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venerdì 21 agosto 2020

43 - "Il Caso della Zitella Acida" ("Poison in the Parish", 1935) di Milward Kennedy

Copertina dell'edizione pubblicata
dalla Polillo Editore

Il blog del critico Martin Edwards è il mezzo che preferisco per tenermi aggiornato sulla classica crime story, oltre ad essere tra quelli più interessanti in fatto di contenuti. Infatti, nei post che egli pubblica nel corso della settimana, spesso ho trovato molti spunti di riflessione non solo grazie ai suoi commenti a romanzi gialli dimenticati, ma anche attraverso le anticipazioni sui nuovi titoli in uscita per la British Library Crime Classics (che egli cura con mano esperta) e attraverso osservazioni più in generale sul genere letterario che tanto ci appassiona. Tra gli altri, ho salvato alcuni post redatti sotto forma di classifica, e mi piace consultarli quando vengono pubblicati nuovi titoli in italiano, per scoprire se nel nostro Paese siamo stati tanto fortunati da rivedere storie quasi scomparse in lingua originale. Una lista in particolare attira di tanto in tanto la mia attenzione (si trova a questo link): infatti, essa elenca alcuni tra i romanzi del mistero meno disponibili nel mercato dell'usato in lingua inglese, nonostante siano molto interessanti dal punto di vista del loro contenuto. Si tratta di racconti molto vari, che comprendono i sottogeneri più svariati e hanno la caratteristica di essere poco ortodossi, poiché trattano un dato argomento secondo un'ottica che al tempo dovette fare un certo scalpore. Non per niente, troviamo ad esempio "As for the Woman" di Francis Iles, il libro che decretò la fine della carriera di scrittore di Anthony Berkeley e attingeva alla condanna di Edith Thompson per costruire una trama un po' insolita; oppure "The Division Bell Mystery" di Ellen Wilkinson, ex-Primo Ministro laburista la quale infuse la propria esperienza al Governo per dare vita a questo intrigante racconto ambientato nelle sedi del potere inglesi. Per quanto riguarda le traduzioni italiane, in modo alquanto inaspettato dal momento che qui il genere giallo viene visto appena poco sopra ai romanzi rosa della serie Harmony, troviamo ben quattro titoli su dieci di questa classifica che sono (o sono stati per qualche tempo) disponibili: "Presagio di Morte" di Patrick Quentin, pubblicato da Mondadori diversi anni fa nelle sue collane da edicola; "Otto Innocenti e un Colpevole" di J.J. Connington, edito da Polillo; "Un Cappio al Collo per Archibald Mitfold" di Dorothy Bowers (non ancora disponibile, in realtà, ma in cantiere per i tipi di Le Assassine); e infine "Il Caso della Zitella Acida" di Milward Kennedy (Polillo Editore, 2017). Quest'oggi ho deciso di soffermarmi su quest'ultimo, cogliendo al balzo il fatto che esso sia ambientato in uno scenario tipico per chiunque voglia trascorrere qualche tempo a ricaricare le forze e impiegare al meglio le ferie a disposizione: il tipico villaggio di campagna inglese.

