Copertina dell'edizione pubblicata da Polillo Editore |
Il cosiddetto "Christmas Murder Mystery", infatti, si presta particolarmente ad essere letto in questo momento della nostra Storia, dal momento che conforta e permette di "fare quello che non puoi fare mai", per citare una nota pubblicità dei dolci, almeno nel nostro immaginario. L'Inghilterra, poi, si trasforma in un paese fatato e magico, quando si tratta del Natale: fin dai tempi di Charles Dickens, l'atmosfera che si respira nel periodo natalizio è quanto mai carica di suggestione e fascino, che non vengono mai meno. In questo modo, quindi, mi auguro di farvi abbandonare le occasionali delusioni e la tristezza per una fine dell'anno quasi in solitaria. Immaginate in cosa potreste imbattervi, leggendo tali storie: i Christmas Carols, ovvero quei gruppetti di amici che si incontrano sulle strade per cantare canzoni beneauguranti e si scambiano ramoscelli sempreverdi di agrifoglio e vischio; letterine scritte a Babbo Natale con le liste dei doni che si desidera ricevere, oppure cartoline da spedire ai parenti e agli amici più cari; negozi e case addobbate con luci e festoni; maestosi alberi abbelliti con fiocchi, nastri e decorazioni in vetro, sotto al quale vengono messi i pacchetti colorati con i regali. Secondo la tradizione, la sera della vigilia si va insieme in chiesa per la Messa di Mezzanotte e, tornati a casa, i bambini appendono le calze ai caminetti e lasciano sul tavolo un bicchiere di latte, un mince pie e una carota per Babbo Natale e la sua renna. In questa stessa notte, inoltre, viene bruciato il tradizionale ceppo di Natale, il quale viene fatto durare il più a lungo possibile e se ne conserva un pezzetto per l'anno seguente. Il 25 dicembre, invece, viene dedicato alla famiglia, con un abbondante pranzo a base di tacchino ripieno accompagnato da mirtilli, purè di patate, zuppe e contorni e, ovviamente, quel celebre Pudding che occupa un ruolo tanto importante in un celebre racconto di Agatha Christie. Durante il pranzo, vengono scoppiati i Christmas crackers, piccoli petardi a forma di caramella allungata; il giorno dopo, invece, vengono fatti piccoli regali a quelle persone che si incontrano "per lavoro" durante l'anno, come il lattaio e il postino. Non è assolutamente affascinante tutto ciò? Ebbene, pensate che in un romanzo giallo tradizionale natalizio possiamo trovare numerosi di questi elementi... oltre ad avere servito un enigma che riesca a contrastare e spezzare l'aria di allegria e spensieratezza di questa occasione. Lasciatevi avvolgere dalla magia della classica crime story e tuffatevi in qualche racconto di questo tipo; come, ad esempio, quello che vi consiglio oggi e che, guarda caso, trova il suo fulcro proprio nel giorno di Natale. "La Mattina del 25 Dicembre" di C.H.B. Kitchin (Polillo Editore, 2011), infatti, è una storia classicissima, con tutto ciò che il lettore può richiedere: un circolo di persone sospette, riunite in una grande casa alla periferia di Londra; un'atmosfera di tensione repressa, che trova sfogo in occasionali scontri caratteriali ed emozionali; una serie di fatti raccontati con arguzia e sospesi in un momento eterno, quasi lirici e nebulosi; e un protagonista che si trova suo malgrado coinvolto in un crimine dall'enigma tra il tradizionale e lo psicologico, dove gli equivoci si susseguono uno dopo l'altro.
Landscape, Evgeny Lushpin, raffigurante una strada cittadina simile a quelle presso Beresford Lodge |
Inoltre, a peggiorare la situazione, il giovane scopre che in casa alloggiano tutti i figli della signora Quisberg. Clarence James è uno spiantato che si atteggia ad artista e possiede un temperamento tra il passionale e il melodrammatico, il quale mal sopporta il fatto che la madre si sia risposata più volte dopo la morte del primo marito. Amabel Thurston con il fidanzato Leonard Dixon sono una coppia esplosiva a dir poco: ventenne, biondissima ed estremamente sicura di sé lei; un robusto ex piantatore di tè, con un carattere violento e focoso lui. Chiudono il cerchio Sheila Thurston, una diciottenne dal carattere riservato e amabile, al limite della trasparenza ma di buon cuore, e un ragazzo di nome Cyril che è appena stato operato e sta chiuso nella sua camera. Se non si conta la placida Sheila, il miscuglio di temperamenti e caratteri rischia di scatenare odi e gelosie tra i giovani rampolli dei Quisberg; e Malcolm teme qualche scenata (o peggio) proprio durante il periodo delle feste, quando tutti quanti saranno costretti a stare a contatto gli uni con gli altri. Ma niente paura: Warren si convince di potersene stare quasi sempre chiuso nella propria stanza, magari a leggere e a riposare. Certo, non farebbe una bella figura coi suoi anfitrioni, con il dottor Green e con gli altri ospiti di Beresford Lodge, un'infermiera alla quale è affidato il piccolo Cyril e l'anziana madre di Harley. Però lui sente di aver un gran bisogno di stare sulle sue; così si organizza. Peccato che, proprio la sera della Vigilia, Amabel e Dixon abbiano la sciagurata idea di trascinare tutti quanti nel rumoroso gioco delle sedie... con la conseguenza che Malcolm si ritrova con un braccio al collo a causa di una caduta rovinosa. Dopo una notte trascorsa immerso nei confusi miasmi del sonnifero, il giovanotto si sveglia al mattino e si affaccia al balcone della sua stanza, pregustando la bellezza del Natale. Ma cos'è quel fagotto sulla ringhiera? Sembrerebbe proprio un cadavere... Che si rivelerà essere la vecchia signora Harley. Si tratta di una disgrazia causata dal sonnambulismo di cui la poveretta soffriva? O forse di una faccenda molto più complicata? Starà a Malcolm, annoiato e intimorito dalle reazioni degli abitanti di Beresford Lodge, mettere la polizia sulla traccia giusta per scovare l'eventuale colpevole di un omicidio che ha rovinato il Natale di tutti quanti.
