Copertina dell'edizione pubblicata dalla Polillo Editore |
L'idea di vivere in un placido paesino, infatti, esercita da sempre una certa attrattiva nell'immaginario del cittadino medio: si sta in mezzo alla natura, lontano dal caos e dalla frenesia della metropoli, a contatto con gente semplice e alla mano. In periodo di vacanza come l'estate, dunque, sembrerebbe proprio che questi ameni posticini, dove tutti bene o male si conoscono e le giornate trascorrono in un placido dolce far niente, siano pieni di aspetti che dovrebbero indurre un turista a recarvisi. E non dico che le cose non stiano così, fino a un certo punto. Eppure, anche se non lo sembra, a volte tutto ciò può nascondere disagi nascosti e intime discordie. La noia e l'agognata mancanza di preoccupazioni possono diventare decisamente irritanti, se somministrate a dosi troppo generose, e ben presto l'inattività può spronare la fantasia a compiere voli fin troppo sfrenati: agli occhi del vacanziere (ma non solo) i vicini di casa, all'apparenza armati di buone intenzioni, si trasformano in gente invadente che desidera solo disturbare e impicciarsi di affari che non li riguarda, per poi lasciarsi andare al gossip sfrenato e malevolo al riparo delle loro piccole tane, con la candida scusa di ammazzare il tempo. In queste piccole collettività simili a famiglie allargate, tutti sanno e tutti si permettono di dire la propria, e questa vicinanza suscita tensioni sotterranee che scorrono in continuazione e toccano nervi scoperti che portano a scontri e discussioni. Non tutto è rose e fiori, in tali circostanze, e qualcosa ne sapevano anche gli scrittori di romanzi gialli classici, i quali elessero come scenario tradizionale dei loro casi proprio i villaggi remoti della campagna inglese, piccoli agglomerati di cottage, giardini curati e chiese, in cui a venire ammazzato non era unicamente qualcosa di intangibile come il tempo, ma spesso anche un essere umano in carne ed ossa. Milward Kennedy, in particolare, in qualche modo finì per specializzarsi nel "delitto del villaggio di campagna", nonostante si sia dedicato pure ad altri sottogeneri del giallo, come testimonia "Corpse Guards Parade": in "The Murderer of Sleep", ad esempio, ha narrato come uno straniero intento a remare lungo un fiume si sia imbattuto nel cadavere di un vicario, strangolato mentre sedeva sotto a un salice piangente vicino al cimitero del villaggio di Sleep; mentre in "Il Caso della Zitella Acida", sfruttando un tono molto cinico "alla Berkeley", ha descritto in modo innovativo come un avvelenamento da arsenico possa rivelare quanto sia ingannevole l'immagine del tranquillo paesino di campagna di Matchings, rispetto a quella reale di un covo di doppiezza e pettegolezzo in cui la giustizia può fallire la sua missione.
Duke of Hereford’s Knob, Baptist Chapel (Capel-y-ffin, Powys, Wales), Eric Ravilious, 1938, raffigurante un villaggio simile a Matchings |
Francis non riesce a capacitarsi dell'ironia del destino: Miss Tomlin era morta e sepolta (in tutti quanti i sensi) e tutti stavano molto meglio senza di lei, mentre adesso la polizia deve indagare sul suo decesso violento. Ironia che si è abbattuta pure sullo stesso Anthony, il quale è stato interpellato nientemeno che dal capo della polizia del distretto, il colonnello Dawson, per affiancare le forze dell'ordine nella scoperta di una verità tanto scomoda per troppe persone. Il fatto di essere un consigliere comunale, un "pezzo grosso" del villaggio di Matchings, potrebbe indurre i sospettati tanto reticenti a lasciarsi andare con gli agenti a confessargli i loro pensieri più nascosti, sostiene Dawson. Quindi, perché non sfruttare tutte le risorse, tenendo conto pure il fatto che Francis è un intimo amico? Nonostante le perplessità e un carattere abbastanza scontroso, l'invalido si lascia incastrare e decide di dare il suo contributo alla causa, non fosse solo il fatto di poter scoprire elementi utili a stabilire come la morte di Miss Tomlin si possa spiegare come un incidente o un suicidio. Perché ciò che preoccupa il narratore, soprattutto, è il fatto che sua nipote Isabel si stia per fidanzare proprio con Bill Marlow. Sotto la maschera di misantropo, Anthony non può sopportare di veder diventare infelice la ragazza; pertanto, inizia le proprie indagini ufficiose... E ciò che scoprirà, sul conto dei principali sospettati, lo lascerà molto sorpreso. Soprattutto le informazioni raccolte riguardo il medico condotto che sostituiva il dottore di Matchings (e l'infermiera del distretto) apriranno scenari nuovi alle ipotesi di Francis, dove boccette di medicinale spariscono nel nulla e party di beneficenza assumono ruoli centrali nella soluzione del caso. E nella cattura di un assassino che riesce a celare le proprie tracce fin troppo bene, al punto da maledire la propria accortezza nell'aver distratto i sospetti da sé.