L'idea di vivere in un placido paesino, infatti, esercita da sempre una certa attrattiva nell'immaginario del cittadino medio: si sta in mezzo alla natura, lontano dal caos e dalla frenesia della metropoli, a contatto con gente semplice e alla mano. In periodo di vacanza come l'estate, dunque, sembrerebbe proprio che questi ameni posticini, dove tutti bene o male si conoscono e le giornate trascorrono in un placido dolce far niente, siano pieni di aspetti che dovrebbero indurre un turista a recarvisi. E non dico che le cose non stiano così, fino a un certo punto. Eppure, anche se non lo sembra, a volte tutto ciò può nascondere disagi nascosti e intime discordie. La noia e l'agognata mancanza di preoccupazioni possono diventare decisamente irritanti, se somministrate a dosi troppo generose, e ben presto l'inattività può spronare la fantasia a compiere voli fin troppo sfrenati: agli occhi del vacanziere (ma non solo) i vicini di casa, all'apparenza armati di buone intenzioni, si trasformano in gente invadente che desidera solo disturbare e impicciarsi di affari che non li riguarda, per poi lasciarsi andare al gossip sfrenato e malevolo al riparo delle loro piccole tane, con la candida scusa di ammazzare il tempo. In queste piccole collettività simili a famiglie allargate, tutti sanno e tutti si permettono di dire la propria, e questa vicinanza suscita tensioni sotterranee che scorrono in continuazione e toccano nervi scoperti che portano a scontri e discussioni. Non tutto è rose e fiori, in tali circostanze, e qualcosa ne sapevano anche gli scrittori di romanzi gialli classici, i quali elessero come scenario tradizionale dei loro casi proprio i villaggi remoti della campagna inglese, piccoli agglomerati di cottage, giardini curati e chiese, in cui a venire ammazzato non era unicamente qualcosa di intangibile come il tempo, ma spesso anche un essere umano in carne ed ossa. Milward Kennedy, in particolare, in qualche modo finì per specializzarsi nel "delitto del villaggio di campagna", nonostante si sia dedicato pure ad altri sottogeneri del giallo, come testimonia "Corpse Guards Parade": in "The Murderer of Sleep", ad esempio, ha narrato come uno straniero intento a remare lungo un fiume si sia imbattuto nel cadavere di un vicario, strangolato mentre sedeva sotto a un salice piangente vicino al cimitero del villaggio di Sleep; mentre in "Il Caso della Zitella Acida", sfruttando un tono molto cinico "alla Berkeley", ha descritto in modo innovativo come un avvelenamento da arsenico possa rivelare quanto sia ingannevole l'immagine del tranquillo paesino di campagna di Matchings, rispetto a quella reale di un covo di doppiezza e pettegolezzo in cui la giustizia può fallire la sua missione.

Duke of Hereford’s Knob, Baptist Chapel (Capel-y-ffin, Powys,
Wales), Eric Ravilious, 1938, raffigurante un villaggio simile a
Matchings
La trama è incentrata sull'esumazione del cadavere di un'anziana signora, Alice Tomlin, la quale è deceduta da sei mesi nel momento in cui inizia il nostro racconto. Il narratore, un invalido parziale di nome Francis Anthony, esprime fin da subito la propria sorpresa nell'aver appreso, nel corso del tempo, come un semplice pettegolezzo abbia portato alla decisione di tirare fuori dalla bara una donna che, a suo dire, era tanto odiata dalla gente dei dintorni da preferire che ella stesse ben lontana dalle luci della ribalta. Non aveva importanza che nell'invio del certificato di morte ci fosse stato un ritardo inusuale, né che si sospettasse qualcosa di strano nella sua morte: nessuno avrebbe dovuto sollevare scandali, questa è l'opinione diffusa. E invece, a causa di una domestica troppo chiacchierona e con una buona dose di rivalsa da scaricare sulla sua ex padrona, Miss Tomlin è stata riesumata e si è scoperto che ella è stata avvelenata con l'arsenico. Un grosso problema; anzi enorme e seccante, dal momento che i sospettati di questo crimine sono tutte persone amabili, le quali avrebbero avuto più di un buon motivo per fare fuori la vecchia arpia. Miss Figgis, la padrona della pensione in cui soggiornava la vittima, sarebbe stata soddisfatta di potersi liberare della seccatura e del peso morto che quest'ultima costituiva, nonostante fosse una cliente che pagava; Mrs Lewis, dipendente addetta alla sala da tè del locale e all'esaudire (a qualunque ora del giorno e della notte) le richieste di Miss Tomlin, avrebbe potuto abbandonare una volta per tutte le sciocche incombenze a cui la costringeva la morta, per dedicarsi a qualcosa di costruttivo per il suo futuro incerto. Per non parlare, poi, dei congiunti della vittima, i nipoti Bill e Jane, i quali dipendevano quasi completamente dalla buona stella dell'anziana signora, la quale amministrava il loro patrimonio e quello della sorella deceduta in attesa che giungessero alla maggiore età.

