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venerdì 20 settembre 2019

9 - "Sei Oggetti Misteriosi" ("Six Queer Things", 1937) di Christopher St. John Sprigg

Copertina dell'edizione pubblicata
dalle Edizioni Lindau
In Italia, la collana che ha fatto da apripista alla crime story è stata senza dubbio quella del Giallo Mondadori, la quale proprio in questo 2019 compie novant'anni. Fin dagli inizi del Novecento, infatti, essa si è assunta il lodevole compito di presentare ai lettori validi esempi di narrativa del mistero, in una forma accessibile a tutti e, soprattutto, economica. È stato grazie ad essa che scrittori come Agatha Christie, Dorothy L. Sayers, John Dickson Carr, Ellery Queen e Patrick Quentin, hanno avuto la possibilità di raccogliere nuovi seguaci, per cui bisogna essere grati per il lavoro che Mondadori ha compiuto in tutto questo tempo. Tuttavia, se prima dell'avvento del nuovo millennio essa ha giocato in un terreno libero da avversari temibili, negli ultimi quindici anni la sua leadership indiscussa ha ravvisato una risoluta concorrenza da parte di un altro editore, il quale ha esercitato (ed esercita ancora) un ruolo molto importante nella diffusione del giallo tradizionale nel nostro Paese e si è assicurato la gratitudine dei fans più nostalgici ed accaniti; ovvero Polillo. Quest'ultimo, agendo nell'ambito poco sfruttato delle librerie, con la collana "I Bassotti" è riuscito a dimostrarsi al passo con i tempi e a conquistare la fetta di pubblico delusa dalla preponderanza di crime novels di stampo moderno, presenti tra le nuove uscite del suo diretto antagonista, grazie alla centellinata pubblicazione di uno o due titoli al mese, appartenenti all'età d'oro del mystery. In questo modo, ha ridato linfa a un genere che minacciava di venire sopraffatto dalle nuove tendenze e, allo stesso tempo, ha permesso a tanti neofiti (come era a quel tempo il sottoscritto) di addentrarsi in un mondo sorprendente e affascinante. A tutt'oggi, Polillo rappresenta la fonte principale per il recupero del patrimonio costituito dalla crime story della tradizione angloamericana classica, poiché ha riproposto valide traduzioni di romanzi reperibili soltanto nei mercatini dell'usato e (cosa più importante) ha introdotto nel mercato italiano inediti di qualità, facendo proprio il ruolo pionieristico che era stato del Giallo Mondadori e, a volte, riuscendo addirittura a precedere la riscoperta in lingua inglese di alcuni autori.

Un esempio può essere Milward Kennedy, del quale Polillo ha finora pubblicato "Il Mistero del Diario" (il cui titolo originale è "The Bleston Mystery") e "Il Caso della Zitella Acida" ("Poison in the Parish"); H.H. Stanners e il suo "Com'è Morto il Baronetto?", quasi introvabile in edizione originale; oppure Christopher St. John Sprigg. Di quest'ultimo, in particolare, Polillo ha dato alle stampe i suoi due gialli più famosi, per poi passare il testimone a Lindau il quale, a sua volta, ha tradotto altri tre titoli. Si tratta di libri che, fino a poco tempo fa, erano molto rari da ottenere in lingua inglese; forse a causa del fatto che Sprigg morì giovane e, come Dorothy Bowers, non ebbe il tempo materiale per promuovere a dovere la propria opera, al fine di evitare che essa venisse ingoiata dal vasto numero di gialli che a quel tempo venivano pubblicati. Quindi, la loro ripubblicazione risulta ancor più degna di lode di quanto accadrebbe con altri scrittori; anche perché, pur non essendo capolavori, i romanzi di Sprigg appartengono alla Golden Age e, di conseguenza, presentano enigmi deliziosi e ricchi di ironia, con personaggi divertenti ed ambientazioni esotiche. Solamente il suo ultimo sforzo letterario, "Sei Oggetti Misteriosi" (Edizioni Lindau, 2019), si differenzia dalla norma. Esso, infatti, venne pubblicato postumo, dopo che il suo autore adottò una convinta fede politica rigorosa e severa, per cui presenta una visione più cupa della realtà, un'umorismo nero molto spiccato e l'analisi di alcuni temi da un punto di vista tutt'altro che imparziale. In ogni caso, con questo non intendo affatto sminuire la qualità dell'opera; essa affronta argomenti interessanti e presenta comunque un racconto suggestivo, mostrando ancora una volta come il thriller possa essere accostato alla detection classica.