Harold Greenwood (1874-1929), l'avvocato accusato di aver avvelenato la moglie con l'arsenico a cui si è ispirato Kennedy nella costruzione del caso |
"Il Caso della Zitella Acida" si presenta come un normale giallo sulla variante del "delitto del villaggio di campagna". Dall'introduzione e dal riassunto qui sopra, penso che a prima vista si possa pensare che esso sia nella norma; nonostante abbia già accennato al fatto che il tono usato per descrivere le vicende si avvicini più a quello di Anthony Berkeley, dando così vita a qualcosa che si discosta dalle storie più compassate di Agatha Christie ambientate a St. Mary Mead, per fare un esempio. Addirittura, Dorothy L. Sayers disse in una sua recensione che questo assomiglia al "più placido e tranquillo tra tutti i romanzi gialli mai scritti": abbiamo una cerchia di personaggi abbastanza ristretta, con zitelle, parroci e dottori che suscitano il sospetto nel lettore; moventi che sbucano man mano che le informazioni vengono fornite, tra false piste e osservazioni innocue soltanto all'apparenza; il tratteggio di una società che rivela un profondo disagio interiore. Forse l'assenza di una gran quantità di indizi materiali, nonostante una fantomatica boccetta di medicinale, può conferire un motivo di spicco a "Il Caso della Zitella Acida"; ma si sa che i lettori di gialli classici preferiscono trovare enormità di orme, mozziconi di sigarette, scritte su muri e oggetti abbandonati dall'assassino, piuttosto che doversi basare soltanto sulla psicologia degli attori sulla scena. Insomma, di facciata ci troviamo di fronte a una vicenda che non si discosta molto dalle tante altre sul tema. Eppure, le cose stanno davvero così? Se ciò che appare in superficie corrispondesse al contenuto, forse potremmo restarne delusi; cosa che tra l'altro è accaduta ad alcune persone che conosco, le quali si sono limitate a dare un giudizio alla storia. In effetti, essa può lasciare spiazzati, dal momento che riprende un elemento dell'enigma che è stato usato in un altro romanzo ben più celebre, dove tale aspetto ha dato frutti migliori. Per non parlare dello stile di Kennedy, il quale non è sempre chiaro e lineare. Ma "Il Caso della Zitella Acida" è da bocciare? Per quanto mi riguarda, affatto: trovo che nelle profondità del racconto, nonostante alcuni difetti sul piano dell'esposizione del caso, si celino elementi intriganti e affascinanti, i quali ci permettono di farci un'idea ben precisa di cosa volesse trasmettere l'autore con questo mistero, e affrontano questioni spinose con un certo acume.