Francis non riesce a capacitarsi dell'ironia del destino: Miss Tomlin era morta e sepolta (in tutti quanti i sensi) e tutti stavano molto meglio senza di lei, mentre adesso la polizia deve indagare sul suo decesso violento. Ironia che si è abbattuta pure sullo stesso Anthony, il quale è stato interpellato nientemeno che dal capo della polizia del distretto, il colonnello Dawson, per affiancare le forze dell'ordine nella scoperta di una verità tanto scomoda per troppe persone. Il fatto di essere un consigliere comunale, un "pezzo grosso" del villaggio di Matchings, potrebbe indurre i sospettati tanto reticenti a lasciarsi andare con gli agenti a confessargli i loro pensieri più nascosti, sostiene Dawson. Quindi, perché non sfruttare tutte le risorse, tenendo conto pure il fatto che Francis è un intimo amico? Nonostante le perplessità e un carattere abbastanza scontroso, l'invalido si lascia incastrare e decide di dare il suo contributo alla causa, non fosse solo il fatto di poter scoprire elementi utili a stabilire come la morte di Miss Tomlin si possa spiegare come un incidente o un suicidio. Perché ciò che preoccupa il narratore, soprattutto, è il fatto che sua nipote Isabel si stia per fidanzare proprio con Bill Marlow. Sotto la maschera di misantropo, Anthony non può sopportare di veder diventare infelice la ragazza; pertanto, inizia le proprie indagini ufficiose... E ciò che scoprirà, sul conto dei principali sospettati, lo lascerà molto sorpreso. Soprattutto le informazioni raccolte riguardo il medico condotto che sostituiva il dottore di Matchings (e l'infermiera del distretto) apriranno scenari nuovi alle ipotesi di Francis, dove boccette di medicinale spariscono nel nulla e party di beneficenza assumono ruoli centrali nella soluzione del caso. E nella cattura di un assassino che riesce a celare le proprie tracce fin troppo bene, al punto da maledire la propria accortezza nell'aver distratto i sospetti da sé.

Harold Greenwood (1874-1929), l'avvocato
accusato di aver avvelenato la moglie
con l'arsenico a cui si è ispirato Kennedy
nella costruzione del caso

"Il Caso della Zitella Acida" si presenta come un normale giallo sulla variante del "delitto del villaggio di campagna". Dall'introduzione e dal riassunto qui sopra, penso che a prima vista si possa pensare che esso sia nella norma; nonostante abbia già accennato al fatto che il tono usato per descrivere le vicende si avvicini più a quello di Anthony Berkeley, dando così vita a qualcosa che si discosta dalle storie più compassate di Agatha Christie ambientate a St. Mary Mead, per fare un esempio. Addirittura, Dorothy L. Sayers disse in una sua recensione che questo assomiglia al "più placido e tranquillo tra tutti i romanzi gialli mai scritti": abbiamo una cerchia di personaggi abbastanza ristretta, con zitelle, parroci e dottori che suscitano il sospetto nel lettore; moventi che sbucano man mano che le informazioni vengono fornite, tra false piste e osservazioni innocue soltanto all'apparenza; il tratteggio di una società che rivela un profondo disagio interiore. Forse l'assenza di una gran quantità di indizi materiali, nonostante una fantomatica boccetta di medicinale, può conferire un motivo di spicco a "Il Caso della Zitella Acida"; ma si sa che i lettori di gialli classici preferiscono trovare enormità di orme, mozziconi di sigarette, scritte su muri e oggetti abbandonati dall'assassino, piuttosto che doversi basare soltanto sulla psicologia degli attori sulla scena. Insomma, di facciata ci troviamo di fronte a una vicenda che non si discosta molto dalle tante altre sul tema. Eppure, le cose stanno davvero così? Se ciò che appare in superficie corrispondesse al contenuto, forse potremmo restarne delusi; cosa che tra l'altro è accaduta ad alcune persone che conosco, le quali si sono limitate a dare un giudizio alla storia. In effetti, essa può lasciare spiazzati, dal momento che riprende un elemento dell'enigma che è stato usato in un altro romanzo ben più celebre, dove tale aspetto ha dato frutti migliori. Per non parlare dello stile di Kennedy, il quale non è sempre chiaro e lineare. Ma "Il Caso della Zitella Acida" è da bocciare? Per quanto mi riguarda, affatto: trovo che nelle profondità del racconto, nonostante alcuni difetti sul piano dell'esposizione del caso, si celino elementi intriganti e affascinanti, i quali ci permettono di farci un'idea ben precisa di cosa volesse trasmettere l'autore con questo mistero, e affrontano questioni spinose con un certo acume.

