilità di Hay nel tessere le sue trame, piene di colpi di scena, stratagemmi e bugie ben nascoste. Il tutto, inoltre, viene descritto con grazia e chiarezza, che rendono questo romanzo molto gradevole e ironico. Non bisogna dimenticare che Hay era ancora alle prime armi, quando decise di dedicarsi al romanzo giallo; quindi, se anche potremmo notare qualche imperfezione (come il copioso numero di sospettati oppure una certa ingenuità nella soluzione del caso), penso che esse siano perdonabili al netto del risultato. Tutto l'insieme riesce a dare vita a un libro originale, che soddisfa le aspettative del lettore e lo accompagna durante il periodo del Natale, dimostrando ancora una volta che, anche in occasioni del genere, il delitto e la gelosia non sono mai bandite del tutto.

P.S. Questo è l'ultimo post prima di Natale, quindi approfitto per farvi tantissimi auguri. Spero che possiate passare delle buone feste felici e dedicarvi a molte nuove letture!

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