Al di là di alcuni cliché, infatti, in questo romanzo giallo troviamo moltissimi cenni ad argomenti e casi reali che tennero e ancora oggi tengono con il fiato sospeso. Lasciando per un momento da parte tutto il resto, basta concentrarsi sullo sfruttamento da parte dell'autore di alcuni celebri processi per la costruzione della propria trama, per capire come ci troviamo davanti a un giallo in cui, al di là delle apparenze, niente è azzardato; anzi, ogni cosa è stata calcolata nei più piccoli dettagli. Due sono le fonti a cui Kennedy attinse per la creazione di "Il Caso della Zitella Acida": il caso Greenwood e il caso Hearn. Il primo riguarda la vicenda di un avvocato di terz'ordine di nome Harlod Greenwood, il quale venne accusato di aver avvelenato la moglie con l'arsenico. In breve, i fatti: nel giugno del 1919, la donna accusò forti dolori allo stomaco dopo aver mangiato della torta all'uva spina, tanto che il marito si vide costretto a chiamare prima un dottore, il quale fornì debiti farmaci per far fronte alla crisi, e poi l'infermiera del distretto. Nonostante ciò, tuttavia, il giorno seguente allo sconcertato medico venne comunicato come la signora Greenwood fosse deceduta, anche se la sera prima lei gli era parsa stare meglio, ed egli (dopo un esame superficiale delle spoglie) compilò un certificato di morte in cui la causa del decesso venne certificata come conseguente a una malattia cardiaca (ella infatti era sempre stata un po' debole e negli ultimi tempi era peggiorata). Fin qui, la faccenda sembrerebbe non sollevare alcun sospetto; se non fosse che, appena pochi mesi dopo, Greenwood sposò una donna molto più giovane, suscitando così il pettegolezzo locale. La forza di quest'ultimo, mescolato ad alcuni commenti che l'infermiera aveva fatto al vicario, raggiunse una tale portata che la polizia si vide costretta a far riesumare il cadavere per compiere i dovuti accertamenti del caso... scoprendo che il corpo della donna era pieno di arsenico. Il fatto che Greenwood avesse acquistato del diserbante contenente il veleno incriminato portò dunque a un'inchiesta, il cui risultato fu l'accusa all'avvocato di aver deliberatamente assassinato la moglie e l'arresto, in attesa di essere processato in un tribunale di suoi pari. Eppure, la realtà si dimostrò ben più complicata di quanto non fosse a prima vista: venne fuori che il medico aveva dato alla signora Greenwood alcuni farmaci che avrebbero potuto ucciderla, se presi in dosi errate; che l'infermiera non era capace di spiegare come una boccetta di medicinale fosse misteriosamente scomparsa; e che la testimonianza chiave della cameriera era stata influenzata. La difesa, quindi, sostenne la tesi della malevolenza del pettegolezzo locale e dell'innocenza dell'imputato; adducendo come prova conclusiva il racconto della figlia di Greenwood, secondo cui ella aveva bevuto il vino dalla stessa bottiglia che era stata offerta alla madre (la fonte del veleno, secondo l'accusa). Il verdetto, pertanto, fu di non colpevolezza perché il delitto, benché dimostrato nei fatti da alcuni atteggiamenti sospetti da parte dell'accusato, non poteva essere addossato a Greenwood con certezza. (Se foste curiosi di conoscere i dettagli dell'inchiesta, potere consultare questa pagina dettagliata).
Confrontando la trama di "Il Caso della Zitella Acida" e questo processo, penso che vi sarete accorti benissimo dell'incredibile e strabiliante somiglianza tra l'indagine fittizia di Kennedy e il caso Greenwood. Ma basta aggiungere qualche elemento del caso Hearn per capire come l'intera vicenda di Matchings sia stata modellata sulla realtà. Infatti, dalla storia del processo ad Annie Hearn possiamo ricavare altri elementi a noi familiari. La ragazza, la quale visse per un periodo con la sorella (poi deceduta in seguito a problemi di stomaco), si dovette infatti trasferire nel Devon per accudire un'anziana zia, la quale prontamente morì lasciandole tutto il suo denaro. Inoltre, non soddisfatta della propria fortuna nell'aver ereditato un sacco di soldi ed essere libera di fare ciò che credeva meglio, Annie si innamorò di un un vicino di casa già sposato. La moglie del signor William Thomas, pertanto, non ci mise molto a morire a causa di un panino avariato, preparato in precedenza dalla stessa signorina Hearn. Curiosamente, la faccenda si svolse più o meno come nel caso Greenwood, con tanto di processo a carico della ragazza, suscitato dal pettegolezzo locale. Ella, tuttavia, riuscì ad eludere le forze dell'ordine per qualche tempo, fuggendo e facendo perdere le proprie tracce, prima di essere imprigionata e portata in tribunale. A suo carico, furono messi i capi d'accusa riguardo l'assassinio della sorella, della zia e della vicina di casa: tutte erano decedute in modo misterioso, secondo l'accusa, e le prove puntavano tutte in una direzione, e cioé contro Annie. Eppure, ancora una volta, la giuria non riuscì a farsi convincere ed emise un verdetto di innocenza, adducendo come causa della morte della signora Thomas un'intossicazione alimentare. In questo modo, Annie fu rilasciata e sparì dalla circolazione, mentre i sospetti si spostavano sul signor Thomas; ma alla fine non se ne fece niente e il decesso di sua moglie venne archiviato. (Ancora una volta, se siete interessati ai dettagli, potete consultare questa pagina sull'inchiesta).