Al di là di alcuni cliché, infatti, in questo romanzo giallo troviamo moltissimi cenni ad argomenti e casi reali che tennero e ancora oggi tengono con il fiato sospeso. Lasciando per un momento da parte tutto il resto, basta concentrarsi sullo sfruttamento da parte dell'autore di alcuni celebri processi per la costruzione della propria trama, per capire come ci troviamo davanti a un giallo in cui, al di là delle apparenze, niente è azzardato; anzi, ogni cosa è stata calcolata nei più piccoli dettagli. Due sono le fonti a cui Kennedy attinse per la creazione di "Il Caso della Zitella Acida": il caso Greenwood e il caso Hearn. Il primo riguarda la vicenda di un avvocato di terz'ordine di nome Harlod Greenwood, il quale venne accusato di aver avvelenato la moglie con l'arsenico. In breve, i fatti: nel giugno del 1919, la donna accusò forti dolori allo stomaco dopo aver mangiato della torta all'uva spina, tanto che il marito si vide costretto a chiamare prima un dottore, il quale fornì debiti farmaci per far fronte alla crisi, e poi l'infermiera del distretto. Nonostante ciò, tuttavia, il giorno seguente allo sconcertato medico venne comunicato come la signora Greenwood fosse deceduta, anche se la sera prima lei gli era parsa stare meglio, ed egli (dopo un esame superficiale delle spoglie) compilò un certificato di morte in cui la causa del decesso venne certificata come conseguente a una malattia cardiaca (ella infatti era sempre stata un po' debole e negli ultimi tempi era peggiorata). Fin qui, la faccenda sembrerebbe non sollevare alcun sospetto; se non fosse che, appena pochi mesi dopo, Greenwood sposò una donna molto più giovane, suscitando così il pettegolezzo locale. La forza di quest'ultimo, mescolato ad alcuni commenti che l'infermiera aveva fatto al vicario, raggiunse una tale portata che la polizia si vide costretta a far riesumare il cadavere per compiere i dovuti accertamenti del caso... scoprendo che il corpo della donna era pieno di arsenico. Il fatto che Greenwood avesse acquistato del diserbante contenente il veleno incriminato portò dunque a un'inchiesta, il cui risultato fu l'accusa all'avvocato di aver deliberatamente assassinato la moglie e l'arresto, in attesa di essere processato in un tribunale di suoi pari. Eppure, la realtà si dimostrò ben più complicata di quanto non fosse a prima vista: venne fuori che il medico aveva dato alla signora Greenwood alcuni farmaci che avrebbero potuto ucciderla, se presi in dosi errate; che l'infermiera non era capace di spiegare come una boccetta di medicinale fosse misteriosamente scomparsa; e che la testimonianza chiave della cameriera era stata influenzata. La difesa, quindi, sostenne la tesi della malevolenza del pettegolezzo locale e dell'innocenza dell'imputato; adducendo come prova conclusiva il racconto della figlia di Greenwood, secondo cui ella aveva bevuto il vino dalla stessa bottiglia che era stata offerta alla madre (la fonte del veleno, secondo l'accusa). Il verdetto, pertanto, fu di non colpevolezza perché il delitto, benché dimostrato nei fatti da alcuni atteggiamenti sospetti da parte dell'accusato, non poteva essere addossato a Greenwood con certezza. (Se foste curiosi di conoscere i dettagli dell'inchiesta, potere consultare questa pagina dettagliata).