"Seduta Spiritica" di Giuseppe Bossa Kiniggia
La trama di questo romanzo si articola a partire dalla curiosa e inaspettata offerta di lavoro che Michael e Bella Crispin, fratello e sorella impegnati in una sorta di "ricerca" scientifica, rivolgono a Marjorie Easton, una giovane apprendista dattilografa. La ragazza, la quale mal sopporta di dover ancora condividere la propria vita con lo zio bisbetico e ha intenzione di coronare al più presto il sogno d'amore che condivide con il suo fidanzato, Ted Wainwright, sembra essere proprio la persona adatta a occupare il posto di assistente di Michael, tanto da venire letteralmente abbordata in una sala da tè per vedersi proporre di diventare loro socia, senza dover fornire alcun tipo di referenza, ma solo a causa della sua somiglianza con una certa Renée de Varennes. Dal canto suo, Marjorie è un po' dubbiosa: non capisce cosa vedano in lei i Crispin, per dimostrarsi così entusiasti nel caso decidesse di accettare la loro offerta, ma soprattutto sente che deve esistere qualche imbroglio in una faccenda tanto insolita. Infatti, il salario appare troppo sostanzioso per un semplice incarico da segretaria, e le garanzie per la sua assunzione appaiono tali da destare i suoi sospetti. Certo, la possibilità di acquisire una posizione ben pagata, che la impegnerebbe solo per poche ore del giorno e le permetterebbe di passare più tempo con Ted, la tentano come non mai. Tanto più che lo zio ha velatamente suggerito di allontanarla da casa. E poi, in fin dei conti, i Crispin le sono sembrati rispettabili, anche se un po' eccentrici. Lui, ad esempio, ha un aspetto fisico un po' sgradevole, parla pochissimo e ogni tanto assume un atteggiamento scorbutico; lei, invece, presenta un'aria sottomessa e docile, quasi smorta, ma nel momento del bisogno sembra capace di dimostrare una grande praticità. Peccato solo che non abbiano voluto sbilanciarsi troppo sulla natura dei loro studi...

Indecisa e incuriosita dal loro comportamento riservato, Marjorie decide di fare un sopralluogo al n. 7 di Belmont Avenue, dove i Crispin alloggiano, prima di decidere se accettare o meno il posto. Il colloquio con i padroni di casa, tuttavia, si rivelerà fonte di ben più di una sorpresa: laggiù, infatti, dove le stanze sono piene di specchi, strani mobili e drappi per oscurare le finestre, la ragazza scoprirà che Michael agisce come medium, per sedute spiritiche che attirano un gruppo di individui uno più strano dell'altro, mentre Bella si occupa dell'andamento domestico. E quando Marjorie, affascinata dai riti e fiduciosa di poter contare sulle capacità dei Crispin per contattare la madre defunta, si risolverà a mettere da parte i pregiudizi e ad accettare la loro proposta, si innescherà una lunga serie di guai: innanzitutto, la pressione delle sedute porterà la ragazza sul ciglio di un esaurimento nervoso, tanto da spingerla a chiede l’aiuto di uno dei partecipanti ai riti spiritici, il dottor Wood; ma soprattutto, ben presto si verificherà una morte impossibile, la quale implicherà Ted, intrufolatosi nella cerchia degli adepti dei Crispin per scoprire come mai Marjorie sia cambiata in così poco tempo. Toccherà all'ispettore Morgan il compito di sbrogliare la matassa, scacciare gli incubi che si sono addensati sul n. 7 e trovare le risposte che servono per risolvere l'enigma dell'omicidio e per spiegare la presenza, in un cassetto della scrivania della vittima, di sei oggetti misteriosi e insoliti.