Annie Hearn (1895-1949), la donna processata per l'avvelenamento della sorella, la zia e la vicina di casa con l'arsenico, alla quale Kennedy si ispirò per la costruzione del caso |
Oltre alla questione sulla giustizia, in "Il Caso della Zitella Acida" l'autore riuscì a rappresentare al meglio come l'insieme degli uomini e delle donne sia composto, in una concezione estremamente misantropa, da individui maligni e fondamentalmente cattivi. Secondo quanto emerge dalle vicende ambientate a Matchings, non solo l'uccisione di Miss Tomlin denota un forte disagio nella mente dell'assassino (soprattutto se consideriamo il movente per cui si è dovuta rendere necessaria la sua eliminazione), ma anche nella trattazione dell'inchiesta emerge quanto sia sbagliato il comportamento della gente. La vittima, che non si poteva certo considerare come una persona benvoluta e affabile, non viene lasciata riposare in (relativa) pace, poiché la malevolenza del popolino ha sollevato uno scandalo che procurerà dispiaceri e fastidi a chiunque ne venga toccato. Non c'è riguardo per chi sarà sospettato di aver compiuto crimini orrendi; la gente se ne infischia di quale questione spinosa potrebbe sollevare il proprio comportamento (pp. 9-10, 20-21, 25, 27, 51, 74, 95, 115). Questo rimestare nel torbido con morbosità è un carattere che si è trasmesso fino ai giorni nostri (basta pensare alla tragedia di cui tutti, nel bene e nel male, abbiamo discusso queste settimana), e sembra proprio che agli inizi del Novecento ciò fosse già una pratica diffusa: pensate, il pettegolezzo, sia nel caso fittizio di Matchings, sia nei casi reali di Greenwood e Hearn, è stato talmente forte e insistente da convincere la polizia a prendere in mano la faccenda, pur di spegnere le chiacchiere. Ciò fa riflettere sul potere intrinseco dell'opinione pubblica, la quale può diventare uno strumento pericoloso nelle mani di individui senza scrupoli (come in "La Morte Cammina per Eastrepps") o di gente incapace di controllarla; e penso che questo sia un valore aggiunto alla qualità di "Il Caso della Zitella Acida", da molti sottovalutato.
Milward Rodon Kennedy Burge, nato nel 1894 e morto nel 1968 |
A causa di quest'ultimo romanzo, infatti, nel 1937 Kennedy venne citato in giudizio e processato per diffamazione. Ho già accennato al fatto che l'autore fosse fin troppo puntiglioso nel riportare nella finzione casi reali; ebbene, in questa occasione Philip Yale Drew, processato per omicidio, assolto e rovinato per il resto della propria vita dall'accusa che continuava a pendere sulla sua testa, lamentò con tanta forza il fatto che l'assassino di "Death to the Rescue" gli assomigliasse fin troppo, al punto da recare un danno alla propria immagine, che l'audacia dell'autore risultò andare troppo oltre. A nulla valsero le scuse di Kennedy e l'editore Gollancz: lo scrittore perse la causa, e ciò risultò in un duro colpo alla propria vena creativa, la quale si estinse ben presto (non dopo una certa rivalsa grazie a "Il Capanno sulla Spiaggia") e lo costrinse a un graduale abbandono delle scene, fino alla morte avvenuta nel 1968. Per quell'anno, tuttavia, lui era riuscito a lasciare un'eredità importante nel campo della letteratura del mistero: sia per conto proprio, come recensore per il "Sunday Times", sia quale membro del Detection Club (basta notare le numerose citazioni che ha fatto in "Il Caso della Zitella Acida" per capire come fosse molto legato a quest'ultimo, pp. 19, 85, 115). Kennedy, infatti, fu il più giovane membro maschile a partecipare alla fondazione dell'associazione; fu giudice nelle iscrizioni che i lettori inviarono per gareggiare nella scoperta della soluzione di "Il Paravento"; contribuì alla creazione di "L'Ammiraglio alla Deriva" e "Chi è il Colpevole?", i romanzi collettivi scritti coi colleghi del Club; scrisse un testo per "Great Unsolved Crimes", una raccolta di saggi che riesaminavano casi reali assieme ai suoi compagni; fu una delle tredici persone che parteciparono al "Trent Dinner", l'occasione che festeggiò il ritorno sulle scene del protagonista dell'innovativo "La Vedova del Miliardario" di E.C. Bentley. Oltre tutto, Kennedy è riuscito ad affrontare la sfida di autore di romanzi del mistero in modo da innovare il genere; non ai livelli di illustri colleghi come Sayers, Christie e Berkeley, ma sviluppando nuove idee che lasciano tutt'oggi sorpresi. L'immagine che ci resta di lui, un tipo dall'aspetto serio e occhialuto, può trarre in inganno: in realtà fu determinato, audace e dedicò molte energie sulla riflessione dello sviluppo migliore del genere giallo.