Confrontando la trama di "Il Caso della Zitella Acida" e questo processo, penso che vi sarete accorti benissimo dell'incredibile e strabiliante somiglianza tra l'indagine fittizia di Kennedy e il caso Greenwood. Ma basta aggiungere qualche elemento del caso Hearn per capire come l'intera vicenda di Matchings sia stata modellata sulla realtà. Infatti, dalla storia del processo ad Annie Hearn possiamo ricavare altri elementi a noi familiari. La ragazza, la quale visse per un periodo con la sorella (poi deceduta in seguito a problemi di stomaco), si dovette infatti trasferire nel Devon per accudire un'anziana zia, la quale prontamente morì lasciandole tutto il suo denaro. Inoltre, non soddisfatta della propria fortuna nell'aver ereditato un sacco di soldi ed essere libera di fare ciò che credeva meglio, Annie si innamorò di un un vicino di casa già sposato. La moglie del signor William Thomas, pertanto, non ci mise molto a morire a causa di un panino avariato, preparato in precedenza dalla stessa signorina Hearn. Curiosamente, la faccenda si svolse più o meno come nel caso Greenwood, con tanto di processo a carico della ragazza, suscitato dal pettegolezzo locale. Ella, tuttavia, riuscì ad eludere le forze dell'ordine per qualche tempo, fuggendo e facendo perdere le proprie tracce, prima di essere imprigionata e portata in tribunale. A suo carico, furono messi i capi d'accusa riguardo l'assassinio della sorella, della zia e della vicina di casa: tutte erano decedute in modo misterioso, secondo l'accusa, e le prove puntavano tutte in una direzione, e cioé contro Annie. Eppure, ancora una volta, la giuria non riuscì a farsi convincere ed emise un verdetto di innocenza, adducendo come causa della morte della signora Thomas un'intossicazione alimentare. In questo modo, Annie fu rilasciata e sparì dalla circolazione, mentre i sospetti si spostavano sul signor Thomas; ma alla fine non se ne fece niente e il decesso di sua moglie venne archiviato. (Ancora una volta, se siete interessati ai dettagli, potete consultare questa pagina sull'inchiesta).

Annie Hearn (1895-1949), la donna processata
per l'avvelenamento della sorella, la zia e la vicina
di casa con l'arsenico, alla quale Kennedy si ispirò
per la costruzione del caso

Tirando le somme, cosa possiamo ricavare dall'analisi di questi due processi? Innanzitutto, che "Il Caso della Zitella Acida" può essere sì un po' scadente nell'esposizione dell'indagine, ma senza dubbio riesce a mettere insieme gli elementi dei casi Greenwood e Hearn in modo mirabile, come solo gli autori della Golden Age, tanto appassionati di true crime, avrebbero potuto fare (nonostante Kennedy avesse la brutta abitudine di spingersi sempre troppo in là nel riportare fedelmente i processi, come dimostrano la causa del diffamazione che dovette affrontare per "Death to the Rescue" e la rigidità stilistica del romanzo recensito oggi). Come avrete immaginato, le premesse del mistero sono molto simili (per non dire le stesse); ma questo non significa che i risultati siano quelli che vennero emessi dalle giurie reali. Conoscere questi casi non inficerà la sorpresa della scoperta della verità nel romanzo di Kennedy; anzi, aiuterà ad entrare nei meccanismi complessi dell'inchiesta di Francis e potrà addirittura aprire nuovi scenari nella mente del lettore. Perciò, già questo fatto, a mio parere, rende pregevole "Il Caso della Zitella Acida". In secondo luogo, tuttavia, possiamo cogliere pure qualcosa che va oltre la semplice esposizione delle vicende. Nel suo libro, l'autore sfrutta i casi Greenwood e Hearn per compiere un'azione molto simile a quella di uno tra i suoi più grandi amici, Anthony Berkeley, il quale lui ammirava molto: mette in scena, infatti, una feroce critica alla giustizia e al senso della verità che si manifesta attraverso il sentimento (dis)umano degli individui. A discapito degli indizi materiali, ciò che interessò Berkeley e Kennedy furono la psicologia e ciò che si cela dietro la maschera della rispettabilità: quel groviglio di passioni ed emozioni che riesce a dare vita non solo al mistero sulla carta, ma ad evocare in tre dimensioni la figura dell'assassino. Gli effetti della colpa, come essa agisce nella coscienza, cosa spinge un essere umano a diventare un mostro hanno affascinato schiere di giallisti del Novecento, spingendoli ad escogitare nuove forme per esprimere la follia del colpevole, attingendo a volte, come si è visto, da omicidi reali ed interpretandoli a modo loro. Kennedy, su esempio di Berkeley, interpretò la lezione di "L'Omicidio è un Affare Serio" e "Il Sospetto" concentrando la propria attenzione sull'individuo come tassello del puzzle, e attraverso esso capì come fosse possibile mandare un messaggio forte e chiaro, per accusare con tono sarcastico e cinico alcuni comportamenti erronei e controversi della natura umana e della società che ne è espressione.