Immagine del Grande Sciopero del 1926, a Londra
Tra i romanzi gialli di Sprigg, "Sei Oggetti Misteriosi" spicca in modo netto in mezzo al gruppo. Più che una detective novel tradizionale, esso appare come un qualcosa di sperimentale, una commistione di generi diversi, alla maniera di "Svanita nel Nulla", a cui viene accostato un enigma imbastito in modo da rappresentare una visione della realtà che definire pessimistica risulta quasi riduttivo. Poco prima di scrivere questo libro, infatti, l’autore aveva fatto proprio il severo idealismo marxista; quindi esso non presenta più la spensieratezza caratteristica dei gialli precedenti, ma in qualche modo intende farsi mezzo di diffusione dell'inflessibile credo comunista, usando un tono serio come accadde anche nelle opere di narrativa di Douglas e Margaret Cole, i quali si impegnarono a fondo per affermare il più diffusamente possibile la causa del loro Partito. Il fulcro centrale della narrazione di questo romanzo di Sprigg, in particolare, verte sugli effetti nefasti che l'interesse per i fenomeni immateriali sortisce sulla mente delle persone comuni e dei deboli, traviandola dall'affidabile materialismo predicato dalla sua nuova fede politica in favore di un "mondo spirituale", che ha come scopo quello di confondere e opprimere l'individuo, spingerlo a lasciarsi manovrare dal Sistema e a credere in cose che, in realtà, sono futili e inconsistenti. Si trattava di una battaglia, portata avanti in modo manifesto dal Partito Comunista ancor prima del famoso Sciopero Generale del 1926, che occupava le prime pagine dei giornali ed interessava più o meno tutta quanta la popolazione della Gran Bretagna; per cui Sprigg, deciso a promuovere la causa comune ai suoi compagni, si convinse a scrivere una crime story per dare un'ulteriore spinta alle innovative convinzioni che si andavano diffondendo tra la gente. E per mettere bene in luce la netta differenza tra la “sua” visione della società rispetto a quella degli avversari, non trovò di meglio che ideare una vicenda con cui scagliarsi contro lo spiritismo che furoreggiava in quegli anni, usandolo come capro espiatorio.

Quella dei riti per il contatto con i morti era una vera e propria mania, nata in America nel corso dell'Ottocento e diffusasi in seguito anche in Inghilterra, dove aveva fatto grande opera di proselitismo; soprattutto tra il 1914 e il 1930, quando la perdita di numerosissime vita nelle guerre mondiali indusse non solo il personale sanitario nei campi di battaglia, ma anche i familiari sopravvissuti delle vittime a cercare conforto nelle sedute attraverso cui parlavano con i cari defunti. In un paese scosso dalle conseguenze del conflitto a livello nazionale (non per nulla si parla di "Shell Shocked Britain"), non sorprende che in molti facessero affidamento in tali pratiche al fine di "aiutarsi a sollevare l'onere del dolore sopportato [...] sia a diffondere la "verità" della comunicazione spirituale". E stupisce ancora meno il fatto che molti personaggi pubblici avvalorassero i riti, come ad esempio Arthur Conan Doyle, l'inventore di Sherlock Holmes, attirandosi in questo modo le ire di cattolici e anglicani, i quali accusarono i medium di essere ciarlatani aggressivi; di medici, che consideravano la faccenda come una minaccia che avrebbe favorito lo sviluppo delle psicosi, ed infine proprio dei marxisti. Nell'ottica di questi ultimi, lo spiritismo era raffigurato come uno strumento attraverso cui manovrare gli emarginati e i deboli; una messa in scena che implicava la corruzione morale e andava contro tutti i principi. "Un tentativo di sfruttare gli alienati [...] lo stanno facendo un po’ dappertutto a Londra, se per alienati non intendiamo solo quelli dichiarati tali, ma anche chi ha una mente più o meno debole, i disadattati o chi è emotivamente sconvolto per un grave lutto" osserva a riguardo Sprigg, nella parte finale di “Sei Oggetti Misteriosi”. Quindi, questo aperto attacco allo spiritismo deve essere interpretato come un'accusa consapevole da parte del comunismo contro l'influenza dei cosiddetti "poteri forti" (o "superfurfanti", come li definisce Sprigg nel romanzo). Grazie all'utilizzo di un linguaggio scarno e fatto di nozioni precise, l'autore mette in luce come non ci sia nulla di davvero suggestivo o spiritoso nelle allucinazioni di Marjorie, nelle sedute cui la ragazza partecipa e nella figura di Michael Crispin, come invece avviene in altri romanzi gialli della Golden Age, quali "Un Messaggio dagli Spiriti" di Agatha Christie e "Veleno Mortale" di Dorothy L. Sayers. E non sottolinea affatto il ruolo positivo dei riti spiritici nello smascheramento dei colpevoli: spesso, infatti, questi venivano adottati dagli investigatori al fine di influenzare personaggi suggestionabili; nel suo romanzo, invece, Sprigg conferisce loro una funzione del tutto diversa, quali meri espedienti per fare pressione sulla psicologia degli associati e indurli alla pazzia, così da eliminarli dalla società in quanto incapaci di intendere e di volere (a questo proposito, è significativa la descrizione della vita in manicomio ai capitoli 9, 10 e 11).