Scena di neve ad Argenteuil, Claude Monet, 1875 |
Pertanto, tornando all'affermazione con cui ho aperto lo scorso paragrafo, è indiscutibile che il libro di Kitchin sia inferiore ad altri, scritti magari nello stesso periodo e decisamente più articolati sotto alcuni aspetti stilistici e contenutistici; però è pur vero come "La Mattina del 25 Dicembre" non sia per questo imperfetto o scadente, e costituisca una perfetta lettura da fare quando ci si vuole prendere una pausa per rilassarsi. In particolare, a mio parere, l'autore si è impegnato a creare una giusta atmosfera di conforto e suggestione, quasi intima nella descrizione delle azioni prudenti del protagonista e nelle riflessioni che egli cala e spesso lascia libere, mentre si trova in camere riscaldate da caminetti, stanze appena soffocanti per lo sfarzo degli arredi o nel giardino lussureggiante di Beresford Lodge (pp. 123, 128-129, 143-145, 150-154, 159, 168-170). Più che all'indagine, ciò che costituisce il fulcro della narrazione è l'interazione tra i personaggi, con le loro passioni e correnti sotterranee che li legano l'uno all'altro e, allo stesso tempo, li fa scontrare ed allontanare. Il clima di tensione, mantenuto dai costanti timori di Malcolm e dai lievi cenni di inquietudine emersi dalle azioni e dalle parole nervose degli altri protagonisti del caso, viene mitigato da una certa liricità, quando questi stessi personaggi si muovono in uno scenario un po' nebuloso e fissato nel tempo, come se da quella fatidica Vigilia di Natale, fino al giorno 27 in cui ha termine il racconto, non avesse mai termine e fosse sospesa in un momento d'eternità. Ciò che nel complesso si ricava dalla lettura di "La Mattina del 25 Dicembre", dunque, è quella di aver letto un romanzo giallo delineato nel solco più classico della tradizione inglese; nonostante a un'attenta lettura emergano lo stesso piccoli cenni innovativi che lo discostano dall'uso di cliché. Tra gli altri, ad esempio, troviamo sì un gruppo eterogeneo con una prevalenza del nucleo familiare dei Quisberg; ma non c'è alcuna figura patriarcale/matriarcale a dominare la scena, come accade in "Il Natale di Poirot" per citare un titolo. Oppure la decisione di non dare una totale declinazione dell'assetto della storia sul mystery ad enigma puro o su quello di carattere psicologico, ma di farli convivere entrambi: nella prima metà, vi è una prevalenza di riflessioni sull'agire dei protagonisti e una piccola infusione nella comedy of manners, dove qualcuno potrebbe obiettare fin troppa lentezza e logorrea dell'autore; ma nella seconda troviamo un'articolazione dell'indagine da parte della polizia più sentita, basata sull'analisi di indizi più o meno materiali per riuscire ad inchiodare un dato colpevole. Lo stesso capitolo finale, dove gli indizi vengono in qualche modo evidenziati per i lettori più distratti (è forse un caso particolare di cluefinder, uno di quegli schemi che alcuni giallisti includevano in coda ai proprio romanzi proprio a questo scopo?), è una variante al giallo della tradizione più stretta. A parte ciò, comunque, "La Mattina del 25 Dicembre" si può considerate davvero come un classico giallo delle feste, il cui valore (come lo stesso autore ha implicitamente sottolineato) sta nel racconto del caso e nella delineazione di chi lo popola.