Oltre alla questione sulla giustizia, in "Il Caso della Zitella Acida" l'autore riuscì a rappresentare al meglio come l'insieme degli uomini e delle donne sia composto, in una concezione estremamente misantropa, da individui maligni e fondamentalmente cattivi. Secondo quanto emerge dalle vicende ambientate a Matchings, non solo l'uccisione di Miss Tomlin denota un forte disagio nella mente dell'assassino (soprattutto se consideriamo il movente per cui si è dovuta rendere necessaria la sua eliminazione), ma anche nella trattazione dell'inchiesta emerge quanto sia sbagliato il comportamento della gente. La vittima, che non si poteva certo considerare come una persona benvoluta e affabile, non viene lasciata riposare in (relativa) pace, poiché la malevolenza del popolino ha sollevato uno scandalo che procurerà dispiaceri e fastidi a chiunque ne venga toccato. Non c'è riguardo per chi sarà sospettato di aver compiuto crimini orrendi; la gente se ne infischia di quale questione spinosa potrebbe sollevare il proprio comportamento (pp. 9-10, 20-21, 25, 27, 51, 74, 95, 115). Questo rimestare nel torbido con morbosità è un carattere che si è trasmesso fino ai giorni nostri (basta pensare alla tragedia di cui tutti, nel bene e nel male, abbiamo discusso queste settimana), e sembra proprio che agli inizi del Novecento ciò fosse già una pratica diffusa: pensate, il pettegolezzo, sia nel caso fittizio di Matchings, sia nei casi reali di Greenwood e Hearn, è stato talmente forte e insistente da convincere la polizia a prendere in mano la faccenda, pur di spegnere le chiacchiere. Ciò fa riflettere sul potere intrinseco dell'opinione pubblica, la quale può diventare uno strumento pericoloso nelle mani di individui senza scrupoli (come in "La Morte Cammina per Eastrepps") o di gente incapace di controllarla; e penso che questo sia un valore aggiunto alla qualità di "Il Caso della Zitella Acida", da molti sottovalutato.

Milward Rodon Kennedy Burge, nato
nel 1894 e morto nel 1968

Con un risvolto amaramente ironico, lo stesso Milward Rodon Kennedy Burge si trovò a dover far fronte agli strani giochi del Destino, il quale lo condannò ad assaggiare la stessa medicina che lui somministrò coi suoi romanzi sarcastici. Nato nel 1894, egli studiò al Winchester College e al New College di Oxford, prima di servire nel Military Intelligence Directorate of the War Office e ottenere una Croce di Guerra. In seguito, lavorò al Cairo per il Ministero delle Finanze e a Ginevra per l'International Labour Office; organizzazione per la quale diresse per qualche tempo la sede londinese fino al 1945, con una sola pausa per recarsi ad Ottawa al Servizio Informazioni Militari. Nel frattempo, a partire dal 1928, su esempio di altri illustri colleghi come John Rhode, Christopher Bush e Henry Wade, aveva iniziato a perseguire la carriera di giallista e ad interessarsi alle pratiche giuridiche (cosa che gli tornò utile quando, nel secondo dopoguerra, curò il repertorio giuridico dell'"Empire Digest"), pubblicando un romanzo che fondeva avventura e mistero scritto assieme a Neil Gordon, pseudonimo dello scrittore scozzese A.G. MacDonell, anch'esso appassionato di letteratura crime. "Il Mistero del Diario", tuttavia, recò in definitiva solo il suo nome sulla copertina. Ad esso, fecero seguito altri diciannove romanzi di genere, alcuni scritti sotto pseudonimo (Evelyn Elder, E. Grubb, Gasko), tra i quali vanno ricordati "The Murderer of Sleep", "Murder in Black and White" (il quale figura sotto la produzione di Elder e ha una struttura quadripartita, con tanto di sfida al lettore e una serie di immagini sul genere di "The Norwich Victims" di Francis Beeding), "Bull's Eye" e "Corpse in Cold Storage", questi ultimi due incentrati sulla figura di Sir George Bull, un investigatore privato di origini aristocratiche. I più importanti in assoluto, tuttavia, furono quei tre che ebbero in qualche modo a che fare con la disavventura che mise fine alla sua carriera di giallista: "Il Caso della Zitella Acida", "Il Capanno sulla Spiaggia" e "Death to the Rescue", dedicato ad Anthony Berkeley.