Con la storia di Marjorie, egli intende dare un monito al lettore: a partire dal desiderio della ragazza di un'esistenza romantica, lontana dalla monotonia di tutti i giorni, sviluppa pian piano una serie di vicende che intendono illustrare come sia più sicuro (e quindi preferibile) affidarsi a uno stile di vita basato sulla fiducia che deriva da fatti concreti e non da parole e promesse vuote. Ad esempio, viene più volte sottolineato come l'incontro tra Marjorie e i Crispin sembri studiato a tavolino (pp. 20-21); viene messo in evidenza il modo apparentemente affabile attraverso cui i due fratelli conquistano la fiducia della ragazza (pp. 53-55); vengono ribaditi gli inutili tentativi di Ted di riportare Marjorie "sulla retta via", in seguito al contatto con il mondo dello spiritismo (pp. 59-62), come pure il fatto che la ragazza appaia sempre più succube dell'influenza dei Crispin dal momento in cui Ted non costituisce più un punto fisso nella sua vita (pp. 70-73). Sprigg suggerisce che anche l'accettare il supporto di personaggi che ce lo offrono per puro spirito di carità (quali Mrs Threpfall e del dottor Wood) è qualcosa di cui bisogna diffidare, poiché non sappiamo quali possano essere i loro fini reali. Insomma, con questo romanzo Sprigg mette in rilievo come sia pericoloso affidarsi a un mondo che, attraverso facili inganni e speranze illusorie, può cambiare radicalmente la nostra personalità, attuando con fredda crudeltà una sorta di "lavaggio del cervello", e suggerisce che solo la guida di persone consapevoli può "guarire" chi si è assuefatto al "mondo spirituale" tanto odiato dallo stalinismo (vedasi p. 274). Tenuto conto di tutto ciò, dunque, quella di "Sei Oggetti Misteriosi" risulta una storia più complessa di quanto appaia a prima vista: non è soltanto un romanzo ibrido, con una prima parte costruita sul tipo del giallo tradizionale e una seconda impostata più sul genere thriller, ben intrecciate tra loro e caratterizzate da un'accurata gestione della suspense (pur tenendo conto che purtroppo non esiste fair-play e che la spiegazione dei sei oggetti misteriosi non è forse così centrale nella trama); è un libro che, sotto sotto, descrive la società del suo tempo e i cambiamenti che in quel momento erano in atto.