Launceston Guildhall, folla in attesa di Annie Hearn fuori dal tribunale, nel febbraio 1931 |
Un altro tema affrontato in "Il Caso della Zitella Acida", infatti, è quello riguardante la giustizia e la sua fallibilità (pp. 241-243, 246-247, 249-258). Nella classica crime story, questo problema è stato sollevato in moltissimi modi differenti: riguardo quella che l'investigatore può elargire a propria discrezione; quella che i giurati possono esprimere, nel bene e nel male, nel loro ruolo delicato durante un processo che porterà alla forca; sulla fallibilità degli avvocati nell'esercizio delle proprie mansioni. Tra gli altri, a partire dagli anni della Seconda Guerra Mondiale, è stato discusso se esista il cosiddetto "delitto altruistico"; ovvero, la soppressione di individui che danneggiano la società e senza i quali, in sintesi, si starebbe molto meglio. In fondo, chi non vorrebbe aver visto Mussolini appeso, prima che potesse fare danni? Tuttavia, restava sempre il dilemma su quale fosse l'organo adatto a prendere decisioni serie sul diritto di vita e di morte. Alcuni giallisti ebbero una cieca fiducia nel fatto che i tribunali potessero assolvere al compito designato; altri, come Kennedy e Berkeley, capirono che a volte le cose non stavano proprio così. L'autore di "Death to the Rescue" scoprì a proprie spese come i fatti potessero essere fraintesi; cosa che forse esacerbò definitivamente la poca fiducia che aveva nella legge, già messa a dura prova dalla sua esperienza in uffici governativi e corridoi del potere inermi contro la minaccia del fascismo (come illustra il giallo "Sic Transit Gloria"). Il risultato di tutto ciò portò Kennedy ad avvicinarsi all'ottica sarcastica di Berkeley, il quale sfruttò il cinismo per mettere in ridicolo l'incapacità della giustizia nell'assolvere al proprio ruolo e i paradossi al suo interno che possono condannare gli innocenti a pagare prezzi altissimi: il tono usato in "Il Caso della Zitella Acida" mostra molto bene questo punto di vista (pp. 119, 172-173). Ma non è solo l'ironia, pure l'enigma del romanzo tende a dimostrare come la giustizia, esercitata o meno con fini positivi, da un singolo individuo oppure da un tribunale intero, sia guidata da una forza fatale governata dal Destino. In una sorta di omaggio all'opera di Iles/Berkeley, Kennedy diede vita a un mistero dai risvolti inaspettati, sebbene abbia sfruttato un elemento già visto, per far riflettere il lettore se esista una sorta di benevola coscienza, oppure tutti noi siamo governati dal Destino. Questioni intriganti, con parziali risposte altrettanto affascinanti per i miei gusti: insomma, sono stato molto soddisfatto del risultato degli sforzi dell'autore, nonostante non riesca a dare un voto pieno a causa delle piccole mancanze sul piano più tradizionale della storia. Kennedy non è Berkeley, e i risultati sono impietosi in questo senso; però ebbe buone idee e un grande coraggio nel perseguirle. Se solo non avesse esagerato, forse avrebbe potuto continuare su questa strada; ma probabilmente era solo questione di tempo, prima che venisse punito per la troppa audacia.
Link a Il caso della zitella acida su IBS
Link a Il caso della zitella acida su Libraccio
Link all'edizione italiana su Amazon
Nessun commento:
Posta un commento