Copertina dell'edizione pubblicata dall'Editore Mulatero |
Il Monte Tryfan, con una visuale sulla parete interessata alle indagini in "Morte Dietro la Cresta" |
Filthy lo sente: qualcosa di terribile e di oscuro si sta addensando sul Dol Afon; e non si tratta solo delle nuvole che vanno raccogliendosi sulle pareti rocciose del Monte Tryfan. In seguito a una passeggiata ricognitiva, durante la quale i conflitti vengono esasperati ancora di più e i suoi presentimenti acuiti dalla tensione, Lewker decide di intraprendere la facile via della Grooved Arete assieme a Harold e al professor Ferriday, mentre il resto del gruppo si sparpaglia sulla montagna e a valle. Hilary ha accettato di arrampicare assieme a Cauthery il Milestone Buttress, un percorso per principianti in cui nessuno dovrebbe aver problemi, e lui non riesce a togliersi di dosso la sensazione che la Morte sia in agguato tra le guglie rocciose. Alla fine i suoi presentimenti di avverano: durante l'ascesa con Hilary, Cauthery scivola da una guglia e cade, morendo sul colpo. Tutto farebbe pensare a un incidente (tanto più che il tempo si era fatto nebbioso e il rischio di scivolare si era alzato); eppure la ragazza ha sentito qualcosa che potrebbe ribaltare la situazione e aprire a nuove ipotesi, tra cui quella dell'omicidio. Ma chi potrebbe essere il responsabile? Forse lo strano individuo che si è accampato sul Tryfan? Certo, i moventi per l'uccisione di Cauthery non mancano; eppure tutti gli escursionisti possiedono alibi che appaiono inattaccabili. Deciso a vederci chiaro e ad impersonare il protagonista della tragedia, Lewker intraprenderà un'indagine ufficiosa assieme a Hilary, atta a scagionare gli innocenti da un pesante sospetto e ad assicurare alla giustizia un astuto assassino, capace di spostarsi da una vetta rocciosa ad un'altra come per magia.
Copertina dell'edizione pubblicata dalla Rue Morgue Press |
Inoltre, non bisogna dimenticare che il Monte Tryfan esiste davvero e si trova proprio nel nord del Galles (in quello che oggi è lo Snowdonia National Park, istituito nel 1951, proprio l'anno in cui venne pubblicato il romanzo in questione), come il fatto che l'autore è vissuto da quelle parti e ha potuto attingere ad esperienze reali per costruire questa storia (es. pp. 30-31); questi aspetti hanno aiutato a dare maggiore realtà ai luoghi in cui viene ambientato l'assassinio di Cauthery e ai movimenti dei personaggi (soprattutto quelli di Lewker). Però bisogna ammettere che, forse, l'attenzione data all'aderenza della realtà ha in un certo senso pregiudicato la riuscita complessiva dell'indagine intrapresa da Lewker e Hilary e dello stesso romanzo. Va benissimo soffermarsi sui piccoli aspetti che rendono autentici gli scenari in cui decidi di immergere i tuoi personaggi (mi viene in mente, ad esempio, il villaggio di Fenchurch St. Paul di "Il Segreto delle Campane" di Dorothy L. Sayers) e sulle azioni degli attori sulla scena, spesso caratterizzate da divertenti siparietti; tuttavia, se ciò va ad occupare una parte maggiore dell'indagine che intendi raccontare, forse questo può essere un po' controproducente. Voglio dire, è interessante il racconto della scalata passo per passo oppure la vita all'interno dell'ostello, ma tutto ciò deve essere un'aggiunta al caso e non sostituirsi ad esso. In "Morte Dietro la Cresta", invece, ho notato che è avvenuto il contrario, tanto che alla fine il mistero è sembrato quasi spostarsi in secondo piano rispetto al resto. Intendiamoci, lo stile è ironico e il libro si legge molto bene (es. pp. 24, 56, 114, 244-248): ci sono cenni alla politica e alla scienza (pp. 80-82, 211-213, 234-235, 282-283), all'arrampicata (pp. 228-229, 267-270) e tutta una serie di citazioni divertenti tratte da Shakespeare e da altre crime novels (pp. 20-23, 29-30, 102, 107, 113, 225-226 ecc..., oltre ai titoli dei capitoli). Però la sensazione finale che ho percepito è stato quello di aver ideato un'indagine della quale nemmeno l'autore era del tutto convinto. Certo, la soluzione dell'apparente impossibilità del caso è soddisfacente e piacevole, ma anche un po' banale e prevedibile per chi ha letto parecchi romanzi del mistero; come se l'impegno di Glyn Carr fosse stato riposto più sulla costruzione degli scenari che sull'enigma. È questa la critica più grande che mi sento in dovere di fare su questo esordio, basato su false piste non del tutto impossibili da svelare prima della spiegazione finale, ma in fondo coinvolgente in fatto di stile narrativo e personaggi simpatici.