Christopher St. John Sprigg, nato
nel 1907 e morto nel 1937
Lo stesso Christopher St. John Sprigg, negli ultimi anni della sua vita, prese parte ad alcuni importanti avvenimenti della Storia. Nato nel 1907 a Putney, nella zona sud-ovest di Londra, dopo aver lasciato la scuola a quindici anni, a causa del licenziamento del padre dalla redazione del Daily Express, egli divenne prima giornalista per lo Yorkshire Observer, ed in seguito direttore di un giornale per conto proprio: l'Aircraft Engineering, una testata che si occupava di aviazione, argomento del quale lui era un grande appassionato. Lettore voracissimo, versatile romanziere, scrittore di poesie e opere teatrali, oltre che di trattati filosofici, scientifici, critici e ovviamente romanzi gialli, all'età di 27 anni Sprigg si appassionò alle teorie marxiste ed iniziò a studiarle a fondo, segnando la sua vita nel bene e nel male. Impiegò un decennio prima di pubblicare, sotto lo pseudonimo di Christopher Caudwell, il suo primo saggio a riguardo, "Illusione e Realtà", dove accostava la sua visione della società a quella dell'impegnata cerchia di poeti guidati a W.H. Auden; nel frattempo, tra un volume di poesie e un saggio sugli aerei, tra il 1933 e il 1937 si dedicò alla pubblicazione di sette crime novels, la maggior parte caratterizzate da uno stile brillante e personaggi vivaci che gli procurarono gli elogi di altri colleghi quali Dorothy L. Sayers (con la quale intrattenne uno scambio di corrispondenza per un breve periodo), Michael Innes e Nicholas Blake. Con quest'ultimo condivise l'impegno sociale e politico nel campo della narrativa: oltre a "Illusione e Realtà", infatti, avrebbe dato alle stampe ancora molti manuali e testi di critica in questi ambiti. Peccato che non ne avrebbe visto nessuno: a partire dal 1934, l'attivismo politico iniziò a consumarlo lentamente, tanto da capovolgere le sue idee riguardo le opere fittizie fino a considerarle come "spazzatura" da buttare giù solo per i soldi. Le opere più importanti, secondo lui, erano i tomi pesanti e seri sulla teoria del comunismo. Inoltre, l'attivismo per conto del partito e l'intenzione di lavorare attivamente per la sua Causa lo spinsero a recarsi, nel 1936, fino in Spagna, dove guidò un'autoambulanza e si fermò in modo stabile per essere di supporto ai compagni. Fu laggiù che, un anno dopo, venne ucciso il primo giorno della battaglia di Jarama, nonostante i disperati tentativi del fratello Theodore di convincere il segretario del partito comunista di richiamarlo in patria; ormai si era perso nella sua guerra personale, ma perlomeno morì combattendo per qualcosa in cui credeva con passione.

Lasciò in eredità ai posteri una grande quantità di opere di vario genere, ma al giorno d'oggi le più ricordate sono quelle appartenenti al genere della crime story: "Omicidio a Kensington" (1933), "Omicidio in Fleet Street" (1933), "L'Alibi Perfetto" (1934), "Morte di un Aviatore" (1934), "The Corpse with the Sunburnt Face" (1935), "Death of a Queen" (1935) e "Sei Oggetti Misteriosi" (1937), che ho recensito quest'oggi. I suoi personaggi sono sempre vividi e descritti a tutto tondo: ad esempio, Marjorie Easton, da tipica ragazza ingenua e un po' credulona, evolve dalla propria condizione di disperazione, dopo aver sperimentato incubi terribili ed essere stata sull'orlo dell'esaurimento nervoso, in una donna che ha preso coscienza di sé e che "ha imparato la lezione" (p. 274). L'ispettore Morgan, da investigatore per nulla fantasioso, sperimenta l'esperienza di confrontarsi con un caso insolito e si scopre capace di immaginare abbastanza per riuscire a risolvere l'indagine che gli è stata affidata. Ted, alter ego dell'autore, supporta Marjorie nel suo processo di evoluzione e le permette di raggiungere una vita felice. Queste tre figure condividono la scena all'interno del romanzo, affiancati dalla coppia dei Crispin, astuti, strani e insinuanti, ma anche molto affascinanti (una delle caratteristiche di Michael mi ha sorpreso non poco). Lo stile e la descrizione della ambientazioni, infine, danno un tocco di irrealtà alla vicenda, come se fossimo immersi in una sorta di incubo ad occhi aperti, dove la crudeltà la fa da padrone e l'oscurità può inghiottire le persone quasi senza che esse possano ribellarsi. Tutto ciò ho ricavato dalla lettura di questa prova letteraria, interessante ed insolita nel suo insieme all'interno del panorama della classica crime story. Sono i risvolti psicologici e mentali ad interessare l'autore, insieme alle sollecitazioni che vengono dall'esterno e influiscono sul ruolo in società dell'individuo. Grazie al tono cupo e a volte venato da uno spiccato umorismo nero, tutto ciò appare claustrofobico e minaccioso; è proprio un peccato che un autore come Sprigg, dotato di un raro talento nella narrazione e di uno stile tanto brillante, sia morto così giovane; se fosse vissuto e avesse deciso di allontanarsi dal marxismo, forse avrebbe potuto allietarci con altre storie. È proprio vero che le guerre sono deleterie per l'umanità.

P.S. Questo post è dedicato alla memoria di Marco Polillo, scomparso dopo che io avevo già scritto l'introduzione che trovate in cima alla pagina. Grazie ancora per tutto quello che hai fatto per il giallo in Italia.

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