A causa di quest'ultimo romanzo, infatti, nel 1937 Kennedy venne citato in giudizio e processato per diffamazione. Ho già accennato al fatto che l'autore fosse fin troppo puntiglioso nel riportare nella finzione casi reali; ebbene, in questa occasione Philip Yale Drew, processato per omicidio, assolto e rovinato per il resto della propria vita dall'accusa che continuava a pendere sulla sua testa, lamentò con tanta forza il fatto che l'assassino di "Death to the Rescue" gli assomigliasse fin troppo, al punto da recare un danno alla propria immagine, che l'audacia dell'autore risultò andare troppo oltre. A nulla valsero le scuse di Kennedy e l'editore Gollancz: lo scrittore perse la causa, e ciò risultò in un duro colpo alla propria vena creativa, la quale si estinse ben presto (non dopo una certa rivalsa grazie a "Il Capanno sulla Spiaggia") e lo costrinse a un graduale abbandono delle scene, fino alla morte avvenuta nel 1968. Per quell'anno, tuttavia, lui era riuscito a lasciare un'eredità importante nel campo della letteratura del mistero: sia per conto proprio, come recensore per il "Sunday Times", sia quale membro del Detection Club (basta notare le numerose citazioni che ha fatto in "Il Caso della Zitella Acida" per capire come fosse molto legato a quest'ultimo, pp. 19, 85, 115). Kennedy, infatti, fu il più giovane membro maschile a partecipare alla fondazione dell'associazione; fu giudice nelle iscrizioni che i lettori inviarono per gareggiare nella scoperta della soluzione di "Il Paravento"; contribuì alla creazione di "L'Ammiraglio alla Deriva" e "Chi è il Colpevole?", i romanzi collettivi scritti coi colleghi del Club; scrisse un testo per "Great Unsolved Crimes", una raccolta di saggi che riesaminavano casi reali assieme ai suoi compagni; fu una delle tredici persone che parteciparono al "Trent Dinner", l'occasione che festeggiò il ritorno sulle scene del protagonista dell'innovativo "La Vedova del Miliardario" di E.C. Bentley. Oltre tutto, Kennedy è riuscito ad affrontare la sfida di autore di romanzi del mistero in modo da innovare il genere; non ai livelli di illustri colleghi come Sayers, Christie e Berkeley, ma sviluppando nuove idee che lasciano tutt'oggi sorpresi. L'immagine che ci resta di lui, un tipo dall'aspetto serio e occhialuto, può trarre in inganno: in realtà fu determinato, audace e dedicò molte energie sulla riflessione dello sviluppo migliore del genere giallo.

Launceston Guildhall, folla in attesa di Annie Hearn fuori dal
tribunale, nel febbraio 1931
Nelle dediche ai suoi romanzi più famosi, "Death to the Rescue" e "Il Caso della Zitella Acida", fece riferimento alle conversazioni che ebbe con Berkeley e Sayers, sfidandoli a trovare una via per portare il mystery su un nuovo piano, e non risparmiò critiche ai detrattori. Lui stesso si impegnò nell'introdurre elementi di rottura col passato nei propri libri, come testimonia il romanzo che ho recensito oggi: in esso, gli elementi più classici della fiction del giallo non vengono esaltati (penso all'ambientazione oppure al mistero inteso in modo tradizionale) per dare più importanza a una storia dove a dominare è la psicologia e gli aspetti derivati dal caso. Sono i moventi, la rispettabilità e un forte senso di doppiezza e segretezza che orchestrano le vicende dell'inchiesta sulla morte di Miss Tomlin. Nella dedica, Kennedy osserva che questa volta vuole dare vita a un racconto in cui i personaggi siano tutti affabili e simpatici: e in qualche modo ci riesce, dal momento che tutti sono raffigurati come vittime di un sistema malato (anche il narratone, nonostante sia un po' misantropo). Eppure, man mano che la storia si snoda davanti ai nostri occhi, ci rendiamo conto di come sul fondo si stagli su di loro sempre più un'ombra di sospetto. Francis Anthony, chiamato così in omaggio al suo grande amico Berkeley, vuole dare l'impressione di essere uno scorbutico snob e arrivista, ma nasconde nel proprio cuore un affetto sincero per la nipote e le persone che gli sono vicine (pp. 10-12, 28-34, 37-38, 46, 68, 79, 99-100, 111, 116, 118-119, 121, 124, 128-133, 139, 144-144, 156, 187); il colonnello Dawson, dietro alla maschera da signorotto, sembra voler approfittare dell'amicizia con l'invalido per agevolare il compito dei propri sottoposti (pp. 22-25, 137-140, 206-208); Cole agisce insistendo per conoscere le novità da Francis, ma non vuole condividere ciò che sa lui sul caso (pp. 50-53, 117-121, 124-125); il parroco Orde "predica bene e razzola male" (pp. 40-45, 199); il dottor Pope (pp. 72-76) sostiene di voler essere imparziale, ma intanto lancia accuse velate contro il collega Forbes, dipinto come un miserabile non esente da colpe (pp. 52, 56-57, 62-66, 194-195); le signore Figgis (pp. 99-106, 164-170, 201-203), Lewis (pp. 108-111, 150-151, 218-222) e Jane Marlow (pp. 188, 225-240) serbano emozioni contrastanti verso la vittima e pertanto dividono il giudizio che il lettore si fa su di loro. Ogni personaggio indica in qualche modo come la società non sia esente da cattiveria e malignità pure negli individui vittime di soprusi, suscitando la questione se sia lecito che i miserabili si prendano una rivincita su chi li vessa; oppure se l'essere umano sia in grado di giudicare con imparzialità e rigore.