Tutto sommato, comunque, sono convinto che "Morte Dietro la Cresta" non sarebbe potuto essere un esordio migliore per Frank Showell Styles, vero nome di Glyn Carr. Nato a Birmingham nel 1908, dopo la scuola egli lavorò in banca per una decina d'anni, finché decise di mollare questo impiego che non lo soddisfaceva. Partì quindi per un lungo viaggio in giro per l'Europa, che dovette tuttavia interrompere allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Arruolatosi nella Royal Navy come artigliere, durante il conflitto riuscì a salire di grado fino a giungere a quello di comandante. Tornata la pace, Styles decise di rinunciare a tornare a lavorare nel mondo della finanza e si trasferì in Galles, dove trascorse il tempo ad arrampicare (fu da sempre la sua passione più grande), a dedicarsi al teatro e a progettare la sua nuova carriera di scrittore. Nel 1947, infatti, diede alle stampe il suo primo romanzo, "Traitor's Mountain", una spy story che mescolava il genere a quello umoristico, e il successo di quest'ultimo lo spinse a dare il via a una serie più convenzionale, sotto pseudonimo e con protagonista un divertente capocomico un po' sovrappeso e dalla citazione facile che si ritrova ad indagare su casi misteriosi ambientati in alta montagna. In realtà, già durante una scalata del Milestone Buttress gli balzò in mente come "fosse facile progettare un omicidio perfetto in quel luogo"; pertanto decise di "ideare un sistema [adatto] e costruirci attorno una trama adeguata". In questo modo, come Glyn Carr firmò "Morte Dietro la Cresta" (primo di quindici gialli classici, tra cui vanno ricordati "Assassinio sul Cervino" e "Il Picco delle Streghe") e Abercrombie Lewker fece il proprio ingresso nella letteratura del mistero, dopo tre romanzi più avventurosi. La serie fu accolta favorevolmente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, soprattutto per la capacità dell'autore di descrivere con doverosa attenzione le scene di arrampicata e i luoghi in cui esse si svolgevano. Dopo "Fat Man Agony" (1969), Styles concluse le avventure di Lewker per dare il via a un'altra serie, il cui protagonista divenne un ufficiale della marina britannica al tempo delle guerre napoleoniche; nel frattempo, tuttavia, continuò a scalare e a fare escursioni, oltre a scrivere una quantità enorme di guide, manuali e racconti sulla montagna (in totale furono circa 160), finché non morì nel 2005.
Frank Showell Styles (alias Glyn Carr), nato nel 1908 e morto nel 2005 |
I romanzi di Abercrombie Lewker (in parte ripubblicati dalla Rue Morgue Press, secondo la quale pare esista un romanzo inedito andato perduto) sono storie leggere, divertenti e facili da leggere, proprio come voleva scriverle Styles: ognuna presenta un delitto apparentemente impossibile, alla maniera di quelli creati da John Dickson Carr con la stanza chiusa trasformata in un ambiente impervio e pericoloso, caratterizzato da pregi e difetti. Ad esempio, in "Morte Dietro la Cresta", a una prima parte in cui viene costruita un'atmosfera di tensione e sospetto, segue un omicidio e l'indagine di Lewker: sebbene il caso sia un po' prevedibile per i lettori più navigati, l'identità del colpevole non colpisca più di tanto, le storie d'amore siano abbastanza melense e ogni tanto emerga qualche cliché (i comunisti cattivi, gli scienziati e i politici misteriosi e le fanciulle indifese), tutto sommato gli indizi sono forniti secondo il fair play e le ambientazioni sono davvero mozzafiato. Anche i dettagli sull'arrampicata vengono forniti con cognizione di causa, tra una battuta ironica e una citazione, tra lessico più o meno elevato. Oltre a ciò, inoltre, i personaggi occupano un posto molto importante all'interno della storia: alcuni spiccano meno, ma la caratterizzazione di Hilary e Lewker mi ha colpito. Entrambi sono ben presentati e ritratti secondo un tono che varia dallo scherzoso al serio. La ragazza dimostra un misto tra frivolezza e intelligenza, lasciandosi influenzare dall'amore ma conscia del pericolo che corrono lei e il suo amato; il capocomico, invece, oscilla tra la parodia e un ritratto del detective dilettante più classico. A volte è burrascoso ed eccentrico, altre compassionevole e deciso a fare il galante; un momento è abilissimo nel decifrare gli indizi che gli si presentano davanti agli occhi, un altro si lascia andare alle citazioni (numerosissime), soprattutto tratte dall'opera di Shakespeare. Impersona al meglio il personaggio dell'attore che vuole intrattenere il proprio pubblico, ma anche quello dello stesso lettore, poiché si diverte a immaginare di essere il Grande Investigatore dei romanzi gialli. Sono convinto che sia stato proprio il suo personaggio, mescolato alle descrizioni degli ambienti e ai discorsi sull'arrampicata, a riscattare "Morte Dietro la Cresta": un romanzo che altrimenti sarebbe stato un po' banale, ma che in questo caso riesce a raggiungere e superare la sufficienza. Direi proprio adatto a svagarsi un po', senza pretendere chissà cosa ma divertente. Sono curioso di vedere cosa riserverà la seconda avventura di Abercrombie Lewker.
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