Clifford Henry Benn Kitchin, nato nel 1895 e morto nel 1967 |
Ad esempio, troviamo numerose digressioni sui temi più disparati ed innocui, come la Borsa e gli affari economici nella City (pp. 79-80, 83-84), l'arte e la musica (p. 107), la medicina (Freud e Antaronyl), la politica e il giornalismo (pp. 172-174): in questi casi, spesso si tratta di semplici osservazioni fatte da Warren in espressione del proprio snobismo o in aggiunta alle descrizioni che ci vengono fatte dei personaggi e degli scenari. Nonostante ciò, comunque, vi voglio avvertire di non prendere sempre troppo alla leggera qualunque piccolo accenno fatto dal giovanotto o da qualche altro protagonista del romanzo, dal momento che in qualche occasione queste apparenti deviazioni dal sentiero dell'indagine si potranno rivelare importanti nel riepilogo dei fatti utili alla scoperta del colpevole e del modo in cui questa persona ha agito: se nella prima parte esse sono più numerose, non significa che siano tutte estranee al caso; anzi, a volte si riveleranno più utili degli indizi materiali e tangibili snocciolati nella seconda metà della storia. Gli stessi comportamenti degli attori sulla scena, mossi dalla psicologia umana e da ragioni che rientrano più nel campo dell'irrazionale e del campo spirituale, sono essenziali per riuscire a comprendere appieno il movente dell'omicida e come lo ha spinto ad agire. Nel testo sono presenti moltissimi dialoghi, oltre alle riflessioni del narratore-protagonista che punteggiano con costanza ogni capitolo, ed essi costituiscono forse il mezzo principale attraverso cui riuscire a scoprire la verità prima che Kitchin ce la sveli alla fine del racconto. Pure l'aspetto romantico della storia, sebbene Malcolm sia tanto pieno di sé (in senso positivo) da non lasciarsi mai andare del tutto, gioca un ruolo di una certa importanza nello svolgimento del processo di indagine verso l'individuazione del colpevole, oltre ad essere dipinto in modo ammirevole. Ma in realtà, in "La Mattina del 25 Dicembre" c'è ben poco di non superbamente tratteggiato: le vicende sono concentrate all'interno di Beresford Lodge, ma spaziano pure nei dintorni esterni della casa, nel giardino e lungo le strade che la collegano con la civiltà, delineando in tono onirico e lirico le caratteristiche dei luoghi. Ogni tanto ci troviamo di fronte a romanzi gialli che trasmettono così bene un ambiente che il lettore si sente come se ci vivesse dentro, tanto ci si ritrova a navigare tra gli scenari: ebbene, questo è uno di quelli. Se qualche volta ci pare di trovarci di fronte a descrizioni fin troppo dettagliate e quasi noiose, dobbiamo ricordare che esse ci permettono di farci meglio un'idea degli spazi in cui i protagonisti si muovono; pertanto, meglio lasciarsi trasportare dai flashback e dalle descrizioni che in qualche modo rendono la narrazione liscia come l'olio e salda. Magari quello di Kitchin non sarà il libro meglio strutturato in questo senso, ma la caratterizzazione e l'ambientazione sono così ben descritte che il risultato è straordinario (pp. 10, 14-18, 39, 48-49, 73-77, 87-89, 92-94, 97, 99-101, 106-110, cap. 11, 191-199).
Detail 2 from Hunters in the Snow, Pieter Bruegel The Elder, 1565 |
Ma non si limita al puro tratteggio dei temperamenti, l'occhio critico di Kitchin. Ho notato una certa abilità, forse dettata dalla propria esperienza, nel descrivere quali siano le azioni che compie l'agente di borsa oppure il finanziere, la quale contrasta con quella più stereotipata di autori più celebrati della Golden Age. Una volta tanto, l'autore ha dimostrato di essere più bravo dei suoi colleghi in qualche frangente. Per quanto riguarda l'enigma puro, invece, Kitchin si è attenuto a uno schema meno articolato ed innovativo, lasciando a una certa casualità alcuni momenti di svelamento che in un altro caso forse sarebbero stati meglio trattati. Ma come dicevo, il bello di "La Mattina del 25 Dicembre" non sta tanto nel fatto che il suo mistero sia straordinariamente innovativo, quanto nel puro racconto degli eventi narrati all'interno della storia. Tutto ciò che accade prima del delitto, tra i giochi da tavolo e quello delle sedie, la cena della Vigilia, le consuetudini al momento di andare a letto e al risveglio, le interazioni tra padroni e servitù, oppure tra ospiti e anfitrioni: ogni cosa trasmette conforto e affascina, all'interno di questo romanzo intelligente e ben strutturato, il quale mette in scena una vicenda movimentata e intrigante, complessa e ben tracciata. Si tratta di una prova esemplare di come non si debba necessariamente ideare un giallo pieno di trucchi mai visti, ma soltanto saper mettere insieme alcuni elementi all'apparenza semplici per dare vita a una serie di eventi che suscitino curiosità e spingano chi legge ad andare avanti. Certo, qualcosa di declinato in modo nuovo serve sempre, ma non occorre sia chissà cosa. Pertanto, ribadisco come "La Mattina del 25 Dicembre" mi sia piaciuto molto. Esso è un eccellente classico minore del giallo di Natale, perfetto per augurarvi ancora una volta un buon Natale.
P.S. Questa recensione è idealmente dedicata a Selene, Martina, Giada, Giorgia, Miriam, Michelangelo, Lorenzino, Antonio, Federico, Flow, Valentina, Chantal, Ana, Fortunato, Viviana, Fabrizio e Andrea. Il 2020 è stato un anno meno pesante grazie a voi. Lo sapete, vi voglio bene.
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