Un altro tema affrontato in "Il Caso della Zitella Acida", infatti, è quello riguardante la giustizia e la sua fallibilità (pp. 241-243, 246-247, 249-258). Nella classica crime story, questo problema è stato sollevato in moltissimi modi differenti: riguardo quella che l'investigatore può elargire a propria discrezione; quella che i giurati possono esprimere, nel bene e nel male, nel loro ruolo delicato durante un processo che porterà alla forca; sulla fallibilità degli avvocati nell'esercizio delle proprie mansioni. Tra gli altri, a partire dagli anni della Seconda Guerra Mondiale, è stato discusso se esista il cosiddetto "delitto altruistico"; ovvero, la soppressione di individui che danneggiano la società e senza i quali, in sintesi, si starebbe molto meglio. In fondo, chi non vorrebbe aver visto Mussolini appeso, prima che potesse fare danni? Tuttavia, restava sempre il dilemma su quale fosse l'organo adatto a prendere decisioni serie sul diritto di vita e di morte. Alcuni giallisti ebbero una cieca fiducia nel fatto che i tribunali potessero assolvere al compito designato; altri, come Kennedy e Berkeley, capirono che a volte le cose non stavano proprio così. L'autore di "Death to the Rescue" scoprì a proprie spese come i fatti potessero essere fraintesi; cosa che forse esacerbò definitivamente la poca fiducia che aveva nella legge, già messa a dura prova dalla sua esperienza in uffici governativi e corridoi del potere inermi contro la minaccia del fascismo (come illustra il giallo "Sic Transit Gloria"). Il risultato di tutto ciò portò Kennedy ad avvicinarsi all'ottica sarcastica di Berkeley, il quale sfruttò il cinismo per mettere in ridicolo l'incapacità della giustizia nell'assolvere al proprio ruolo e i paradossi al suo interno che possono condannare gli innocenti a pagare prezzi altissimi: il tono usato in "Il Caso della Zitella Acida" mostra molto bene questo punto di vista (pp. 119, 172-173). Ma non è solo l'ironia, pure l'enigma del romanzo tende a dimostrare come la giustizia, esercitata o meno con fini positivi, da un singolo individuo oppure da un tribunale intero, sia guidata da una forza fatale governata dal Destino. In una sorta di omaggio all'opera di Iles/Berkeley, Kennedy diede vita a un mistero dai risvolti inaspettati, sebbene abbia sfruttato un elemento già visto, per far riflettere il lettore se esista una sorta di benevola coscienza, oppure tutti noi siamo governati dal Destino. Questioni intriganti, con parziali risposte altrettanto affascinanti per i miei gusti: insomma, sono stato molto soddisfatto del risultato degli sforzi dell'autore, nonostante non riesca a dare un voto pieno a causa delle piccole mancanze sul piano più tradizionale della storia. Kennedy non è Berkeley, e i risultati sono impietosi in questo senso; però ebbe buone idee e un grande coraggio nel perseguirle. Se solo non avesse esagerato, forse avrebbe potuto continuare su questa strada; ma probabilmente era solo questione di tempo, prima che venisse punito per la troppa audacia.


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